Linda Lanzillotta al Sole24ore: “Decreto salva-Roma? Passo indietro del Pd”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 20 Dicembre 2013 - 09:18 OLTRE 6 MESI FA
Linda Lanzillotta al Sole24ore: "Decreto salva-Roma? Passo indietro del Pd"

Linda Lanzillotta (LaPresse)

ROMA – “La discussione che si è svolta ieri al Senato sul decreto Salva-Roma dimostra quanto sia ancora lontana e difficile la svolta liberale tante volte annunciata e ora promessa da Matteo Renzi. Il Comune di Roma ha maturato nell’ultimo quindicennio un enorme debito a causa, certo, di criticità strutturali della finanza della Capitale, ma anche di investimenti non compatibili con l’equilibrio di bilancio nel medio termine e di dissennate gestioni clientelari delle municipalizzate. Ma la Capitale non può fallire e dunque lo Stato, dopo essersi accollato già 12 miliardi di debiti nel 2009, oggi, per salvare la Giunta Marino ed evitare il commissariamento del Comune, interviene ancora una volta. Si accolla altri debiti di Roma scaricandoli sui contribuenti italiani e su quelli romani (i più tassati d’Italia) e dà a Roma le risorse necessarie (quante non si sa ma di certo molti milioni di euro) a chiudere il bilancio in pareggio.

A fronte di questa drammatica situazione, con un emendamento presentato da Scelta civica, abbiamo chiesto che l’amministrazione di Roma si assumesse le sue responsabilità e intervenisse con incisive azioni di risanamento e anche con la dismissione di una quota di Acea spa conservando comunque il controllo pubblico della società e delle reti. Il Pd ha ceduto alle pressioni locali e ha preteso che al Comune rimanesse la maggioranza assoluta della società: Pd, Sel, M5S, in nome di ideologiche argomentazioni contro lo strapotere dei soci privati (che ben potrebbero essere limitati con specifiche clausole statutarie che, peraltro, proprio passate giunte di sinistra ebbero a rimuovere), contro la privatizzazione dell’acqua, contro le logiche di mercato nella gestione dei servizi pubblici hanno affossato l’emendamento. Con buona pace delle chiacchiere sulla responsabilità fiscale degli enti locali, sulla riduzione del debito mediante dismissioni, sulla tutela degli interessi pubblici attraverso la regolazione piuttosto che attraverso il controllo proprietario.

La verità è che nelle società comunali non si vuole mollare il controllo delle assunzioni, delle nomine interne, degli appalti. Insomma un drammatico arretramento culturale rispetto a posizioni che sembravano ormai acquisite. Abbiamo almeno ottenuto la soppressione dell’ulteriore aumento della super addizionale Irpef che avrebbe portato il livello della tassazione per i romani a livelli insopportabili applicando la nota linea del tassa e spendi. Ma questa linea tanto a lungo praticata con le conseguenze che sono gli occhi di tutti non è più sostenibile: la politica deve capire che o si cambia o l’Italia muore. Renzi ha promesso questi cambiamenti: ora dimostri con i fatti che il suo Pd «ha cambiato verso».”