ROMA -Pierluigi Bersani spendaccione opposto a Matteo Renzi risparmiatore? La polemica tra partito pesante e partito leggero divampa nel Pd e volano gli stracci. La polemica tracima, lambisce Walter Veltroni.
ROMA – Francesco Bonifazi, tesoriere del Pd targato Renzi, ha detto – dal palco della festa dell’Unità di Firenze – che la segreteria di Pier Luigi Bersani costava al Pd un milione di euro all’anno.
Annalisa Cuzzocrea su Repubblica racconta:
“Si parlava del buco di bilancio di 11 milioni di euro, ed è stato a quel punto che Bonifazi ha tirato fuori i numeri: «Tutti i componenti della segreteria Bersani godevano di 3.500 euro di indennità-rimborso. Due avevano anche appartamenti». Solo per le auto blu, «sono stati spesi nel 2012 450mila euro. Scesi a 124mila nel 2013». Per il sito web «servivano 373mila euro».
I costi complessivi del partito, quindi non solo della segreteria, compresi viaggi, bar e ristoranti, «sono stati di 1 milione e 62mila euro».Il predecessore di Bonifazi, l’ex tesoriere Antonio Misiani, non ci sta: «Le spese le abbiamo tagliate noi già nel 2013, dopo il dimezzamento dei rimborsi elettorali. Nel 2011 la segreteria costava 863mila euro, passati a 462mila nel 2012 e 100mila nel 2013. Io ho lasciato a chi è arrivato dopo di me 9 milioni in cassa».
Certo, prima era diverso: «L’attuale segreteria è composta solo da parlamentari, il team di Bersani era invece fatto da persone che lavoravano al partito a tempo pieno. Non avevano alcuna carica istituzionale, venivano retribuiti come quadri in un’epoca in cui c’era un budget per l’attività politica. E se ne faceva tanta». Quel budget era dato dai 60 milioni di rimborsi elettorali che il Pd incassava prima del taglio: «Era un partito che faceva i conti su risorse enormemente superiori a quelle attuali – spiega Misiani – e che chiudeva il bilancio in pareggio. Di auto blu non ne avevamo neanche una, usavamo il noleggio con conducente quando era necessario ».
Chi era a fianco di Bersani ricorda che la segreteria precedente costava anche di più, «ma non è che abbiamo passato quattro anni a dire quanto spendeva Veltroni, o a vantarci di aver tagliato volantini e manifesti. È una questione di stile».
Quanto alla segreteria Epifani, Misiani ricorda che era anche quella costo zero, «perché una volta intervenuti i tagli ci siamo adeguati. I numeri sono pubblici e certificati, le polemiche senza senso lasciano il tempo che trovano, il punto vero per il Pd oggi è l’autofinanziamento. Bisognerà capire che fine fa la raccolta fondi, ormai indispensabile. Bisognerà avere un’idea di che fine fanno L’Unità ed Europa ».