Marina Berlusconi: “Non siamo il bancomat di De Benedetti”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 12 Dicembre 2013 - 09:33 OLTRE 6 MESI FA

marina berlusconi il giornaleROMA – De Benedetti contro Berlusconi, Berlusconi contro De Benedetti la guerra continua in tribunale e sui giornali. L’ultima bordata l’ha sparata il Gruppo Cir, fondato da Carlo De Benedetti e ora in mano al figlio Rodolfo De Benedetti, con una richiesta di altri 30 milioni di euro per danni a vario titolo da aggiungere ai 494 milioni già sborsati da Fininvest, la holding di Berlusconi di cui è a capo la figlia Marina Berlusconi.

La notizia, anticipata mercoledì mattina dal Corriere della Sera, è stata poi confermata dalle agenzie di stampa:

“La Cir conferma di avere avviato presso il Tribunale di Milano una causa civile contro Fininvest per i “danni non patrimoniali subiti nella vicenda del Lodo Mondadori”. La causa, si spiega, è la “naturale conseguenza del giudizio di Cassazione del settembre 2013 che, confermando quanto in precedenza già deciso sia dal Tribunale sia dalla Corte di Appello di Milano, ha accertato il diritto di Cir al risarcimento anche del danno non patrimoniale, e ne ha rinviato la liquidazione ad apposito nuovo giudizio civile. Cir ha quantificato il danno subito in circa 30 milioni di euro”.

L’agenzia Agi ha rilanciato, nella stessa giornata di mercoledì, la replica di Marina Berlusconi:

“La società nella sua richiesta tira fuori addirittura presunti danni psicologici, per la precisione ‘i gravissimi stress e disagi nella sfera psichica ed emotiva degli esponenti di Cir’, a cominciare da De Benedetti. Detta da chi ha raddrizzato i suoi bilanci proprio grazie all’esproprio assurdo sul Lodo Mondadori, c’è da rimanere senza parole. Piuttosto che sui danni psicologici di De Benedetti, credo sarebbe doveroso riflettere sui danni reali e gravissimi che questa vicenda giudiziaria ha davvero provocato. Ad aziende sane come le nostre, che pagano ogni anno centinaia di milioni di euro di tasse e che danno lavoro a migliaia di persone. Ma anche al rispetto della verità e della giustizia di questo Paese”.

Giovedì la cannonata del Giornale, di cui è proprietario Paolo, fratello di Silvio Berlusconi, con un articolo in prima pagina di Patricia Tagliaferri:

“Orgoglio Marina, non siamo il bancomat di De Benedetti” dice il titolo, accanto a una foto di Marina Berlusconi quasi ieratica nel volto, quasi che il martirio del denaro fosse comunque un buon trampolino per il lancio di una possibile leader di Forza Italia in caso di elezioni a breve.

Nel sommario trasuda marezza:

“Pure gli alfaniani spingono per gli aiutini a Sorgenia”.

Nel suo articolo, Patricia Tagliaferri ha scritto

(…) «Non è bastato l’esproprio da 494 milioni di euro che ci è stato inflitto per un danno mai subì­to da De Benedetti », attacca Ma­rina Berlusconi, sconcertata da come si è arrivati a motivare e a quantificare questo «danno ine­sistente ». «Come fa la Cir a la­mentare uno “smac­co imprenditoriale” ingiustamente subi­to – si chiede il presi­dente della Fininvest – quando lo stesso De Benedetti della sparti­zione Mondadori si disse soddisfattissi­mo, e a ragion vedu­ta, avendone tratto so­lo vantaggi?».

Quello che alla fi­glia del Cavaliere sembra davvero in­cr­edibile è che l’Inge­gnere abbia tirato fuo­ri presunti danni psi­cologici: «Detto da chi ha raddrizzato i suoi bilanci proprio grazie all’esproprio assurdo sul Lodo Mondadori, c’è da ri­manere senza paro­le. Piuttosto credo sa­rebbe doveroso riflet­tere sui danni reali e gravissimi che que­sta vicenda giudizia­ria ha davvero provo­cato. Ad aziende sa­ne come le nostre, che pagano ogni anno centina­ia di milioni di euro di tasse e che danno lavoro a migliaia di persone, ma anche al rispetto della verità e della giustizia di questo Paese».

Anche Andrea Cuomo, sempre sul Giornale, scrive

Si chiama 6.3000. È l’emendamento salva-Sorge­nia alla legge di Stabilità presen­tato lo scorso 24 novembre in commissione Bilancio del Se­nato dai relatori, l’Ncd Antonio D’Alì e il Pd Giorgio Santini. (…) Il signifi­ca­to sono un centinaio di milio­ni per la Sorgenia, il gestore del­l’energia che per l’80 per cento appartiene alla Sorgenia Hol­ding, la quale a sua volta è con­trollata per il 65 per cento dalla Cir di Carlo De Benedetti,l’edi­tore di Repubblica (il restante 35 è degli austriaci di Verbund).

Spieghiamo: quello che il comma dell’emendamento (espresso nel comma 99 del ma­xiemendamento) garantisce a partire dal prossimo anno è il cosiddetto capacity payment . Un risarcimento per le centrali non rinnovabili costrette in panchina. La normativa infatti dà la priorità all’energia rinno­vabile, quella vetusta fa da po­lizza assicurativa per eventuali insufficienze produttive, ma viene premiata per il fatto di esi­stere. Un giochino che interes­sa Enel e anche altri gestori, ma soprattutto Sorgenia. Che con­ta su quattro centrali, ad Apri­lia, Termoli, Modugno e Tura­no, tutte con ciclo combinato a gas naturale e con una capacità di 2.370 Mw. Il calcolo lo abbia­mo già fatto ieri: se il capacity payment sarà di 35mila euro a Mw, il regalino del governo alla Sorgenia di De Benedetti sarà di circa 100 milioni (…)