Mose, Il Fatto: “Palladio, la fine del salotto buono veneto”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Agosto 2014 - 08:43 OLTRE 6 MESI FA
Palladio, la fine del salotto buono veneto

Il Mose di Venezia

ROMA – Chissà se il 7 maggio 2014, giorno della riunione dell’assemblea dei soci sul bilancio del 2013, l’amministratore delegato di Palladio Finanziaria, Roberto Meneguzzo, avrebbe immaginato che nel giro di un mese per lui sarebbero scattate le manette nell’ambito dell’inchiesta sul Mose di Venezia. Un provvedimento che l’ha spinto, pochi giorni fa, a cedere al figlio Jacopo le proprie quote nella finanziaria vicentina, che un tempo sognava di diventare la Mediobanca del Nord-est.

Scrive Carlotta Scozzari sul Fatto Quotidiano:

Sta di fatto che a inizio maggio i soci di Palladio, a sua volta azionista forte dei gruppi quotati Snai e Generali, si sono riuniti per approvare un bilancio di esercizio che, sia pure in miglioramento dalla perdita di 45 milioni del 2012, resta in rosso, per 7,65 milioni. Colpa soprattutto dei20,75milionidiperdite dalle partecipazioni e delle svalutazioni da 6,46 milioni su alcuni crediti, voci soltanto parzialmente compensate da 6,89 milioni di dividendi e dai 19,29 milioni fruttati dall’attività di negoziazione. La posizione finanziaria netta è, invece, positiva per 18,7 milioni, cifra che risulta dal saldo tra liquidità, titoli quotati e attività liquidabili per 88,76 milioni e debiti con le banche per 70,06 milioni.

All’assemblea di Palladio di maggio, che ha approvato i conti, oltre alla prima socia, la cassaforte Pfh1 di Jacopo Meneguzzo e Giorgio Drago, hanno preso parte, in audio conferenza, anche gli istituti credito soci: Veneto Banca (9,85 per cento), Intesa Sanpaolo (9 per cento) e Banco Popolare (8,59 per cento), mentre Monte dei Paschi (0,47 per cento) ha dato forfait. Il bilancio della finanziaria vicentina segnala, poi, investimenti per 54,8 milioni nel gruppo Est Capital, la cui società di gestione del risparmio (sgr), che si era occupata anche di alcuni immobili del Lido di Venezia, è da poco stata posta in amministrazione straordinaria dal ministero dell’Economia per presunte operazioni in conflitto di interessi. Il business in Laguna non sembra proprio avere portato fortuna a Meneguzzo.