Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Dal dire No al votare No”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Marzo 2015 - 08:15 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "Dal dire No al votare No"

La prima pagina del Fatto Quotidiano

ROMA – “Dal dire No al votare No” è il titolo dell’editoriale a firma di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano di martedì 10 marzo: “Oggi la Camera vota in seconda lettura (su quattro) la cosiddetta riforma della Costituzione, con il nuovo Senato e il nuovo titolo V sulle autonomie locali. Il nuovo titolo V è una buona idea, e va a correggere la pessima della legge costituzionale imposta a colpi di maggioranza dal centrosinistra nel 2001, riportando allo Stato alcune competenze ora sparpagliate fra i vari enti locali con interminabili conflitti fra i vari centri di potere e di spesa: dovrebbe essere stralciato dal resto della “riforma” per essere approvato da tutti senza ostacoli”.

“Il nuovo Senato invece è una pessima idea, per i motivi che hanno spinto il Fatto l’estate scorsa a lanciare una petizione “Contro i ladri di democrazia” e oltre 350 mila cittadini a firmarla, allarmati per quella che illustri costituzionalisti hanno definito – in combinato disposto con la legge elettorale Italicum – una “svolta autoritaria” (vedi Rodotà a pag.2). In sintesi.

1) Un pugno di capi-partito continueranno a nominarsi due terzi dei deputati a propria immagine e somiglianza (con i capilista bloccati per la Camera).

2) Anziché abolire – come promesso – il Senato (scelta discutibile, ma che avrebbe almeno il pregio della chiarezza e del risparmio), lo si mantiene con poteri decorativi e organici ridotti a un terzo, e si abolisce l’elezione dei senatori, che saranno anch’essi nominati dalla Casta (5 dal capo dello Stato e 95 dalle Regioni, di cui 74 consiglieri regionali e 21 sindaci) e per giunta blindati con l’immunità-impunità.

3) Il Parlamento diventerà anche di diritto lo zerbino di un premier-padrone, “uomo solo al comando” senza controlli né contrappesi, con una maggioranza spropositata su un solo partito (premio alle liste, anziché alle coalizioni) che gli permetterà di scegliersi personalmente, oltre ai parlamentari, anche un presidente della Repubblica ad personam e parti significative della Corte costituzionale, del Csm e della Rai, mortificando le opposizioni, indebolendo i poteri di controllo e influenzando vieppiù la magistratura e l’informazione. Questo cocktail obbrobrioso veniva giustificato con la lealtà al Patto del Nazareno con B.: ma, se è vero – come dicono tutti – che quel patto è saltato, non c’è alcun motivo di perseverare a rispettarlo. Basterebbe azzerare l’Italicum e tornare al Mattarellum (o, meglio ancora, copiare il sistema francese a doppio turno); e, quanto alla Costituzione, diversificare i ruoli delle due Camere, lasciandole elettive e dimezzando il numero e lo stipendio dei parlamentari (…).”