“Manovra stanga pensionati. Meno 615 euro in tre anni”, Bozzo sul Giornale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2013 - 12:39| Aggiornato il 17 Luglio 2014 OLTRE 6 MESI FA
"Manovra stanga pensionati. Meno 615 euro in tre anni", Bozzo sul Giornale

“Manovra stanga pensionati. Meno 615 euro in tre anni”, Bozzo sul Giornale

ROMA – “La manovra stanga i pensionati. Perderanno 615 euro in tre anni”. Questo il titolo dell’articolo a firma di Gian Battista Bozzo sul Giornale di mercoledì 23 ottobre:

“Pensioni, tassa sulla casa e cuneo fiscale. Sono questi i ca­pitoli della legge di Stabilità che il Parlamento cercherà di modi­ficare. La manovra oggi inco­mincia il suo percorso in Sena­to, e i motivi d’insoddisfazione sono evidenti. Il blocco della ri­valutazione legata all’inflazio­ne fa perdere ai pensionati qual­cosa come 4 miliardi di euro in tre anni. La nuova Service tax sulla casa potrebbe costare fi­no a 7,5 miliardi in più della vec­chia Imu. Il risparmio in busta paga di 14-15 euro al mese, che deriva dall’intervento sul cu­neo fiscale, sa di beffa. Qualco­sa dovrà cambiare. (…)

Pensioni – In tre anni, lo Stato spenderà cir­ca 4 miliardi in meno per le pen­sioni, grazie al blocco dell’indi­cizzazione: 580 milioni nel 2014, 1 miliardo e 300 milioni nel 2015 e 2 miliardi e 100 milio­ni nel 2016. Soldi che vengono sottratti al già modestissimo po­tere d’acquisto dei pensionati. Tutte le pensioni d’importo lor­do­superiore ai 2.400 euro reste­ranno sterilizzate, mentre per quelle inferiori l’adeguamento sarà parziale. La Cgil, che ha il dente avvelenato con Enrico Letta per le accuse di «sciopero precipitoso», fa i conti e rileva che per cinque milioni di pen­sionati la perdita media sarà di 615 euro nel triennio (172 euro nel 2014, 217 euro nel 2015 e 226 euro nel 2016). A questo va aggiunto il contributo di solida­rietà sulle pensioni più alte, che vale 21 milioni di euro all’anno.

Tassa sulla casa – Ormai hanno capito tutti che quella dell’invarianza di prelie­vo fiscale fra Imu e Tasi è una storiella. Secondo i calcoli della Confedilizia, il maggior prelie­vo­potrebbe arrivare fino a 7 mi­liardi e mezzo, se tutti i Comuni adotteranno l’aliquota massi­ma consentita. È probabilmen­te su questo capitolo che si con­centreranno le tensioni politi­che fra Pdl e Pd. «Questa stanga­ta va assolutamente evitata in Parlamento, correggendo tut­to », attacca il presidente della commissione Finanze della Ca­mera Daniele Capezzone (Pdl). Ma il Pd, sulla casa, sem­bra poco disponibile alle modi­fiche. «La nuova Trise non ag­grava l’imposizione fiscale sui proprietari di prima casa», re­plica il sottosegretario all’Eco­nomia Perpaolo Baretta. Facen­do finta di scordare, tra l’altro, che sulle abitazioni più mode­ste l’Imu non si pagava grazie al sistema delle detrazioni; men­tre la Tasi varrà per tutte le case.

Cuneo fiscale – Il problema evidente sul capito­lo delle riduzioni fiscali per la­voratori e imprese è l’esiguità del bonus per i dipendenti, non superiore ai 15 euro al mese. Il Pd è sensibile a questo argo­mento. L’idea, anticipata a spanne dall’ex ministro del La­voro Cesare Damiano, è quella di concentrare le risorse a favo­re dei lavoratori a reddito più basso, magari fra i 15 mila e i 20-25mila euro l’anno, mentre nel testo si fa riferimento a limi­ti più elevati. (…)