“Mihajlovic, uno “special one” senza congiunzioni”, Malcom Pagani sul Fatto

di Redazione Blitz
Pubblicato il 25 Marzo 2014 - 11:52 OLTRE 6 MESI FA
Mihajlovic, uno “special one” senza congiunzioni

Mihajlovic (LaPresse)

ROMA – “Sinisa, uno “special one” senza congiunzioni”, questo il titolo dell’articolo a firma di Malcom Pagani sul Fatto Quotidiano del 25 marzo:

Sinisa parla chiaro: “Mi sono rotto le palle”. Sinisa non recede: “Maxi Lopez mi ha fatto incazzare”. Sinisa minaccia i suoi in allenamento: “Se non segnate, oggi non andiamo a pranzo”. Sinisa non conosce le congiunzioni ma si fa capire bene quando vuole: “Abbiamo cancellato figura di merda di domenica scorsa”.

Il figlio adottivo di Vujadin Boskov e Carlo Mazzone si chiama Sinisa Mihajlovic e ovunque sia stato ha lasciato un chiaro segno della sua presenza. Vide esordire Totti, divenne il terrore dei portieri avversari per una sua certa abilità nel brutalizzare il pallone, fece arrabbiare Sofri ai tempi in cui l’Italia amava ornare lo spaventoso bombardamento della Serbia di profonde ragioni umanitarie e nonostante il fosco vaticinio di Adriano: “Ha usato e abusato del suo ruolo sportivo per esaltare le sue opinioni, e poiché i suoi idoli erano Arkan e le tigri serbiste e le loro imprese criminali, mi sembra difficile che ideali simili non influiscano sul modo di considerare l’agonismo sportivo e la formazione dei campioni a lui affidati”, i ragazzi che dividono l’avventura con lui e i tifosi al di sopra di ogni sospetto che tifano Doria e ne adorano il piglio desacralizzante, sembrano pensarla diversamente. La più bella maglietta del campionato, infatti, pare brillare di luce nuova. (…)

Lui dice che il gruppo “vale molto più di quanto non dica la classifica” e il 5-0 al Verona (prima di domenica alla Samp era accaduto solo altre quattro volte nella sua storia quasi settantennale) è lì per confermarlo . Ha una media punti eccellente, ha rivitalizzato la truppa, cambiato modulo senza smarrire il coraggio e parlato chiaro quando le circostanze imponevano sincerità.

Dopo i tre schiaffi di Bergamo, il sergente Mihajlovic ha radunato i soldati: “Vi siete montati la testa d’ora in poi giocano gli uomini”. Ne ha radunati undici, ha dato loro il compito di attaccare e quelli hanno riconquistato la posizione in novanta frenetici, armoniosi, musicali minuti. La musica, raccontava Emir Kusturica, non è mai un dettaglio. Quella di Sini›a ha il pregio della chiarezza. Quella di Sinisa suona senza il timore di incontrare la nota sbagliata. Può stonare o usare strumenti per intonare avvelenate a Mourinho, Ljajic o Adrian Mutu, ma zitta o silente non sa stare. Deve esprimersi. Avere un pubblico. Cercare la melodia giusta nelle troppe distorsioni del presente.