Nicole Minetti non abita più lì ma Monti e Governo sempre meno graditi

Pubblicato il 27 Aprile 2012 - 10:18 OLTRE 6 MESI FA

Monti: “Sviluppo!”, Pdl, Pd,Udc:”Giù le tasse!”, ma la Merkel: “Non si cambia” e S&P declassa la Spagna; rompicapo Imu; nuovo scandalo alla Protezione Civile, Lavitola canta, Nicole Minetti non abita più all’Olgettina, mentre al Nord volano gli stracci in casa Cl e in casa Lega. Una nuova giornata di notizie che danno ai nervi anche perché è molto difficile orientarsi in mezzo a molte bugie e mezze bugie e è richiesta una dose supplementare di spirito critico.

Il Sole 24 Ore apre il festival delle illusioni: “Monti: crescita, priorità europea. Abbiamo convinto [gli altri leader europei] sull sviluppo”. Ma il Manifesto gela tutti: “Merkel chiude la porta a Hollande: il fiscal compact non è negoziabile. Monti si accoda e dice no al vecchio keynesianismo”.

Il Fiancial Times potrà anche esortare a dire “basta” (in italiano) al “nonsenso dell’austerity”, avrà anche ragione Valentino Parlato nel dire che sono “parole sante sulle quali dovrebbero riflettere i nostri attuali governi che di tagli e austerità hanno fatto la loro bandiera”. Ma chi comanda sono i tedeschi e allora invece di auto illiderci sarebbe meglio affrontare i problemi nel verso giusto.

Invece da un po’ di giorni anche il Sole 24 Ore, che negli ultimi mesi era stato un punto di riferimento per chi volesse capire oltre la facciata dei titoli e degli annunci a raffica, sembra stia rientrando nei ranghi e partecipa a pieno titolo alla sinfonia dell’orchestra di Mario Monti. Il titolo di apertura riferito sopra è accompagnato da un sommarietto molto educativo. Comincia con una citazione del pensiero del Santo: “«Il Governo è incoraggiato perchè la crescita è ora ritenuta essenziale e prioritaria da Paesi che insistevano meno di noi su questo tema»: lo ha detto a Bruxelles il premier Monti”. Bisogna andare a pagina 3 per capire. Sepolto tra le righe di un articolo di Beda Romano dal titolo esaltante “Monti impegna la Ue sulla crescita”, c’è il luogo dove Monti ha compiuto il suo exploit europeo: un convegno organizzato dall’associazione imprenditoriale belga VBO-FEB a Bruxelles. Le parole con cui Romano riferisce le ardite tesi di Monti sono oneste e ridimensionano la portata della fanfara: Monti ha semplicemente “esortato i partner europei a riflettere a programmi di investimenti, da escludere nel calcolo del disavanzo pubblico”. Romano non può trattenersi dal chiosare: “Un’idea seducente, ma sempre molto controversa”.

Il sommarietto prosegue così: “E il commissario Barnier conferma che la Ue presenterà un piano con 12 misure a settembre”. Piccolo particolare: il piano non riguarda precise misure per lo sviluppo, ma solo una lettera, firmata da 12 paesi, di cui non fa parte la Germania, per “accelerare sul mercao unico”. Ancora il Sole 24 Ore: “Il presidente Ue, Van Rompuy: «Più risorse alla Bei»”. Ma si sa quanto lui conti senza il sostegno tedesco, e le sue parole, nell’articolo, sono tutte con verbi al condizionale.

Ultima presa per il naso: “L’Italia dà via libera al Def: calo delle tasse con i tagli alla spesa”.

Repubblica, alla storia del piano di sviluppo europeo ci crede tanto che dedica oltre 2 pagine al tema, con un tabellone cirato da Alberto D’Argenio: “Prende forma il patto per la ripresa e spunta un fondo Bei da 180 miliardi” e con un titolo da psicanalisi: “Premier a Bruxelles e Grilli in Cina, così Monti traccia la rotta della ripresa. Passera più defilato, il suo ministero non ha risorse”: elementare buon senso, dopo gli annunci a raffica delle settimane passate. Qui Messaggero e Stampa fanno la loro parte, dedicando i titoli di apertura al sogno dei partiti che sostengono il Governo e devono tra due domeniche affrontare un elettorato furibondo: “E ora abbassare le tasse” (Messaggero), “Tasse, i partiti avvertono Monti” (Stampa). La Stampa a sua volta pubblica un commento di Franco Bruno di cui si consiglia la lettura: “Le soluzioni semplici sono un bluff”.

Che gli italiani non sono proprio tutti gnucchi lo conferma anche il sondaggio di Ipr per Repubblica: la fiducia in Monti è al 51% dal picco del 62% precedente la demagogica e perniciosa manovra di dicembre; la sfiducia è saòlita dal 29% al 42%. Peggio mi sento per il Governo, sceso dal 55% al 45% di consensi (pagina 2). Tra i ministri, Annamaria Cancellieri, Interni, guida la hit parade, con il 53% di consensi, secondo Libero.e

D’altra parte ogni giorno ce n’è una. Ritorni di fantasmi dal passato. Il Fatto pubblica un articolo di Alessandro Ferrucci, basato sul lavoro di segugio del consigliere regionale sardo Claudia Zuncheddu: “G8 a la Maddalena. Le carte segrete dei Bertolaso boys”. Molte pagine compromettenti sembrano essere state cancellate dal sito internet della Protezione Civile, ma l’accorta e diffidente Zuncheddu (ma perché i sardi hanno tutti gli stessi cognomi? Zuncheddu è anche il costruttore proprietario dell’Unione di Cagliari) ne ha conservato copia.

Nuovi scandali del presente. Oggi Libero rivela una nuova puntata nel romanzo delle auto blu. Al prezzo di 85 milioni di euro, ne saranno noleggiate 4.350.

Ma queste sono quinsquilie. In alto mare c’è sempre la riforma del lavoro, parametro su cui ci misurano i mercati internazionali. Il Ministro Elsa Fornero si affida ai forum della tv on line del Corriere della Sera. Il suo ruggito: “Licenziamenti, no a ritocchi e più fiducia nei magistrati”: si vede che non ha mai passato un’ora in una azienda. E poi il ricatto: “Dalle liti danni suo mercati”: ma se fate delle insensatezze, cosa devono fare le parti? Siamo tornati al Duce o alla Ducetta? Nascosta nelle pagine interne c’è la presa di posizione del Pdl: “o cambiate l’articolo 18 o votiamo contro” è stato il diktat di Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl. Parole anche giuste e condivisibili per una parte, ma resta la domanda: perché c’è voluto tutto questo tempo per accorgersene? Il Fatto non è d’accordo con Gasparri: “Vuole più precari”.

Intanto fosca incombe l’ombra della Spagna. La Repubblica di apre, il Corriere della Sera dà grande risalto, il titolo è lo stesso: “Debito, declassata la Spagna”.

Per tirarci su il morale, leggiamo sul Fatto: “Via Olgettina 65. Le ragazze sono ancora lì (e paga sempre B)”. Ma la meglio di tutte, la Nicole Minetti, “ormai abita in centro” e in via Olgettina ci “passa ogni tanto per ritirare la posta.

 

Le rassegne dei giorni e mesi scorsi.