Maurizio Belpietro su Libero: “Ministro Lorenzin se c’è ancora batta un colpo”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Dicembre 2013 - 11:00 OLTRE 6 MESI FA
Il ministro Lorenzin

Il ministro Lorenzin (LaPresse)

ROMA – Da quando la gestione della sanità è stata devoluta alle Regioni, al ministero della Salute sono rimasti compiti di sorveglianza e di indirizzo. Tocca ai tecnici del dicastero, infatti, stabilire regole e princìpi generali a tutela del cittadino e vigilare che questi siano rispettati.

Tuttavia, alle questioni di carattere nazionale, lassù ai piani alti del ministero dovrebbero affiancare anche il controllo del livello qualitativo di alcuni ospedali, i quali è vero che dipendono dalle Asl e dunque dalle Regioni, ma pure se «devoluti» rappresentano pur sempre un avamposto del servizio sanitario nazionale.

Scrive Maurizio Belpietro su Libero:

Leggere che una ragazzina di 17 anni sarebbe morta per «una serie di imperdonabili superficialità e negligenze commesse dai medici»di un ospedale della rossa e civile Toscana è una notizia che ci inquieta. In passato ci era toccato registrare il decesso diunasedicenne a cui imedici di un ospedale della Calabria non erano stati in grado di praticare una tracheotomia, ma pensavamo si trattasse di un episodio di malasanità eccezionale, complicato dall’inefficienza e dall’imprepa – razione di alcuni presidi sanitari del Mezzogiorno. Il caso di Valentina Col è avvenuto invece in una delle più note località turistiche del Tirreno, assai frequentata dai vacanzieri della Capitale. Come si può in un posto simile morire a 17 anni per incuria? Non sappiamo come rispondere e per questo ci rivolgiamo al ministro.

Che fa signora Lorenzin? Oltre a far pubblicare sul sito del suo dicastero i consigli per proteggersi dal freddo, i suggerimenti per lavarsi le mani e le indicazioni per stare ritti anziché chini sui banchi scolastici, vuole occuparsi di ciò che non va nelle corsie ospedaliere? In Italia i nosocomi sono tanti, molti di primissimo piano, altri invece consigliati solo per le prime cure, che talvolta non sono quelle rivolte ai pazienti ma ai clienti della politica. Ospedali di provincia dove le assunzioni rispondono non ai criteri di professionalità ma a quelli di appartenenza.

Quante volte abbiamo letto di direttori Asl nominati senza competenza? Quante volte abbiamo dovuto registrare incarichi medici dettati solo dalla vicinanza a questo o a quel partito? Si può ancora sopportare tutto ciò? Lo può sopportare un padre che ha affidato ai sanitari una ragazza non ancora maggiorenne per vedersela restituita in fin di vita? Ovvio che no. Si possono tollerare la fila allo sportello dell’anagrafe e anche i ritardi nella definizione di una pratica edilizia, ma non le negligenze in fatto di salute. E allora che fa signor ministro? Vuole occuparsi della qualità di certi ospedali e di alcuni reparti? Ha intenzione di fissare dei criteri standard di selezione del personale medico e paramedico oppure preferisce dedicarsi a dibattiti e interviste? Il suo arrivo al ministero ci era parso una ventata di novità e come tale lo avevamo salutato, ma adesso ci sembra che anche lei, come certi suo colleghi, si sia adattata al tran tran. Ci sbagliamo? Può darsi. Ma forse è giunta l’ora che lei ce ne dia prova, sia sul fronte degli sprechi (tagliare ciò che non va o per lo meno denunciarlo è anche affare suo, non solo delle Regioni) sia su quello della preparazione.

Di ospedali ne abbiamo tanti e – ribadiamo – molti di ottimo livello, tuttavia in alcuni si registrano troppi errori e morti sospette (è di ieri la notizia che al San Giovanni di Roma la procura indaga su otto decessi in un unico padiglione). È chiederle troppo di darsi da fare perché chi va in ospedale per stare meglio non ne esca peggio di come era entrato? (…)