Luciano Violante saggio. Spinelli: “Nel 2003 salvò Berlusconi…” (video)

Pubblicato il 3 Aprile 2013 - 13:51| Aggiornato il 8 Dicembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Le colpe della filiera Pci, Pds, Ds, Pd nei confronti della “vera anomalia” italiana sono messe in evidenza da Barbara Spinelli su Repubblica in un attacco a Luciano Violante e alla scelta da parte del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano di includerlo fra i suoi saggi-non-si-sa-perché.

Scrive Barbara Spinelli che Violante costituisce “l’esempio più ominoso” (ominoso, non luminoso, cioè non chiaro evidente ma gravido di destino nefasto, da omen, presagio, passato per l’inglese ominous) del fatto che “i nomi dei Saggi designati da Napolitano sono quasi tutti figli delle oligarchie”. 

Violante, ricorda Barbara Spinelli, è “passato ormai alla storia per aver ammesso, nel 2003 alla Camera, che il Pd non era sospettabile dal governo di destra visto che sin dall’inizio aveva favorito Berlusconi, al punto da infrangere una legge del 1957 sull’ineleggibilità dei titolari di concessioni pubbliche”.

A conferma, Barbara Spinelli cita le parole di Violante, immortalate nel film di Sabina Guzzanti “Viva Zapatero!”.

 “L’on. Berlusconi sa per certo che gli è stata data la garanzia piena, non adesso ma nel 1994, che non sarebbero state toccate le televisioni, quando ci fu il cambio di governo. Lo sa lui, e lo sa l’on. Letta! (…) Voi ci avete accusato di regime, nonostante non avessimo fatto il conflitto di interessi, avessimo dichiarato eleggibile Berlusconi nonostante le concessioni, (avessimo permesso) che il fatturato di Mediaset, durante il centrosinistra, aumentasse di 25 volte!”.

Commenta Spinelli:

“In altre parole: abbiamo patteggiato col diavolo dell’illegalità, ed ecco come ci ripagate!”.

Questo è vero, ed è vero da vent’anni, anche se, purtroppo, nei momenti in cui c’era da affondare Berlusconi Violante e soprattutto Massimo D’Alema, il partito e i giornali che li hanno sostenuti si siano girati dall’altra parte, salvo poi contribuire alla crisi italiana con una campagna di odio che non è esente da colpe della crisi presente, economica e di stallo politico.

Per il resto, l’articolo della Spinelli, intitolato “Le oligarchie dei sapienti”, conferma la pericolosa fascinazione di una parte della sinistra intellettuale verso Beppe Grillo: accecata dall’odio per Berlusconi, la sinistra intellettuale e giornalistica non può accettare che vi sia un pericolo per la democrazia italiana maggiore del male assoluto rappresentato da Berlusconi.

Per questo, secondo Barbara Spinelli, Beppe Grillo è cosa ben diversa dall’olandese Geert Wilders, che è sì, anche, lui, “un inedito soggetto politico”, ma quello è “islamofobo e nazionalista”, con “idee già ben radicate nella destra italiana (nella Lega, in parte del Pdl)”, che “con Grillo hanno poco a che vedere”. Per questo, Berlusconi e Lega mai; invece “una sinistra rinnovata può allearsi con 5 Stelle e approvare leggi democratiche essenziali; con personalità che somigliassero a Wilders no.

“In Italia l’esigenza è tutt’altra: formare un governo che incorpori alcune richieste molto sensate di Grillo. Un’occasione purtroppo persa dal M5S, che per settimane si è rifiutato di proporre il nome di un Premier, finendo col propiziare l’odierna ricaduta nell’inciucio. Ma l’occasione potrebbe ripresentarsi.

“Bersani, formalmente ancora incaricato, potrebbe fermare la deriva del Pd.

“Così come si spera che sinistre e Cinque Stelle facciano un nome, per il Quirinale, che voli alto. Che ignori la logica escludente dei 10 Saggi e l’intesa sinistra-Berlusconi su cui lavorano”.