Mogherini rosica per i bimbi del Congo, Giordano Tedoldi su Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 30 Maggio 2014 - 10:06 OLTRE 6 MESI FA
Mogherini rosica per i bimbi del Congo, Giordano Tedoldi su Libero

Mogherini rosica per i bimbi del Congo, Giordano Tedoldi su Libero

ROMA – “In politica contano i risultati – scrive Giordano Tedoldi su Libero – quindi bene che la vicenda dei bambini congolesi in adozione a famiglie italiane sia andata a buon fine, però conta anche saperne incassare i meriti,o essere più lesti a attribuirseli,e a farsi fare le treccine dai bambini festosi nell’aereo atterrato a Ciampino martedì scorso c’era la ministra prediletta di Renzi, Maria Elena Boschi, cioè il ministro incaricato delle Riforme costituzionali e per i rapporti col Parlamento, non Flavia Mogherini, ministro degli Esteri, come sarebbe stato normale”.

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Né su quell’aereo c’era, magari solo a titolo di accompagnatrice competente, dato che tanto si era spesa per la vicenda quand’era ministro dell’integrazione, e poi, a suo dire, anche nei mesi successivi, Cécile Kyenge, che la Boschi, davanti ai microfoni, commentando la positiva conclusione dell’affare, si è dimenticata di citare nell’elenco dei ringraziamenti.

La questione non è semplicemente formale, cioè l’abilità del ministro Boschi che, imbaldanzita dal suo ruolo di ancella fidata del premier rafforzato dal voto, ruba la scena al ministro degli Esteri e commette una grave caduta di stile, dimenticando di riconoscere il dovuto all’ex ministro Kyenge, per soffermarsi a beneficio dei media con aneddoti frivoli sulle acconciature etniche provate nel volo tra Kinshasa e Roma. Si tratta del fatto che lo show fotografico della Boschi ha di fatto oscurato il lavoro assai delicato che per mesi ha svolto il personale della Farnesina, e da questo punto di vista le indiscrezioni sull’ira del ministro Mogherini per come la vicenda è stata gestita, col ministro Boschi sugli scudi e tutti gli altri relegati all’oscuro e umile ruolo di tessitori di accordi nell’ombra, se confermate, sarebbero comprensibili e giustificate. Forse sarebbe il caso che il premier riservasse un po’ della sua attenzione anche agli sconfinamenti della sua favorita (politicamente, beninteso) perché è un criterio di giustizia che i meriti siano attribuiti a chi ha lavorato operativamente per un risultato, non a chi si è fatto fare le treccine.