Il Governo di Matteo Renzi, secondo Marco Travaglio che ne scrive sul Fatto, è
“un governicchio di riciclati, lottizzati, lobbisti e mezze tacche”,
appena completato
“con una lista di 44 fra viceministri e sottosegretari che c’è da sporcarsi soltanto a sollevarla con una canna da pesca”.
Marco Travaglio non ha ancora perso del tutto la speranza che Matteo Renzi, alla fine
“farà qualcosa di buono”,
ma a leggere l’articolo, che non si può che condividere, le cose stanno volgendo al peggio:
“se il buongiorno si vede dal mattino c’è poco da stare allegri. […] La maschera di Matteo Renzi è caduta : la rottamazione era un bluff, una trovata propagandistica per prendere il potere, raggiunto il quale il rottamatore si comporta come il più decrepito dei partitocrati Ancien Regime”.
L’analisi dei singoli viceministri e sottosegretari è impietosa:
“Gli inquisiti sono addirittura quattro: il 10 per cento, un’ottima media che fa impallidire quella di Letta. Tutti e quattro sono targati Pd: Francesca Barracciu, Umberto del Basso de Caro, Vito De Filippo e Filippo Bubbico.
I primi tre rispondono di peculato per le ruberie sui rimborsi regionali. La sarda Francesca Barracciu, in quanto indagata, non poteva essere candidata a governatore di Sardegna, ma fare il sottosegretario può eccome. Alla Cultura, ovviamente.
Il campano Umberto del Basso de Caro, gestirà le Infrastrutture con l’ottimo ministro Maurizio Lupi (anche lui inquisito da ieri per abuso a Tempio Pausania)
Filippo Bubbico: essendo sotto processo a Potenza per abuso d’ufficio, rimane a pie’ fermo viceministro dell’Interno.
L’ex governatore lucano Vito De Filippo dovette dimettersi l’anno scorso con tutta la giunta indagata in blocco, dunque ora si divide fra l’inchiesta per peculato e il ministero della Salute”.
L’esame di Marco Travaglio prosegue con altri due nominati alle Infrastrutture :
“il sottosegretario Ncd Antonio Gentile, celebre per aver candidato Berlusconi al Nobel per la Pace e per aver bloccato le rotative de L’Ora della Calabria per occultare la notizia del figlio indagato;
il viceministro socialista Riccardo Nencini, amicone di Riccardo Fusi asso pigliatutto della cricca della Protezione civile”.
Le nomine al Ministero della Giustizia segnano
“anche ufficialmente il ritorno di Silvio Berlusconi al governo per interposti viceministro Enrico Costa (ora Ncd) e sottosegretario Cosimo Ferri”.
Di Ferri, Marco Travaglio elenca una serie di fatti che, senza avere rilevanza penale
“(il suo nome salta fuori dalle intercettazioni di alcuni fra gli scandali più vergognosi degli ultimi anni: Calciopoli, loggia P3 e caso Agcom-Annozero”),
basterebbe
“almeno per tenerlo lontano dalla Giustizia”.
Del neo-viceministro alla Giustizia, Enrico Costa, Marco Travaglio rircorda che
“nella scorsa legislatura, da capogruppo Pdl in commissione Giustizia, firmò come autore o promotore o addirittura relatore tutte le peggiori leggi vergogna approvate o tentate dalla banda Berlusconi: lodo Alfano 1 e 2, legittimo impedimento, processo breve, processo lungo, prescrizione breve, bavaglio-intercettazioni e altre porcate”.