Marco Travaglio sul Fatto: “Vergognatevi, why not?”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Ottobre 2015 - 08:18 OLTRE 6 MESI FA
Marco Travaglio sul Fatto: "Vergognatevi, why not?"

Marco Travaglio sul Fatto: “Vergognatevi, why not?”

ROMA – “È passato così tanto tempo (otto anni) dall’inchiesta Why Not – scrive Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano – che è impossibile cogliere la portata dell’assoluzione di Luigi De Magistris e Gioacchino Genchi al termine di uno dei processi più assurdi e scandalosi della storia recente. Sono vent’anni che sentiamo parlare di “processi politici”, a proposito dei processi “ai politici” per reati comuni”.

L’editoriale di Marco Travaglio: Questo non riguardava politici, ma due servitori dello Stato, perseguitati proprio per averlo servito senza guardare in faccia a nessuno, come impone la Costituzione: un pm fucilato dal Csm (e poi entrato in politica) e un poliziotto cacciato dalla polizia, per aver fatto entrambi il proprio dovere. I processi servono a stabilire se un indiziato è colpevole o innocente: con De Magistris e Genchi si decise subito che erano colpevoli, dopodiché si cercò il modo di processarli. E lo si trovò, grazie a un pugno di magistrati pronti – anzi proni – a tutto pur di compiacere l’amplissimo e trasversale fronte politico-affaristico che aveva dichiarato guerra ai due reprobi con la collaborazione della stampa più serva d’Occidente.

Tutto comincia nel 2007, quando De Magistris a Catanzaro inizia a indagare sul grumo di potere che da tempo immemorabile tiene sequestrata la Calabria, e non solo quella, con complicità anche togate, imbattendosi in una miriade di personaggi poi emersi in altre indagini (da Bisignani a Mercuri). A Roma, ai massimi livelli, si decide che va fermato. In pochi mesi i suoi capi gli scippano le indagini, gli investigatori e i consulenti vengono cacciati e infine il Csm trasferisce lui, col divieto di fare mai più il pm. Lui denuncia i colleghi insabbiatori e ne viene a sua volta denunciato alla Procura competente di Salerno. L’inchiesta a suo carico si chiude col proscioglimento, mentre quella sui suoi persecutori accerta che ha ragione lui. Vistisi negare le carte che lo provano, tre pm di Salerno vanno a prenderle con la forza, perquisendo le toghe calabresi indagate, le quali a loro volta indagano (senza competenza alcuna) quelle salernitane. A quel punto si muove addirittura il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, delegittimando i pm di Salerno, col solito coro di penne alla bava che s’inventa uno “scontro fra procure”. Poi il Csm fa fuori anche loro. Uno sterminio di massa: chiunque osi sfiorare De Magistris salta. Le interferenze del Quirinale in quel groviglio di processi le rivela Barbara Spinelli, citando varie lettere e un colloquio in cui Re Giorgio si sfoga contro il presunto “protagonismo” di De Magistris (…).