Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: “Mezzo su mille ce la fa”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Aprile 2015 - 07:00 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano: "Mezzo su mille ce la fa"

La prima pagina del Fatto Quotidiano

ROMA – “Mezzo su mille ce la fa” è il titolo dell’editoriale a firma di Marco Travaglio sulle pagine del Fatto Quotidiano.

Chi l’avrebbe mai detto: indifferenti ai cosiddetti “costi della democrazia”, insensibili al presunto “primato della politica”, per nulla commossi dal grido di dolore dei partiti in bolletta che piangono miseria dopo l’abolizione del finanziamento pubblico diretto, anzi piuttosto scandalizzati dalle loro fonti di sostentamento alternative (rimborsi istituzionali per spese private, tangenti mascherate da donazioni a fondazioni e aziende vinicole, oltre – si capisce – alle vecchie care mazzette), gli italiani non hanno alcuna intenzione di foraggiare la Casta.

Anche quando è gratis perché paga lo Stato: solo 16.518 contribuenti sui 41 milioni (0,4 su mille) hanno approfittato dell’occasionissima offerta dalla legge Letta di destinare il 2 per mille delle loro tasse al loro partito. O perché un partito non ce l’hanno, o perché sono disposti al massimo a votarlo, non certo a foraggiarlo. La riforma aveva fissato in 7,7 milioni l’anno il tetto massimo dei contributi, vedi mai che i contribuenti inondassero di dobloni i partiti. Nel 2014 sono arrivati la miseria di 325.711 euro, da suddividere fra le varie sigle: 199 mila al Pd, 24 mila a FI, 23 mila a Sel, 16 mila a Sudtiroler, 9.600 al Psi (quando c’è da incassare c’è sempre), 9.300 a FdI, 4 mila a Union Valdotaine, 3 mila a Udc, 656 al Partito tirolese. Perciò (come racconta Wanda Marra a pag. 5) i tesorieri dei partiti hanno preso a riunirsi in conciliaboli carbonari, in catacombe e sottoscala, per studiare il da farsi prima di dichiarare bancarotta. Scartate le rapine in banca, troppo rischiose, l’idea che va per la maggiore è ripristinare il finanziamento pubblico diretto. Ma non si escludono proposte alternative, decisamente meno impopolari. Casa chiusa, partito aperto.

L’iniziativa, che viene incontro all’esigenza di modernizzare, regolamentare e tassare la prostituzione levandola dai marciapiedi, prevede l’affidamento delle nuove case di appuntamento alle fondazioni di partiti e singoli politici, che oggi si barcamenano in attività culturali perlopiù fittizie o inutili, mentre in futuro potranno rendersi utili gestendo bordelli attraverso maîtresses lottizzate per correnti, in base ai voti delle primarie: 80% alla renziana Katiusciah, 20 per cento alla minoranza interna che si è subito divisa fra la bersaniana Marisa, la cuperliana Barbara, la fassiniana (nel senso di Fassina) Genoveffa, la dalemiana Cesarina e la civatiana Luisa. Unica controindicazione: la ferma ostilità di Forza Italia, il cui leader teme di perdere il monopolio del settore. Chi vuol esser detenuto.

Il nuovo gioco a premi per rimpolpare le casse vuote, abbinato alla LotteriaOgni lunedì gli italiani potranno acquistare un Grattaevinci su cui dovranno indovinare i nomi dei politici arrestati e indagati nel corso della settimana. Il ricavato andrà al partito che riuscirà a totalizzare più nuovi detenuti e inquisiti. L’idea, lanciata comprensibilmente dal tesoriere del Ncd, ha suscitato le immediate proteste di FI per la concorrenza sleale. Balle a tassametro. I renziani rilanciano con un’idea moderna e innovativa, subito appoggiata da Salvini: più menti, più incassi. Un’Authority indipendente, scelta con gli stessi criteri di imparzialità del nuovo Cda Rai, quindi nominata dal governo, premierà ogni mese la bugia più grossa di un politico, a cui assegnerà un bonus in denaro esentasse.

Contraria Forza Italia: il suo leader, dall’avvento di Renzi, è fuori forma. Olgettine Panini. Gli azzurri, in evidente conflitto d’interessi, insistono per un nuovo album di figurine, le Olgettine Panini: al posto dei calciatori o dei protagonisti dei cartoons, si collezionano immagini di ragazze allegre, maggiorenni e non. Vista l’età media degli elettori berlusconiani, si è pensato di rinverdire i fasti del programma radiofonico I 4 moschettieri trasmesso dall’Eiar fra il 1934 e il 1937 (primo compleanno di B.), che faceva incontrare gli eroi di Dumas con personaggi del cinema e della mitologia: il tutto abbinato a un concorso legato a una raccolta di figurine ispirate ai personaggi coinvolti nei racconti, presenti nei prodotti Buitoni e Perugina e nei pacchetti di sigarette; l’handicap era quella, introvabile, del feroce Saladino. Che, nella versione moderna, è la nipote di Mubarak. Possibili gli scambi di doppioni fra concorrenti: tre Polanco per due gemelle De Vivo e così via (…)