L’economia cinese sta rallentando. Simonetta Scarane, Italia Oggi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Aprile 2015 - 14:18 OLTRE 6 MESI FA
L'economia cinese sta rallentando. Simonetta Scarane, Italia Oggi

L’economia cinese sta rallentando. Simonetta Scarane, Italia Oggi

ROMA – “Il rallentamento dell’economia cinese si è amplificato nel primo trimestre 2015: la crescita è scesa al 7%, il ritmo annualizzato più basso dal 2009, dall’inizio delle recessione mondiale, secondo le cifre ufficiali comunicate dall’ufficio cinese di statistica – scrive Simonetta Scarane di Italia Oggi – Le previsioni indicano che la crescita diminuirà ancora, attestandosi al +6,9% e Pechino dovrà valutare nuove misure di sostegno all’economia”.

L’articolo di Simonetta Scarane: Che si tratti di una decelerazione importante lo si evince anche da altri indicatori ufficiali resi noti mercoledì scorso: la produzione industriale è cresciuta soltanto del 5,6%rispetto a un anno fa, mentre a gennaio e febbraio 2015 aveva registrato + 6,8% rispetto allo stesso periodo 2014, e il +7,9% del dicembre 2014.

Le vendite al dettaglio hanno subito un’impennata del 10,2% a marzo, che, comunque, resta il tasso più basso da un decennio. Anche gli investimenti in capitale fisso si sono assottigliati facendo registrare un «magro» +13,5% da gennaio e marzo 2015. Le esportazioni sono diminuite, a marzo, del 15% a ritmo annualizzato, a quota 144,6 miliardi di dollari (136,28 miliardi di euro); in calo anche le importazioni, +12,7%, a 141,5 miliardi di dollari (131,1 miliardi di euro). I prezzi alla produzione sono in discesa da 37 mesi consecutivi. C’è un eccesso di offerta rispetto alla domanda, in particolare, nei settori siderurgico, petrolchimico e costruzioni navali, mentre altri comparti soffrono l’incremento del costo del lavoro, specialmente il tessile che sta assistendo alla delocalizzazione produttiva verso i paesi dell’Asia a più basso costo di manodopera, secondo gli economisti di Coface agenzia francese di credito all’esportazione.

A gennaio Coface ha piazzato la Cina in una prospettiva negativa in ragione dell’aumento del rischio per le imprese e per la recrudescenza degli insoluti. Il quadro, comunque, non è completamente nero. L’indice manifatturiero Pmi è ritornato sotto 50, i servizi, che costituiscono il 48% del pil, contro il 44% dell’industria, vanno molto bene i profitti delle imprese high tech che hanno fatto un balzo del 46% nel bimestre gennaio-febbraio, secondo i dati di Euler Hermes. Tuttavia, gli investimenti hanno perso in efficacia e l’indebitamento è aumentato in proporzioni impressionanti, dal 155% del pil al 200%, senza contare il debito del governo centrale (…).