Milano, 900 writer schedati: danni per 100 milioni

di Redazione Blitz
Pubblicato il 15 Gennaio 2015 - 12:08 OLTRE 6 MESI FA
Milano, 900 writer schedati: danni per 100 milioni

Milano, 900 writer schedati: danni per 100 milioni

ROMA – Schedati dal Comune di Milano, che ormai da anni è in prima linea nella lotta ai writer. Il nucleo anti-graffiti della Polizia locale è infatti in possesso di un data-base di circa 900 tag, ovvero le firme che i writer lasciano sui muri della città. Un archivio poderoso, dove a ciascuna firma sono state collegate informazioni e generalità che riguardano giovani “armati” di bomboletta, colti in flagrante oppure oggetto di indagini. Soltanto per pagare la pulizia dei muri imbrattati in città, sostiene l’associazione, servirebbe qualcosa come 100 milioni di euro.

Come riporta Luca De Vito su Repubblica,

«Se in passato l’obbiettivo dei writer era quello di “spaccare”, ovvero di taggare i muri a più non posso e in luoghi noti per farsi conoscere — spiega Marco Luciani, commissario aggiunto della polizia locale — oggi molti di loro si affidano al web, postando foto e video delle loro azioni. Ed è a questo punto che interveniamo noi: controlliamo i profili di Instagram, Facebook e degli altri social network usati per farsi pubblicità in modo da individuare chi è responsabile di un atto illecito». L’archivio dei vigili urbani non è altro che il frutto di un lavoro che gli agenti portano avanti da almeno sette anni e che ha già portato all’individuazione — e alla denuncia — di centinaia di graffitari illegali.

Milano, adesso, si candida a diventare la città più attiva nel contrasto al fenomeno delle tag.

Già nel 2013, con una sentenza clamorosa, un giudice aveva condannato due writer alla pena di 6 mesi e 20 giorni per il reato di associazione a delinquere finalizzata all’imbrattamento e al deturpamento di alcuni edifici. Con la stessa accusa, sono stati indagati poi altri 40 giovani che si erano resi responsabili di un blitz all’interno di un vagone della metropolitana con dentro i passeggeri: in quel caso, a incastrarli, fu il video girato da loro stessi. In quel caso l’accusa è stata anche “resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di servizio pubblico e violenza privata aggravata”. «Anche grazie all’attenzione e allo stretto coordinamento della Procura della Repubblica — ha spietutt’altro gato il Comandante dei vigili urbani di Milano, Tullio Mastrangelo — abbiamo di fatto creato un modello di contrasto davvero efficace al quale si stanno interessando altre realtà metropolitane».