La legge di stabilità è un’altra occasione perduta, Domenico Cacopardo per Italia Oggi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 18 Dicembre 2013 - 14:54 OLTRE 6 MESI FA
La legge di stabilità è un'altra occasione perduta, Domenico Cacopardo per Italia Oggi

La legge di stabilità è un’altra occasione perduta, Domenico Cacopardo per Italia Oggi

ROMA – “La legge di stabilità è un’altra occasione perduta” scrive Domenico Cacopardo per Italia Oggi. Giornalista, magistrato, romanziere, Capocardo attacca la Legge di stabilità: “Con il decrepito pensiero della sinistra cattolica si spingeranno all’espatrio i migliori”

L’articolo di Cacopardo:

Molte le chicche. Osserviamone alcune. Prendiamo il divieto di cumulare la pensione con un altro incarico al di sopra dei 300 mila euro lordi. Il percettore di una pensione «alta» è persona che ha lavorato per molti anni, spesso più dei 40 tabellari, che ha sempre pagato le tasse, che ha ricevuto una pensione sulla base delle leggi vigenti al momento del collocamento a riposo (modificative del patto stipulato nel momento in cui iniziava a lavorare).

Il sistema vigente, per la stragrande maggioranza dei pensionati, è misto, retributivo-contributivo. Il numero dei beneficiari è in rapida diminuzione per normali ragioni anagrafiche. Molti presunti privilegiati si gioverebbero di un calcolo solo contributivo, avendo versato contributi valevoli per una pensione superiore a quella percepita col sistema misto.

Poiché è di moda demonizzare i politici (e tra i percettori di pensioni elevate ci sono i politici in pensione), è popolare aggredire le pensioni elevate con norme già dichiarate incostituzionali (l’unico modo di perequare è la tassazione diretta). Ma il limite dei 300 mila euro è proprio una stupida questione legata al decrepito pensiero della sinistra cattolica e di una parte della sinistra tout-court.

Questa decisione, infatti, è tutta contro le eccellenze professionali, cui viene, in sostanza, detto: «L’Italia non è Paese per voi.» L’effetto depressivo su quella parte del mondo del lavoro che produce il maggior valore aggiunto è evidente e irreparabile. Decisiva la spinta ad andarsene per i giovani d’avvenire.

Se ci guardiamo intorno, troviamo la democratica Svizzera respingere una proposta referendaria (questione all’esame del nostro Parlamento) che intendeva imporre un limite alla sproporzione tra la minore retribuzione e la maggiore. Gli elettori elvetici hanno compreso che si trattava dell’ennesima idea demagogica che avrebbe spinto le aziende multinazionali e i migliori intelletti manageriali ad andarsene.

Un corollario del limite dei 300 mila euro, riguarda il prelievo sino al 18% sulle pensioni superiori ai 90 mila euro. Qui siamo nel delirio populista, dato che chi gode di un simile assegno ne gode legittimamente. Ma il delirio diventa persecuzione quando ignora la recentissima sentenza di incostituzionalità.

Un ultima chicca: il contributo di solidarietà a carico delle imprese con più di 15 dipendenti e che non rientrano nella disciplina della cassa integrazione ordinaria e straordinaria. Un colpo mortale alle aziende border–line nel pieno della lotta contro la crisi. Una spinta per morire, non per sopravvivere. Un’altra follia.