Libero, quando Franceschini diceva: “A casa se Pompei crolla”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Marzo 2014 - 11:23 OLTRE 6 MESI FA
Dario Franceschini

Dario Franceschini

ROMA – “In seguito ai danni del 2010 – scrive Paolo Emilio Russo di Libero – Franceschini si scagliò contro Bondi: deve andarsene. Ma dopo quelli di questi giorni, ora che il ministro della Cultura è lui, rimane attaccato alla poltrona”.

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 Chi la fa l’aspetti, diceva il vecchio adagio. E chissà se Dario Franceschini quando chiese pomposamente in Aula le dimissioni dell’allora ministro della Cultura Sandro Bondi per alcuni crolli a Pompei, poteva immaginarsi che un giorno si sarebbe ritrovato nella medesima situazione.

Da tre giorni, infatti, sono rico- minciatii crollinell’area deglisca- vi archeologici: uno sabato, uno domenica, uno ieri mattina. La pioggia ha sgretolatoalcune rovi- ne e,in particolare, il murodi una bottega suVia di Nola,nella Regio V, insula 7. L’area è stata immedia- tamente chiusa al pubblico e tran- sennata, ma il danno c’è e, con ogni probabilità, è irreparabile. La responsabilitàè deimancatiinve- stimenti, dei restauri fermi, della mala gestione, oltre che del mal- tempo. Ma il neo ministro dei Beni Culturali, soltanto quattroanni fa, riteneva che di fronte ad accadi- menti come questi vi fosse una «responsabilità oggettiva» del tito- lare del dicastero. L’11 novembre 2010, meno di tre anni fa, l’allora capogruppo democratico a Montecitorio pri- ma sottoscrisse una mozione di sfiduciacontro ilministroforzista ecomponente delgoverno diSil- vio Berlusconi, poi intervenne alla Camera dei deputati per chieder- ne ufficialmente le dimissioni: «Penso che il ministro debba prendere attoche lamaggioranza di quest’Aula ha chiesto un suo gesto di responsabilità attraverso le dimissioni. Se questo non av- verrà, e sarebbe veramente stra- no, dovremo prendere le iniziati- ve necessarie». L’alloraministro, attualesena- tore e fidatoconsigliere del Cava- liere, veniva accusato di essere il responsabile del crollo della “ . ScholaArmatorum, dettadeiGla- diatori.Riuscìa resistereerispose così alleaccuse: «Chiederele mie dimissioniè unattopoliticamen- te e moralmente ingiusto». Il partito dell’attuale titolare dei Beni culturaliper laverità nonera solo nel criticare Bondi: anche PierFerdinando Casinidell’Udc e Fli, il partito di Gianfranco Fini, misero nel mirino il ministro. Il neo ministro Franceschini, che hapreso possesso deisuoi uf- fici da quasi diecigiorni, però, sta- volta vuol soprassedere. E di Pom- pei ieri ha parlato soltanto in un tweet dedicato alla vittoria agli Oscardel filmLa grandebellezza: «Nella notte Sorrentino vince l’Oscar e crolla un altro muro a Pompei. È una lezione: credere nella nostra bellezza e tutelarla con orgoglio»,scrive. Tantobasta ai forzistiper chiedergli chedia le dimissionio, almeno,chiedascu- sa. «Onestà intellettuale e coeren- za dovrebbero indurre il ministro a dimettersi immediatamente», dicela deputataazzurra ElviraSa- vino. Il Mattinale, organo del gruppo parlamentare di Forza Ita- lia, si accontenterebbe delle scu- se: «Noi non le chiederemo di- chiarazioni “volte ad asserire” la sua personale responsabilità nei trecrolli,comelei lachieseaSan- dro Bondi. Siamo però certi che, siccome lei è uomo perbene, chie- derà scusa per l’ingiustizia com- messa nei confronti del suo pre- decessore». Almeno le scuse. «Se non dovesse arrivare una «parola di scusa», iparlamentari azzurri si impegnano a fare «ogni giorno i conti di crolli e sfaldamenti di qualsivoglia sitostorico». Difficile che Franceschini, esponente de- mocratico importante e capo di unagrossacorrente Pd,possada- re la colpa a qualcun altro. Prima di lui,infatti, la poltronaera occu- pata da un altro dem, seppur di orientamento dalemiano. È stato Massimo Bray, dopo un lungo bracciodi ferrocon ilsottosegre- tario allaPresidenza delConsiglio Filippo Patroni Griffi, a nominare all’inizio di dicembre un diretto- re-commissario straordinarioper Pompei.Si trattanientemenoche diun generaledell’Arma, Giovan- niNistri. Glistrumenti perlavora- re dovrebbe averli: stipendio di 100.000 euro lordi e 20 dipendenti e cinque esperti a disposizione.