M5S-Pd, Berlusconi, Conclave: la rassegna stampa e le prime pagine

di Redazione Blitz
Pubblicato il 11 Marzo 2013 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Pdl, salta la protesta anti pm. Il Corriere della Sera: “Berlusconi, ricoverato all’ospedale San Raffaele, blocca la protesta del Pdl contro i giudici e dice ai suoi parlamentari: non andate davanti al Tribunale di Milano. Oggi, intanto, riprende il processo Ruby: sul Cavaliere incombe l’ipotesi di una nuova visita fiscale. Vertice del Movimento 5 Stelle. Grillo: se M5S vota la fiducia, mi ritiro dalla politica.”

«Peccati anche tra uomini della Chiesa Si deve trovare l’energia per cambiare». L’articolo a firma di Aldo Cazzullo:

“«Questa è la missione della Chiesa — prosegue Scola —: ripetere all’uomo così sofisticato di inizio millennio che la misericordia del Padre è fonte di speranza. I membri della Chiesa sono uomini, e come tutti gli uomini conoscono il peccato. Ma sempre devono trovare in Dio la forza e l’energia per cambiare. Lo dice in modo radicale ancora san Paolo: “Colui che non conosceva il peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore”, perché sacrificando se stesso salvasse gli uomini, perché prendesse su di sé il male del mondo e lo redimesse, perché potessimo diventare giustizia di Dio. Noi non siamo innocenti. Siamo peccatori redenti». Alla fine i 14 concelebranti si apprestano a distribuire la comunione, ma i fedeli li ignorano: tutti vogliono ricevere l’ostia da Scola e si mettono in fila davanti a lui. Anche i francescani custodi della basilica lo fotografano. L’atmosfera è di grande speranza, che l’arcivescovo di Milano tiene ad allontanare da sé per indirizzarla sulle grandi giornate che attendono la cristianità: «Sono momenti molto importanti. Preghiamo perché lo Spirito Santo offra alla sua Chiesa un uomo che possa condurla sulle orme dei grandi Pontefici degli ultimi centocinquant’anni». Un riferimento non casuale: la grande stagione del papato coincide per l’arcivescovo con la fine del potere temporale, il primato della dimensione spirituale, la logica universalistica della Chiesa. Scola evoca così anche la storia unitaria d’Italia, e quella «nuova laicità» che è uno dei punti fondamentali del suo pensiero: la Chiesa rivendica il diritto di intervenire sui grandi tempi della discussione pubblica, avanzando la propria proposta, discutendola con quelle degli altri corpi intermedi, e giudicando i politici a seconda di come la recepiscono (con le azioni più che con le parole). Il Conclave, aggiunge Scola, non riguarda solo i cardinali: «Tutti i fedeli sono chiamati a partecipare all’elezione del Papa, con il loro sostegno e la loro preghiera. Sono impressionato al pensiero di quante persone stiano pregando in questo momento nel mondo per il Conclave. Preghiamo anche noi lo spirito di Gesù risorto, affinché assista tutti i fedeli e in particolare i bambini, gli anziani, gli ammalati, coloro che sono nell’ombra della morte, i più poveri, i più bisognosi; e affinché i cardinali si interroghino umilmente su cosa lo Spirito stesso, in questo delicato passaggio di millennio, stia chiedendo a tutte le Chiese che vivono a immagine della Chiesa universale. Questa domanda conduca la Santa Chiesa di Dio a lasciar trasparire sempre più sul suo volto Gesù Cristo, luce di tutte le genti del mondo».”

«Abbiamo fiducia per il futuro È il momento della riconciliazione». L’articolo a firma di Armando Torno:

“Il luogo sacro è sito dinanzi alla «manica lunga» del Quirinale e ha legato il suo nome al noviziato dei gesuiti. Scherer è un comunicatore nato e la sua presenza si avverte sulla pelle. Dicevamo: qualcosa di nuovo. È passato tra la gente, prima della messa, scambiando saluti e frasi, benedicendo. Qualcosa di antico? Si è visto durante la cerimonia, con le incensazioni. Le ha eseguite con tratti esemplari: ormai è una rarità il rispetto dei dettagli. Il piccolo ambiente e la solenne architettura hanno esaltato questa estetica di alto valore religioso, mostrando l’uomo del dialogo dalle radici profonde. Nemmeno un piccolo incidente è riuscito a turbare l’atmosfera: al momento della comunione, con i fedeli in fila nella chiesa affollatissima, al porporato scivola dalle mani un’ostia consacrata, cadendo sul pavimento. Egli la raccoglie e prosegue. I comunicandi quasi non se ne accorgono.”

Sostegno diviso tra quattro candidati. L’articolo a firma di Gian Guido Vecchi:

“«Preghiamo insieme perché lo Spirito Santo indichi al collegio dei cardinali colui che è già stato eletto da Dio». È ormai sera quando nella Chiesa di Santa Maria in Traspontina, mentre fuori via della Conciliazione e San Pietro sono inondate dal diluvio, il cardinale canadese Marc Ouellet, uno dei «papabili», oltre a essere l’unico ad accennare a Vatileaks («Anche Benedetto XVI ha perdonato, prima di Natale, chi lo ha tradito») riassume ai fedeli lo stato d’animo dei 115 elettori che alle 16.30 di domani, muovendo dalla Cappella Paolina, entreranno in processione nella Sistina. «È un’ora abbastanza unica nella storia della Chiesa, dopo la rinuncia al ministero petrino di Benedetto XVI», chiarisce il teologo Ouellet, con Angelo Scola e Christoph Schönborn l’«allievo» più vicino a Ratzinger: «Sapendo come abbia meditato a lungo e profondamente la sua decisione, non posso dubitare che lo abbia fatto secondo al volontà di Dio e per il bene della Chiesa».”

Il Pdl: sit-in davanti al tribunale. Ma il Cavaliere frena i fedelissimi. L’articolo a firma di Lorenzo Fuccaro:

“Nella nota il Cavaliere ringrazia sia Angelino Alfano sia i dirigenti del Pdl per gli attestati «di solidarietà, di vicinanza e di affetto», e ricorda che la manifestazione dei neoeletti davanti al Tribunale di Milano dove è in corso il processo a suo carico aveva come scopo quello di «chiedere, in modo pubblico determinato e clamoroso, a nome di quel terzo degli italiani che la nostra coalizione rappresenta, il trasferimento di tutti i procedimenti che mi riguardano in altra sede diversa da Milano, giudicata in base ai comportamenti di questi ultimi diciannove anni pregiudizialmente nemica di Silvio Berlusconi come persona e come leader politico». Detto questo, il Cavaliere rimarca, «nonostante tutto, di confidare che la verità sia più forte di ogni pregiudizio e di ogni strumentalizzazione politica da parte di chi deve pronunciare una sentenza in nome del popolo italiano in un procedimento che mi vede, in base ai fatti, incontestabilmente innocente».”

Summit di Berlusconi al San Raffaele: non chiederò di trasferire il processo. L’articolo a firma di Simona Ravizza:

“Tutti riuniti nel salotto della camera-suite. Lo stop di Silvio Berlusconi al sit-in davanti al tribunale arriva durante un insolito vertice politico. È domenica pomeriggio. Al settimo piano del San Raffaele, settore Q, dove si trovano anche due stanze a cinque stelle con vasca idromassaggio (ovviamente per i pazienti che pagano bene), ci sono Gianni Letta, Angelino Alfano, Fabrizio Cicchitto, Sandro Bondi, Denis Verdini, Renato Schifani e Maurizio Gasparri. I fedelissimi del Cavaliere, 76 anni, ricoverato in ospedale da venerdì tra mille polemiche, davanti alla fermezza di Berlusconi capiscono che devono fare marcia indietro sulla manifestazione organizzata per oggi al Palazzo di Giustizia: «Io — sorprende i suoi Berlusconi — voglio essere giudicato a Milano». Una dichiarazione che fa escludere, salvo ripensamenti, la richiesta di spostare altrove i processi.”

Napolitano e il mandato «a tempo» Il portavoce: la questione è chiusa. L’articolo a firma di Alessandra Arachi:

“«Questione chiusa». Il presidente Giorgio Napolitano non ha alcuna intenzione di ricandidarsi per un secondo mandato. È ancora mattina quando dal Quirinale giunge un «no» all’appello istituzionale lanciato dalle colonne del Corriere. Nel suo editoriale di ieri il direttore Ferruccio de Bortoli si era rivolto al capo dello Stato. E, in nome del bene del Paese, gli aveva chiesto di rimanere al suo posto «almeno per un po’». Invocando «saggezza e buon senso», e questa volta si rivolgeva ai partiti che il 15 aprile saranno chiamati ad eleggere il nuovo presidente della Repubblica, ben consapevole che l’idea di una rielezione non piacesse al capo dello Stato. Decisa la replica negativa affidata, dal portavoce del presidente, Pasquale Cascella a Twitter: «Una regola di rispetto della persona e dell’istituzione consiglierebbe di considerare la questione chiusa». A seguire Cascella ricorda anche un comunicato del Quirinale, datato 21 febbraio, lì dove Napolitano indicava «le ragioni istituzionali e personali per cui non si ritiene ipotizzabile una riproposizione del suo nome come presidente della Repubblica. Egli apprezza e ringrazia, nel loro significato di espressione di fiducia nei suoi confronti, dichiarazioni di varie personalità a favore di una sua eventuale ricandidatura. Ma al Parlamento in seduta comune spetterà eleggere un nuovo presidente della Repubblica. Napolitano non può che confermare le posizioni nel modo più limpido e netto».”

Grillo, chiusura totale al Pd. La Stampa: “Grillo chiude definitivamente a ogni possibile alleanza per favorire la nascita di un governo a guida Pd. «Qualora ci fosse un voto di fiducia dei gruppi M5S a chi ha distrutto l’Italia mi ritirerei dalla politica», ha detto l’ex comico.”

I Cinque stelle chiudono “No all’alleanza col Pd”. L’articolo a firma di Francesca Schianchi:

“Nessun patto sulle presidenze delle Camere, «noi non facciamo accordi di questo tipo, proporremo e voteremo il nostro candidato ma non facciamo accordi per ottenere qualcosa in cambio di qualcos’altro». Meno che mai l’appoggio a un governo Pd: «Al presidente Napolitano chiederemo un governo del Movimento 5 Stelle». Al termine dell’incontro tra neo-eletti a Cinque stelle, ieri a Roma, il capogruppo al Senato Vito Crimi – il solo, con la collega della Camera Roberta Lombardi, titolato a parlare chiude una volta di più al dialogo coi democratici. Dopo due settimane di prove di corteggiamento e rifiuti sdegnati, oggi inizia una settimana decisiva. E il rapporto tra il Movimento di Grillo e Pd appare sempre più difficile. Venerdì 15 è in programma l’atteso debutto di questo nuovo, profondamente rinnovato Parlamento. E la prima incombenza è appunto l’elezione dei presidenti delle rispettive Camere. Oggi il Partito democratico riunisce i suoi eletti in centro a Roma, una riunione alla presenza del segretario Bersani in diretta streaming. «Nell’assemblea di oggi, Bersani spiegherà come ci muoveremo, esprimerà la volontà di discutere le presidenze delle Camere. Procederemo con forme di dialogo assolutamente trasparenti, ci rapporteremo con il M5S alla luce del sole», assicura il vicesegretario Enrico Letta. Una trasparenza, parola d’ordine dei grillini, che non si direbbe però sufficiente per arrivare a un dialogo. Di «operazione trasparenza» parla anche Crimi, a inizio giornata, quando spiega a tutti gli internauti dalla sua pagina Facebook di aver ricevuto una telefonata da «un esponente di rilievo del Pd», per anticipargli «che lunedì terranno riunione congiunta dei gruppi da cui proporranno i loro nomi per le presidenze» per poi confrontarsi con gli altri gruppi. Ma per evitare che possa apparire come un post «di apertura», Crimi stesso specifica subito: «Normalissimo passaggio istituzionale, non un tentativo di inciucio e neanche un invio di pontieri».”

La rivoluzione di Erdogan più velo e meno libertà. L’articolo a firma di Marta Ottaviani:

“Più che l’islamizzazione una «rivoluzione culturale». Piaccia o no, dal novembre del 2002, data in cui l’Akp, il Partito islamico-moderato per la Giustizia e lo Sviluppo, prese il potere per la prima volta, la Turchia è cambiata. Per molti sono aumentati gli standard democratici e il benessere. L’Akp continua a essere rieletto con percentuali plebiscitarie, ma c’è chi teme per la tenuta della libertà. Su una cosa tutti concordano: l’artefice del cambiamento è Recep Tayyip Erdogan. Il premier turco rappresenta un vero e proprio punto di non ritorno nella vita politica dalla nascita della Repubblica turca, tanto che ormai quasi tutti lo considerano l’Ataturk (fondatore della Turchia moderna nel 1923 nrd) con connotati religiosi.”

Vista scudetto. La Juve batte il Catania e vola a + 9 sul Napoli Il gol arriva quando altri avrebbero rinunciato. L’articolo a firma di Marco Ansaldo:

“Il vantaggio di 9 punti su chi insegue è il più ampio dall’inizio del campionato ma è la cosa che impressiona meno: il segnale più importante sta nella vittoria in fondo a una prestazione che a parte la costante pressione ha avuto poca qualità, e nel fatto che dopo 8 giorni faticosissimi la Juve abbia insistito a trovare il gol quando altri si sarebbero rassegnati. Se si viene a capo di simili partite è difficile immaginare altri intoppi. La rete dello scudetto l’ha firmata Giaccherini, sulla cui testa vagava la nuvola di Fantozzi per come aveva sprecato poco prima una delle rare azioni in campo aperto concesse dal Catania. Sarebbe stato crocifisso. Tuttavia la vita, diceva Forrest Gump, è come una scatola di cioccolatini, non sai quale ti capita. A lui infine è capitato quello buono. Il signore del match è stato però Pogba e non solo perchè dal suo aggancio lunare e dal cross reso infido dalla deviazione di Marchese è nato il gol decisivo. Il francese ha giocato la sua partita migliore, più convincente persino di altre in cui segnò gol bellissimi. Se non si rovina, è l’uomo del futuro. A 19 anni Paul il polpo si è caricato sulle spalle il centrocampo, quando Pirlo è precipitato in una ripresa disastrosa perché pure i marziani talvolta sono uomini e gli hanno fatto tirare troppo la corda e mai il fiato. Marchisio era confuso, con sulla coscienza l’errore in una delledue palle gol juventine, l’altra l’aveva calciata Vucinic sul palo.”