ROMA – Con i suoi 27 milioni di dollari l’anno è il manager italiano più pagato all’estero. E’ Lamberto Andreotti, 63 anni. E non si tratta di omonimia. Andreotti è figlio di Giulio Andreotti, il “divo” per sei volte presidente del Consiglio in Italia. Ma Andreotti jr la sua fortuna l’ha costruita interamente all’estero, anche se, assicura in una chiacchierata con il Sole 24 Ore, non per sfuggire al peso di un cognome importante.
Andreotti Jr è presidente di un colosso dell’industria farmaceutica, la Bristol-Meyer Squibb. Della sua carriera parla, in un lungo pezzo per Il Giornale, Massimiliano Scafi:
Ma il sangue è lo stesso, come pure l’ironia fredda e la battuta pronta. Forse è scritto da qualche parte che nel destino dell’Italia c’è sempre qualche Andreotti, anche se Lamberto, in America da una vita, guarda quasi con distacco le vicende del Belpaese. «Non è vero che ho lavorato molto all’estero per sfuggire il peso di un cognome importante – ha detto in un’intervista al Sole 24 Ore – . Ho abbastanza anni per aver razionalizzato il problema. In famiglia non abbiamo mai dato peso al fatto che mio padre fosse una figura pubblica. Ciò è servito anche negli anni delle avversità, quando sono successe quelle che io ho definito mascalzonate politico-giudiziarie che hanno colpito mio padre. E come non ci avevano fatto effetto le sviolinate di prima, altrettanto è successo quando gli sviolinatori sono scomparsi. É la legge universale del comportamento umano».
In ogni caso Lamberto Andreotti non è finito all’estero per scelta. Ce l’ha portato la vita (e la carriera). Ancora Scafi:
Dopo aver studiato ingegneria e aver fatto un master in management, Lamberto Andreotti entrò in Finmeccanica. E mentre lavorava nella sede di New York, fu raggiunto da una telefonata di Arrigo Recordati che gli propose di occuparsi della sua azienda. «E la Recordati era italiana, come italiana era pure la Farmitalia-Carlo Erba, di cui sono stato amministratore delegato fino al 1992, quando non mi hanno venduto. Anzi, svenduto».
All’inizio l’ingegner Andreotti, esperto di cantieri e costruzioni, di farmaceutica non ne sapeva proprio un bel nulla. «Leggevo leggevo i manuali di farmacologia per infermieri perché quelli per i medici erano troppo difficili. Ma in seguito sono sempre stato a contatto con gente che si occupa di ricerca avanzata». Poi qualcosa l’avrà pure imparata, visto che da una decina d’anni è arrivato ai vertici di on colosso planetario come la Bristol-Meyer Squibb.