Milan-Inter, derby. Pippo e Mancio prima alla «SCALA»

di Redazione Blitz
Pubblicato il 23 Novembre 2014 - 09:44 OLTRE 6 MESI FA
Milan-Inter, derby. Pippo e Mancio prima alla «SCALA»

Milan-Inter, derby. Pippo e Mancio prima alla «SCALA» dalla Gazzetta dello Sport

MILANO – Oggi è il giorno del derby tra Milan-Inter. Prima alla scala per Filippo Inzaghi, 41 anni, e Roberto Mancini, 49. Ne parla La Gazzetta dello Sport con Alessandra Bocci.

“Scale alla Scala. Pezzi di corda, attrezzi che escono dalle tasche degli operai, un enorme planetario appeso in un angolo, scenografie a metà, e in una sala appartata l’impeccabile Roberto Bolle che prova lo Schiaccianoci con la partner Maria Eichwald. In un’altra sala c’è un’orchestra di giovani.

Allenamenti differenziati, spazi a rotazione, due ore e mezza per ogni prova: il calendario del teatro milanese è affollato come quelli del calcio internazionale, ma nessuno si lamenta. Una volta prima della prima, il 7 dicembre, tutto era fermo, a parte il nucleo che preparava lo spettacolo di Sant’Ambrogio. Negli ultimi tempi le cose sono cambiate. Nel 2015, anno dell’Expo, ci sarà uno spettacolo al giorno. Altro che turnover.

Eleganza C’era una volta una Scala per pochi e trovarci un calciatore o un presidente era fatto rarissimo. Sui cartelloni c’era la dicitura “è prescritto l’abito da sera per la platea e per i palchi”, sparita negli anni della contestazione. Ora la Scala è diversa, le prove vanno su Twitter, l’archivio fotografico è on line, però Sant’Ambrogio è il solito rito e gli abiti da sera sono tornati, a volte esagerati. Si arriva alla prima con tre settimane e mezzo di prove e il lavoro di centinaia di persone. Regista, direttore d’orchestra e direttore del coro formano uno staff tecnico obbligato ad andare d’accordo, o il meccanismo si inceppa. Alla fine degli allenamenti differenziati c’è lo spettacolo. Con meno spettatori di San Siro, ma con il loggione che potrebbe urlare più di una curva.

Alla Scala del calcio stasera arrivano due allenatori abituati allo smoking delle grandi partite. Mancini e Inzaghi hanno vissuto occasioni così tante volte, eppure prima della prima c’è sempre lo stomaco che brucia, come brucia probabilmente al solista o alla ballerina in un passo a due. Luci sul palco, buio in sala. L’arte prevede concentrazione sui movimenti tecnici, l’arte non è soltanto talento, esattamente come il calcio amato da Inzaghi e Mancini. Chissà se hanno dormito prima della prima. Chissà se la Callas dormiva sempre bene quando sapeva che a lei toccava il momento conclusivo del rito, del lavoro di operai, costumisti, orchestrali. In fondo un assolo è come un calcio di rigore. Ci arrivi solitario, ti hanno preparato in tanti.

 San Siro si illumina stasera anche se il campionato è cominciato da un po’, così come la Scala si illuminerà il 7 dicembre anche se lo spettacolo va sempre avanti. Per Sant’Ambrogio si prepara il Fidelio di Beethoven, regia di Deborah Warner, inglese, orchestra affidata all’argentino Daniel Barenboim. A un inglese adottivo, Mancini, e a un paio di argentini, Icardi e Palacio, si affida l’Inter, mentre il Milan spera nel risveglio dello spagnolo Torres.

Poi ci sono gli attori giovani che piacciono: il milanista El Shaarawy, l’interista Kovacic. Alla Scala il tifo sarà diviso come sempre: è così negli uffici, nelle officine, sul palco. Non ci sono fan club, c’è una squadra di calcio che raccontano stesse a cuore al maestro Abbado e che ha regalato successi anche a Harding, scatenato tifoso dello United. «Abbiamo fatto una partita in Giappone e tutta la squadra giocava per lui, perché segnasse. Sa, ci teneva tanto», racconta Andrea Vitalini, milanista, il coach del circolo ricreativo del teatro. La Scala organizzerà il torneo dei teatri europei per la prossima primavera. I grandi derby in questo caso sono con quelli di Ravenna e con la famiglia Muti.

Il calcio alla Scala, la Scala al calcio. Nella stagione passata l’etoile Roberto Bolle si è spinto a San Siro in compagnia dell’architetto Fabio Novembre e di Barbara Berlusconi. Una che alla Scala è di casa, ma resta famosa per la sera di Sant’Ambrogio di tre anni fa, quando ha fatto la gioia dei paparazzi accompagnandosi con Pato. Raccontano che il brasiliano si sia studiato il Don Giovanni ben bene prima di mettere piede a teatro: con meno studio forse ma con altrettanto clamore si presentò una volta Clarence Seedorf in smoking bianco, una scelta di rottura con gli abiti scuri indossati negli anni da Carraro, Moratti, Berlusconi e altri personaggi transitati dai palchi.

Oggi alla Scala del calcio va in scena una prima preparata in pochi giorni da Mancini e sognata per anni da Inzaghi, e chissà che il 7 dicembre uno dei due non arrivi a teatro con qualche punto in più in tasca. La sera della prima alle due Scale è coincisa soltanto una volta, il 7 dicembre 1975: c’era il Macbeth di Verdi, regia di Strehler, direttore Abbado, a San Siro Milan-Inter con Trapattoni e Chiappella in panchina. Il ricordo è di buon auspicio per i milanisti visto che finì 2-1, però Mancini si può consolare: una prima è una prima. E per natura non ha precedenti”.