Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “L’audace colpo dei soliti noti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Agosto 2015 - 08:10 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "L’audace colpo dei soliti noti"

Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “L’audace colpo dei soliti noti”

ROMA – “Nell’estate del 1994 – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – approfittando delle vacanze e dei Mondiali di calcio negli Usa, il governo Berlusconi I si prese tutto in due giorni e quattro mosse. Il 12 luglio cambiò il vertice Rai, piazzando la Moratti al posto degli odiati (dai partiti) “professori”. E il 13 luglio convocò il Consiglio dei ministri durante la semifinale Italia-Bulgaria, varando alla chetichella tre decreti-vergogna: il condono che salvava le imprese coinvolte in Tangentopoli dalla legge Merloni del 1993 sugli appalti; il condono fiscale, pudicamente ribattezzato “concordato” da Tremonti, per salvare un bel po’ di evasori; e il decreto Biondi, che proibiva la custodia cautelare in carcere per i colletti bianchi e chiudeva violentemente Mani Pulite (decreto poi ritirato da B. a furor di popolo, di Bossi e di Fini)”.

L’articolo di Marco Travaglio: Renzi non è B., ma vorrebbe tanto. E sempre in piena estate, nel giro di pochi giorni, nell’ordine: ha ripristinato di fatto l’immunità parlamentare proclamando che il Parlamento non deve fare “il passacarte delle Procure” e può salvare dalle manette l’Azzollini di turno senz’alcuna prova di fumus persecutionis (basta dire che “potrebbe esserci”, con tanti saluti all’autonomia dei giudici e alla Costituzione); e ha occupato la Rai dettando da Tokyo un Cda e un Dg che più mediocri e obbedienti non si poteva; infine ha coperto il tutto nominando a presidente (carica perlopiù onorifica) la giornalista Monica Maggioni, direttora di RaiNews24, bella presenza, “appena cinquantenne” e soprattutto donna. Un po’ di fumo negli occhi per nascondere la resurrezione del Nazareno in soli due giorni. La Maggioni piace a tutti, da Renzi a B. al montiano Gubitosi, ma conterà poco o nulla. Il vero potere sarà nelle mani di Antonio Campo Dall’Orto, ex berlusconiano poi lettiano ora renziano, ma soprattutto grande esperto di superstipendi, buchi di bilancio e ascolti da prefisso telefonico nell’unica esperienza televisiva degna di nota: quella a La7 nell’èra Tronchetti Provera, quand’era considerato il portachiavi di Afef. Siccome B. non fa nulla gratis, specie nel ramo tv, sapremo presto quante vicedirezioni generali e quante direzioni di rete e di tg gli hanno promesso, oltre ai due posti nel Cda, in cambio dei suoi voti decisivi con la maggioranza. Senza contare che l’aurea mediocrità di tutta l’operazione non può che rallegrare Mediaset, dove B. non avrebbe mai nominato nessuno dei neoconsiglieri Rai, men che meno quelli scelti da lui (Diaconale e Mazzuca) (…).