Marcello Lippi, pronostico Mondiali: “Germania favorita. Italia in fondo se…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Giugno 2014 - 09:48 OLTRE 6 MESI FA
Marcello Lippi, pronostico Mondiali: "Germania favorita. Italia in fondo se..."

Marcello Lippi, pronostico Mondiali: “Germania favorita. Italia in fondo se…” (LaPresse)

ROMA – Marcello Lippi, ultimo ct a vincere i Mondiali con l’Italia nel 2006, fa il suo pronostico sui Mondiali: “Italia può andare lontano se batte l’Inghilterra e vince il suo girone. Germania E’ la mia favorita. Poi c’è la Francia. La Spagna? Dietro. Brasile rischia fin dall’inizio. Sono troppo giovani con tanta pressione”.

Ecco l’intervista di Paolo Condo’ a Marcello Lippi. Riportiamo di seguito l’articolo della Gazzetta dello Sport per la nostra rassegna stampa quotidiana.

“La differenza è fatta dallo studio. Un sacco di esperti va in giro raccontando che la finale sarà tra Brasile e Germania perché sono di gran lunga le squadre migliori. Ma se sono così chiaramente le migliori vinceranno il loro gruppo, giusto? E allora fileranno dritte verso il confronto diretto in semifinale, perché il tabellone questo prevede. Occorre studiarlo per scoprire che all’Italia il primo posto nel girone conviene come e più del solito, perché se a livello di ottavi cambierà poco (difficile stabilire una gerarchia nel gruppo C, le cui promosse toccheranno alle elette del nostro), nei quarti la Spagna o l’Olanda sarebbero senz’altro preferibili al Brasile. Compiliamolo allora, questo tabellone, con un’analista che la sa lunghissima.
Marcello Lippi, questo Brasile ha la stazza per reggere il pronostico?
«Mi sembra un gruppo molto giovane. Di grande qualità com’è naturale che sia, ma molto giovane. Sarà fondamentale l’esperienza di Scolari, un tipo che sa dare equilibrio, per sopportare la mostruosa pressione che graverà su Neymar e gli altri dentro e fuori dal campo, se come immagino continueranno le contestazioni. La Seleçao gioca in casa, non può che vincere. Non è una bella situazione».
Come immagina la prima partita?
«Se non si mette subito bene, complicata. La Croazia è una squadra di qualità, soprattutto nel triangolo di centrocampo con Modric, Rakitic e Kovacic. Sfrutto l’occasione per segnalare l’eccellenza della scuola tecnica italiana: Ancelotti ha trasformato Modric in un giocatore fondamentale, Mazzarri sta facendo lo stesso con Kovacic. Gli si affidi ancora di più, Walter sarà prezioso per la sua carriera».
Brasile e Croazia qualificate sicure?
«Beh, i lampi di genialità che Eto’o riesce ancora a produrre mi fanno trattare con cautela il Camerun. E lo stesso Messico ha vinto la finale olimpica di Londra battendo proprio Neymar e soci. Per il secondo posto è un girone molto aperto».
Gruppo B: subito la rivincita dell’ultima finale mondiale, Spagna-Olanda.
«Pazzesco per un primo turno. Ho la sensazione che la Spagna resti avanti, non si piazzano per caso tre squadre tra le quattro finaliste delle coppe europee. C’è molto ricambio».

Però Del Bosque ha puntato ancora sul blocco del Barcellona, che delle corazzate di Liga è l’unica in crisi, e in generale nelle convocazioni sembra aver pagato qualche debito di gratitudine.
«È un discorso che conosco, la stessa critica venne rivolta a me in Sudafrica. Certe chiamate possono essere giuste o sbagliate, ma non avvengono per gratitudine: quella resta nel cuore, e basta. Capita che un vecchio giocatore venga chiamato al posto di uno nuovo perché già conosci la sua reazione nei momenti difficili. È questo che ha guidato Del Bosque: la certezza che in una situazione estrema i suoi non tremeranno».

Realisticamente, la Spagna può vincere il quarto grande torneo consecutivo?
«Mi limiterei a dire che può arrivare nelle prime quattro. Più in là l’imponderabile diventa un fattore decisivo».

Van Gaal ha convocato un’Olanda giovane, ma guidata ancora dai soliti vecchi draghi. Robben avrà dimenticato la finale 2010?

«Nel frattempo ha perso e poi vinto una Champions, certo che l’ha dimenticata. Trovo che sia un giocatore incredibile: fa sempre la stessa finta, va sempre dalla stessa parte, eppure i difensori non riescono a fermarlo. Spagna-Olanda in linea di principio deciderà più della prima del girone, perché la seconda andrà contro il Brasile negli ottavi. In pratica è un confronto a eliminazione diretta piazzato all’inizio».
Il Cile ha qualche chance?
«Sì. Vediamo prima come sta Vidal, ma trovo che Sanchez possa sorprendere Spagna oppure Olanda decretando un’eliminazione clamorosa. L’Australia invece è chiusa: è giunta per prima in Brasile perché sa che per prima dovrà pure ripartire».

Ha parlato con Zaccheroni di recente? Il Giappone è in un gruppo C equilibratissimo.

«L’ho visto a Osaka, quando abbiamo vinto 5-1 in trasferta l’andata degli ottavi della Champions asiatica. Era felice per me, meno per i suoi nazionali battuti… Alberto ha fatto un gran lavoro, peccato che la squadra giochi bene, ma al momento del dunque sbagli i gol. Penso che nel gruppo la Colombia prevarrà malgrado abbia perso Falcao, e che il Giappone possa comunque precedere Costa d’Avorio e Grecia»..
E siamo al nostro gruppo. Pronostico secco: ci qualifichiamo? E come?
«Ci qualifichiamo. Lasciate stare l’ultima amichevole, non conta nulla. Il punto è in quale posizione, visto che poi bisognerebbe evitare l’incrocio col Brasile prima dell’eventuale finale. Io penso che se l’Italia vincerà la prima partita, passerà da prima; altrimenti da seconda. Siamo più forti degli inglesi, che si ricordano ancora delle botte prese all’Europeo: uscirono soltanto ai rigori, ma dopo essere stati dominati. L’Uruguay è un cliente più difficile, compatto attorno a Tabarez come mi ha raccontato Forlan sempre a Osaka. Ha il calendario migliore, anche perché può permettersi di aspettare Suarez qualche giorno in più visto che al primo turno ci scorniamo noi e gli inglesi».

Girone E nel nome della Francia?
«Non solo il girone. La Francia è la mia seconda favorita, perché Deschamps ha assemblato la classe di stelle affermate come Benzema – che bella stagione ha avuto con Ancelotti – e la potenza di giovani talenti affamati come Pogba. Mi aspetto molto da loro. Dietro credo che la Svizzera del mio amico Hitzfeld non avrà problemi a precedere Ecuador e Honduras».

Può esistere che Messi chiuda la carriera senza aver vinto un Mondiale?
«È un pericolo che dovrebbe infondergli una motivazione super, perché questo – per età e geografia – è il suo Mondiale, quello che gioca nelle condizioni ideali. Oltre all’attacco da favola vi segnalo un altro beneficato da Ancelotti: Di Maria mezzala è una superstar».
Chi dietro l’Argentina nel gruppo F?
«In Cina gioca un bosniaco di ottimo livello, Misimovic. L’anno scorso pesava dieci chili più di adesso: voglio dire che lui, come credo tutti i bosniaci nel mondo, sta preparando questo torneo come l’occasione della vita. Passano loro, non i nigeriani».

La sua favorita è stata sorteggiata nel gruppo G, vero?
«Io penso che per la prima volta nella storia un’europea vincerà in Sudamerica. Mi auguro sia l’Italia, ma per scaramanzia evito pronostici finali che coinvolgano gli azzurri. E dunque dico Germania. Mi frulla in testa dal Mondiale per club in Marocco, quando affrontai col Guangzhou il Bayern di Guardiola. Ecco, in quell’occasione notai come i grandi giocatori capaci di vincere tutto con Heynckes avessero aggiunto sotto la guida del Pep una nuova dimensione di recupero e possesso palla. Fantastici, sono i miei favoriti».

Dietro di loro il Portogallo?
«Vediamo come sta Ronaldo, per loro è decisivo. Per quanto un giocatore non possa mai bastare, la sua condizione può valere due turni in più. Anche perché Ghana e Stati Uniti sono rivali molto rispettabili».
In chiusura il gruppo H, con uno dei suoi pupilli: lo stopper coreano Kim.
«Fortissimo, in Europa sarebbe titolare ovunque e non scherzo. Ma sino a fine 2014 resta col Guangzhou. Temo di doverlo consolare a fine girone: il Belgio ha talenti enormi, e alle sue spalle non credo che Capello si lascerà sfuggire la qualificazione. La Russia ha qualità e Fabio saprà concretizzarla».
Ricapitolando: esclusa l’Italia per scaramanzia, quali sono le sue quattro favorite?
«Germania, poi Francia, poi sullo stesso piano Brasile, Spagna e Argentina».

S’era detto quattro.
«Tolga la Spagna”.