Larissa Moskalenko, la velista che “recuperava” i bimbi contesi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Novembre 2013 - 09:14 OLTRE 6 MESI FA
Larissa Moskalenko, la velista che "recuperava" i bimbi contesi

Larissa Moskalenko, la velista che “recuperava” i bimbi contesi

ROMA –  La cinquantenne Larissa Moskalenko, bionda e e slanciata (1 metro e 74), fisico da campionessa di vela con al collo una medaglia di bronzo alle Olimpiadi di Seul,  è al centro di un’inchiesta che mescola bambini contesi, blitz di ex militari e intrighi internazionali. Intercettata al telefono spiega a un’amica: “Ti dico come segreto… ci hanno rubato un bambino e ne abbiamo… riportato indietro”.

L’articolo di Riccardo Bruno per il Corriere:

L’ipotesi della Dda di Palermo è che un’organizzazione mandasse in giro per il mondo contractor addestrati per rapire bimbi reclamati da uno dei genitori. E Larissa avrebbe fornito scafi veloci e supporto logistico. Da ieri mattina l’olimpionica ucraina è in carcere, e come lei due skipper, Antonino Barazza e Sebastiano Calabrese, e il palermitano Luigi Cannistraro. I reati contestati sono pesanti: associazione a delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, sequestro di persona e sottrazione di minore. Mandati di cattura anche per tre stranieri, con richiesta di rogatoria: lo svedese Per Ake Helgesson, e i norvegesi Wenche Elisabeth Andresen e Martin Waage. Quest’ultimo è ritenuto il capo dell’organizzazione. È al vertice della Abp Wold Group, sede a Malaga e basi un po’ ovunque. Sul sito offre servizi di protezione, ma anche di «child recovery» ovvero recupero di minori. Intervistato dal Secolo XIX appena una decina di giorni fa elencava con orgoglio le azioni dei suoi uomini: anche «in Toscana» o «in via di definizione in Sudamerica, per due padri di Trieste».
I due casi finiti nell’indagine condotta dai carabinieri del gruppo di Palermo guidati dal colonnello Enrico Scandone riguardano invece la Tunisia. Una bambina sottratta al padre, portata in gommone in Sicilia, poi in macchina fino a Milano e quindi in aereo verso la Norvegia. E una spedizione nella quale gli uomini di Waage dovevano prelevare una madre e il figlio. È l’autunno dell’anno scorso, i carabinieri ascoltano i preparativi in diretta: il sopralluogo dei due contractor, accompagnati per fingersi turisti da due donne reclutate in un vero e proprio casting in un albergo di Palermo; i riferimenti ad armi e medicinali; le rassicurazioni su come aggirare i controlli in Africa(«Se fai un regalo non sale nessuno, bastano 30 euro»). Gli inquirenti avvertono i colleghi tunisini: l’azione salta, i due del commando arrestati. Larissa da Palermo si prodiga per farli liberare: chiama anche gli ambasciatori italiani in Ucraina e a Tunisi. Perfino un «Luca, sindaco», che per i magistrati è Orlando, il primo cittadino di Palermo. Una donna con tante conoscenze, ma nessuno le dà retta.