Massimo Cioffi neo direttore Inps voluto da Boeri. Usb: non ha requisiti legge

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Aprile 2015 - 16:30 OLTRE 6 MESI FA
Massimo Cioffi neo direttore Inps voluto da Boeri. Usb: non ha requisiti legge

Tito Boeri

ROMA – Massimo Cioffi, neo direttore dell’Inps nominato dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti non avrebbe i requisiti di legge per ricoprire l’incarico. A scriverlo, precisando che la nomina è stata fortemente voluta dal neo presidente Inps Tito Boeri, è Marco Palombi per il Fatto Quotidiano.

 

Non iniziamo benissimo. La nuova Inps targata Tito Boeri accademico, fondatore de lavoce.info, editorialista di Repubblica – inizia con un (piccolo?) strappo alle regole finora notato solo dall’Usb, l’Unione sindacale di base. Massimo Cioffi, il direttore generale che il neopresidente Boeri ha imposto (“o lui o anch’io rifiuto l’incarico”) al ministro del Lavoro Giuliano Poletti – che teoricamente vigila sull’ente previdenziale – non ha i requisiti di legge per quella carica. La cosa, a essere un po’ maliziosi, si nota persino nel decreto di nomina firmato da Poletti. Vediamo perché.

QUESTE LE NORME. La materia è regolata da una legge del 1989, che all’articolo 12 comma 3 (non a caso citato nei decreti di nomina) recita quanto segue: “II direttore generale è scelto tra i dirigenti generali dell’Istituto ovvero tra esperti delle discipline attinenti ai compiti dell’Istituto stesso”. Tradotto: o si tratta di un dirigente dell’Inps o di un esperto in materia di previdenza o assistenza (welfare), che sono i “compiti” dell’Istituto. Massimo Cioffi, che pure è un manager di alto livello, non è mai stato un dipendente dell’Inps, né s’è mai occupato di previdenza e assistenza: la sua carriera è stata quasi tutta in Enel, dove è stato apprezzato capo del personale dal periodo della liberalizzazione/ privatizzazione fino all’anno scorso.

Come raccontò lui stesso a Panorama qualche anno fa, nel 2000 Enel contava 72.500 dipendenti in Italia, nel 2011 36.800 (al netto della cessione di alcune attività e di 10.500 assunzioni): “Erano tutte persone difese dall’articolo 18 e, nonostante questo, abbiamo avuto solo tre giorni di sciopero in 12 anni” (il che, a pensarci bene, non dovrebbe tranquillizzare troppo i dipendenti Inps). Ha scritto Usb in un comunicato: “Probabilmente il dottor Cioffi potrà risultare alla fine anche il miglior direttore generale che l’Inps abbia mai avuto, ma sta di fatto che la sua nomina non è conforme a quanto previsto dalle norme ed è un pessimo segnale”. Lui stesso lo ha candidamente ammesso nel suo primo incontro con le organizzazioni sindacali. I termini sono all’ingrosso questi: non ho esperienza in questo settore, mi sono sempre occupato d’altro, ma adesso mi metto sotto per recuperare.

Il problema dei requisiti – come testimoniano le molte segnalazioni arrivate anche al Fatto Quotidiano – è dato quasi per scontato dentro l’ente previdenziale e, come detto, se ne scorge traccia persino dentro al decreto di nomina firmato dal ministro Poletti (questo, ovviamente, nella migliore delle ipotesi, essendo l’altra una certa di strazione nell’applicazione della legge). Anche qui, andiamo con ordine. La nomina formale a presidente dell’Inps di Tito Boeri è del 16 febbraio scorso. La proposta di Cioffi come nuovo dg è del 25 febbraio, la ratifica di Poletti di due giorni dopo. È da questo testo, di cui // Fatto è in possesso, che sono tratte le prossime citazioni. Come al solito si comincia dalla normativa di riferimento – a partire dall’articolo 12 della legge 88 del 1989 di cui abbiamo già parlato – ma alla fine tra le fonti c’è un paragrafo abbastanza irrituale: vista la proposta di Boeri, si legge, “nella quale è stato ritenuto che lo stesso sia in possesso di una condivisa e articolata esperienza gestionale nell’ambito di grandi e complesse organizzazioni ed è un esperto sui temi attinenti ai compiti dell’Istituto”.

Il ministro del Lavoro, in sostanza, fa dire al presidente dell’Inps che la nomina è conforme alla legge del 1989: lui, evidentemente, non ha gli strumenti, il tempo o la voglia per controllare l’affermazione.

IN GENERE, invece, il dicastero vigilante si assume il compito di vigilare. Il decreto di nomina del precedente direttore generale Mauro Nori (2009), quanto al tema requisiti, è infatti di tenore assai differente: “Considerato il curriculum vitae del dottor Mauro Nori, dal quale si evince la comprovata e qualificata esperienza professionale, nonché la specifica e adeguata competenza acquisita nell’ambito dell’attività svolta in qualità di direttore generale facente funzioni”.