Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano: Denis creator

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Settembre 2015 - 08:58 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano: Denis creator

Marco Travaglio su Il Fatto Quotidiano: Denis creator

ROMA – Marco Travaglio ha scritto sul Fatto Quotidiano di sabato 26 settembre 2015 un editoriale dal titolo “Denis Creator”. Il direttore del quotidiano si sofferma ad analizzare il nuovo disegno di legge costituzionale sul Senato (che tanto ha fatto discutere, sia in Parlamento che sui giornali), soffermandosi su anomali e incongruenze. Ecco una parte del suo articolo:

Ma gli autori della nuova Costituzione Italiana sono italiani? E, se sì, in che lingua parlano e scrivono? La domanda sorge spontanea se si leggono, per esempio, i commi 2 e 5 dell’articolo 2 del ddl costituzionale Boschi & C. sul nuovo Senato.

Il comma 2 riguarda chi elegge i senatori ed è già stato approvato con “doppia conforme” (testo identico) a Palazzo Madama e a Montecitorio, dunque il governo non vuole toccarlo neppure sotto tortura: “I Consigli regionali e i Consigli delle Province autonome di Trento e di Bolzano eleggono, con metodo proporzionale, i senatori tra i propri componenti e, nella misura di uno per ciascuno, tra i sindaci dei Comuni dei rispettivi territori”.

Il comma 5 invece riguarda la data di scadenza: “La durata del mandato dei senatori coincide con quella degli organi delle istituzioni territoriali nei quali sono stati eletti”. Siccome nella prima versione del Senato si dice “nei quali”e in quella della Camera “dai quali”, non c’è stata doppia conforme, dunque il governo –bontà sua –concede che il comma 5 venga emendato: infatti è lì che vuole riversare l’emendamento Boschi-Finocchiaro per accontentare la sinistra Pd che chiede il Senato elettivo. L’emendamento aggiunge, dopo le parole “dai quali sono stati eletti…”, questo periodo: “…in conformità alle scelte espresse dagli elettori per i candidati consiglieri in occasione del rinnovo dei medesimi organi, secondo le modalità stabilite dalla legge”.

Già è stravagante che, al comma 5 dedicato alla durata dei senatori, si aggiunga una frase su chi li nomina, anziché inserirla al comma 2 dedicato a chi li nomina (un errore blu che sarebbe già riprovevole in un regolamento condominiale, figurarsi nella Costituzione repubblicana). Poi c’è un problema di forma, che poi è di sostanza: alla fine, questi benedetti senatori, chi li decide? Li “eleggono” i Consigli regionali, come dicono il comma 2 e la prima metà del 5, oppure li “scelgono” gli elettori, come afferma la seconda metà del comma 5? Il contrasto insanabile fra maggioranza e minoranza del Pd finisce dritto e filato, ma soprattutto irrisolto, nell’art. 2 del ddl Boschi&C. che modifica l’art. 57 della Costituzione.

Per cui, quando gli insegnanti di diritto del futuro dovranno spiegare ai loro studenti perché nell’articolo 57 della Costituzione non si capisce una mazza, diranno così: “Sapete, ragazzi, nel 2015 l’Italia era governata da una banda di squilibrati che, pur di fare alla svelta qualche ‘riforma’ purchessia, non erano d’accordo su nulla e capivano ancor meno, così si lottizzavano pure i commi: uno e mezzo a Renzi e mezzo a Bersani.