Marò, “l’8 settembre del governo Monti”. Il punto di Stefano Folli

Pubblicato il 27 Marzo 2013 - 10:17| Aggiornato il 16 Novembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Non è più l’8 settembre della Farnesina ma dell’intero governo Monti”. Questo il Punto di Stefano Folli all’indomani delle improvvise dimissioni del ministro Terzi in merito alla vicenda dei marò, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, rispediti in India contro il suo volere. Secondo l’editorialista del Sole 24 Ore l’addio di Terzi è un duro colpo all’esecutivo Monti. Forse il colpo di grazia ad un governo uscente “che non riesce più a tenere la scena e perde i pezzi nel modo più inglorioso“.

Secondo Folli, il gesto di Terzi è stato devastante per il governo tecnico ma in particolare per Mario Monti:

Terzi ha compiuto un gesto del tutto irrituale, il cui effetto è di rovesciare tutte le contraddizioni sul premier, obbligandolo a presentarsi oggi alle Camere per riferire in prima persona circa una vicenda i cui lati oscuri non sono pochi

Scrive ancora Folli:

Si è detto che siamo di fronte a un piccolo 8 settembre della diplomazia italiana. Può darsi, ma la mossa improvvisa e certo emotiva del ministro degli Esteri rovescia su altri, e in particolare sul premier, il dovere di spiegare il come e il perché di questa disfatta. Non è più l’8 settembre della Farnesina, ma di un intero governo di impronta tecnocratica che non ha saputo e non ha voluto dipanare la matassa con la necessaria sapienza politica. Ne deriva un ulteriore fattore di debolezza e di instabilità per un paese che non riesce a uscire dalle sue incertezze politico-istituzionali. Come gli affanni di Bersani dimostrano chiaramente. 

Tra le dimissioni di Terzi e le incertezze su Bersani, spiega Folli, si è creato “un corto circuito che impone di restituire al più presto un Governo al Paese” per arginare il dilagare di una “crescente debolezza istituzionale”.