Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “FiRenzi Capitale”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Settembre 2015 - 08:10 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "FiRenzi Capitale"

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “FiRenzi Capitale”

ROMA – “Vergini di servo encomio – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – ma patriotticamente dedite a celebrare la Città Natia di cotanto Premier, le Poste Italiane hanno virilmente emesso uno speciale annullo filatelico per ricordare l’ingiustamente negletto 150° anniversario dell’erezione di Firenze a Capitale d’Italia”.

L’editoriale di Marco Travaglio: Il solenne francobollo, subito andato a ruba fra i migliori collezionisti, effigia con la dovuta evidenza un rigoglioso e pettoruto Giglio Rosso, accanto al Palazzo Vecchio – che per cinque anni ebbe l’onore di ospitare l’Augusto Sindaco – circonfuso di un’aureola tricolore. La scritta “150° Firenze Capitale d’Italia 1865-2015” sovrasta nettamente quella che, in corpo minore, rammenta l’ingiusto scippo del titolo già nel 1870 a vantaggio della più provinciale Urbe capitolina. E l’importo di 0,80 euro è un omaggio alla Grande Riforma degli Ottanta Euro. Ora s’impone un Regio Decreto dal titolo “Firenze Capitale 2015-in saecula saeculorum” per riparare al torto subìto dalla Predappio renziana e riportare la Capitale sulle ubertose rive dell’Arno. Sarà poi cura del Comitato Olimpico Roma 2024 riconvertirsi in “Firenze 2024”, con speciali discipline che andranno dal calcio storico fiorentino al salto nel cerchio di fuoco, dalla marcia al passo dell’oca al sollevamento pesi con la lingua, con unico concorrente – il Caro Premier – e unico arbitro: Gianni Riotta.

Il quale, stando a Renzi come Emilio Fede stava a B. e Achille Starace a M., potrà ripetere i fortunati omaggi testé sperimentati al Forum Ambrosetti di Cernobbio. Nell’ordine: “Potete dare il benvenuto al Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Siete testimoni del Suo debutto qui al Forum di Villa d’Este. Poi un domani ai vostri nipoti potrete dire: io c’ero, quella volta!”. E ancora, siccome le mani degli astanti restavano gufescamente immobili, il piccolo rinforzìno gravido d’empito patrio: “Siamo qui con il Presidente del Consiglio: era detto perché voi faceste un applauso!”. E infine, dopo la spontanea standing ovation, l’ultimo slancio gonfio di trasporto nazionale: “Non sono il portavoce di Renzi, ma del suo portavoce Filippo Sensi!”. E giù un altro applauso, al portavoce e pure al portavoce del portavoce. L’Impero dei Sensi. Salutiamo nel Premier il Rifondatore del Senato! Saluto al Premier! Eja eja alalà! (…).