Le baby jihadiste sono già pentite. Salvatore Garzillo, Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Ottobre 2014 - 09:35 OLTRE 6 MESI FA
Le baby jihadiste sono già pentite. Salvatore Garzillo, Libero

Le baby jihadiste sono già pentite. Salvatore Garzillo, Libero

ROMA – “Le due ragazzine austriache scappate in Siria per combattere insieme ai tagliagole dello Stato islamico sarebbero incinte, pentite e vorrebbero tornare a casa, dalle loro famiglie – scrive Salvatore Garzillo di Libero – Ma il governo di Vienna, per il momento, avrebbe opposto il proprio rifiuto”.

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Ad aprile si era diffusa la notizia della “fuga” di Sabina Selimovic, 15 anni, e Samra Kesinovic, 17, due giovani di origine bosniaca ma cresciute secondo i dettami “occidentali”, lontano da ogni fanatismo. Sabina e Samra erano andate in Siria per unirsi alla causa dei jihadisti. Ai genitori avevano lasciato un semplice, laconico messaggio: “Non cercateci. Andremo a servire Allah e moriremo per lui”. Dopo qualche settimana sul web erano comparse foto di due giovani con velo e kalashnikov, circondate da altri guerriglieri: secondo l’Isis era la prova che le due giovani austriache erano giù sul fronte, pronte a uccidere gli infedeli, ma Vienna ha rivelato come quelle foto fossero in realtà già presenti da anni su Internet. Un falso, insomma, che però non cambiava la sostanza delle cose.

“Non possono tornare in Austria” – Sabina e Samra, infatti, in Siria ci sono davvero, e secondo quanto riferito dai servizi segreti austriaci, come riporta il quotidiano Oesterreich, sarebbero entrambe sposate a jihadisti e aspetterebbero un bambino, confinate a Raqqa, la capitale dello Stato islamico. Ma soprattutto, avrebbero trovato il modo di contattare le proprie famiglie confidando il desiderio di tornare a casa. Da “ragazze immagine” dell’Isis, insomma, a pentite. Ma è proprio questo il punto che divide la politica e l’opinione pubblica austriaca. Dal Ministero degli Interni di Vienna hanno fatto trapelare che “quando si lascia l’Austria in questi termini è quasi impossibile tornare”. Insomma, la loro condizione di “traditrici”, determinate a spendere la propria vita in nome di Allah e contro l’Occidente al costo di sacrificarla, sarebbe troppo pesante e metterebbe in dubbio anche un eventuale ravvedimento.