Marco Travaglio: Renzi bullo in Europa, dove ridono di noi perché siamo ridicoli

Pubblicato il 23 Marzo 2014 - 09:23 OLTRE 6 MESI FA
Travaglio: Renzi fa il bullo in Europa, dove ridono di noi perché siamo ridicoli

Matteo Renzi con Maria De Filippi. Un conto è una comparsata ad Amici, un conto trattare con i leader in Europa

Non esiste, per Marco Travaglio, migliore ritratto della classe politica italiana del film di Fantozzi sulla gara ciclistica aziendale, in particolare riferimento agli ultimi tre anni in cui i nostri Governi e i Parlamentari e i Partiti sono stati alle prese con i trattati e i vincoli europei.

Il film è quello in cui il visconte Cobram – nuovo megadirettore totale, fanatico della bicicletta –annuncia ai dipendenti la prossima gara ciclistica aziendale.

Tutti aderiscono ma per puro servilismo rilanciano sulla lunghezza e così i chilometri da 20 diventano 70 e i risultati sono prevedibili:

“Il giorno dopo in sala mensa entrò un plotone di supermutilati di tutte le guerre”.

Passando alla attualità politica, Marco Travaglio scrive:

“Abbiamo firmato tutto: non solo l’Europlus e il Fiscal Compact, ma anche il Six Pack (nomen omen) che rivedeva il vecchio Patto di Stabilità e ci imponeva il traguardo del pareggio di bilancio. Non contenti, grazie a Berlusconi, ci siamo pure fatti mandare la lettera dalla Bce per anticipare le scadenze.

Ma tutto ciò pareva ancora troppo poco, così sotto il regno Napolitano – Monti il Parlamento urlò all’unisono: “Di più, di più, siiii, siiii, ancora, ancora!”, come i sadomasochisti che si fanno frustare, poi picchiare, poi tagliare, e non ne hanno mai abbastanza. E il pareggio di bilancio –furbi, noi- l’abbiamo inserito addirittura nella Costituzione in tutta fretta.

Roba che neanche Fantozzi e Tafazzi messi insieme.

Il ddl che riformava gli articoli 81, 97, 117 e 119 della Carta (riscritti fra l’altro coi piedi) fu presentato dal morente governo B. il 7 settem- bre 2011, ma sfondava una portaaperta perché simile aquelli avanzati daPd (primafirma quel gran genio di Bersani) e Terzo Polo.

Il 17 aprile2012 era tutto fatto: doppia lettura Camera-Senato in 7 mesi e niente referendum, vista la maggioranza del 99% (in due letture, complessivi tre No alla Camera e 11 al Senato).

Il Fatto , il manifestoe pochi altri piccoli giornali pro- varono a far notare lafollia. Ma i giornaloni di destra, sinistra ecentro turibolavano sull’Italia sobria e virtuosa che faceva “i compiti a casa”.

A parte gli eroici ex dc Iannacone e Cutrufo e il vecchio LaMalfa, nessuno si alzò in Parlamento per domandare ai colleghi se fossero diventati matti: ci furono invece alcuni dissenzienti, come Cazzola e Della Vedova (ora nell’Ncd e in Sc), che invocavano norme ancor più giugulatorie.

Siii, daiii, ancoraaaa, di piùùù!

Tra i pasdaran del pareggio di bilancio in Costituzione, c’erano quasi tutto il futuro governo Renzi e la sua maggioranza, ma anche gran parte della cosiddetta opposizione (i 5Stelle, contrarissimi, non c’erano ancora). E Renzi mica andava all’asilo: era già sindaco a Firenze e candidato a segretario del Pd. Ma non disse una parola.

Ora Matteo Renzi fa il bullo in Europa (“non sono qui a prendere ordini”), reclama deroghe al tetto del 3%deficit-pil e, siccome siamo al 2,6%, annuncia che saliamo al 3. Qualcuno, per favore, lo informi che l’Europa non ci ha imposto nulla: è l’Italia che s’è messa in gabbia da sola.

E non s’è impegnata a fermarsi al 3%, ma a tagliare il traguardo del pareggio strutturale di bilancio, cioè lo zero%. Quindi il 2,6 non significa che possiamo risalire un po’, ma che dobbiamo ancora scendere di parecchio.

Se in Europa ridono a crepapelle non è perché ce l’hanno con noi: è proprio perché siamo ridicoli”.