No alle suore Baywatch a Scauri

di Redazione Blitz
Pubblicato il 6 Ottobre 2014 - 11:49 OLTRE 6 MESI FA
No alle suore Baywatch a Scauri

No alle suore Baywatch a Scauri

ROMA – “La spiaggia – scrive Clemente Pistilli su H24 Notizie -concessa a Scauri alle suore alcantarine deve restare a disposizione soltanto degli ospiti della casa per ferie gestita dalle religiose. Quella concessione demaniale è stata rilasciata dal Comune di Minturno perché aveva finalità sociali e non può trasformarsi in un lido come gli altri. A stabilirlo, avallando le scelte fatte dall’amministrazione comunale, che ha negato l’apertura dell’arenile agli esterni, sono ora stati i giudici del Consiglio di Stato, ribaltando la sentenza del Tar di Latina. Niente stabilimento balneare dunque per la congregazione”.

L’articolo completo:

Le suore alcantarine hanno alle spalle un secolo e mezzo di storia. La congregazione è stata fondata nel 1869 a Castellammare di Stabia, in provincia di Napoli, in un quartiere povero e popolare, con l’obiettivo di istruire le fanciulle provenienti da famiglie bisognose e le orfane. Le religiose hanno poi aperto una casa dietro l’altra, tanto in Italia quanto all’estero, e hanno allargato la loro missione alla catechesi e all’animazione.

A Scauri, in località Spiritiera, l’Istituto delle terziarie francescane alcantarine ha ottenuto nel 2003 una concessione demaniale, a servizio della casa per ferie e del pensionato dell’istituto, ubicato in via Colombo. Un arenile a disposizione degli ospiti delle religiose, da maggio a settembre. Fino al 3 ottobre 2010 la concessione era di 1000 metri quadrati, poi ampliata a 3.150. Nell’ottobre di quell’anno l’Istituto ha però pensato di chiedere l’apertura di quel lido anche agli esterni e ha fatto in tal senso una richiesta al Comune. Dopo cinque mesi la risposta da Palazzo. Negativa. Per l’ente pubblico aprire a tutti avrebbe trasformato quella concessione, rilasciata a fini sociali, in uno stabilimento balneare a tutti gli effetti, dunque a scopo di lucro, per cui è necessario siglare una convenzione con la Regione, prendere determinati impegni, ottenere altri permessi e fare un’istruttoria.

Alle suore quello stop al loro progetto non è piaciuto e hanno fatto ricorso al Tar, ottenendo nel 2011 l’annullamento del provvedimento comunale. A Palazzo non hanno mollato e ora sono riusciti a far ribaltare la sentenza, confermando il diniego al lido aperto agli esterni. Il Consiglio di Stato ha condiviso infatti la tesi del Comune che una spiaggia destinata a fini sociali non può essere sfruttata a fini turistico-ricettivi. “Da un lato – si legge nella sentenza – vi è un uso riservato, ristretto e accessorio dell’area demaniale concessa; dall’altro un uso assimilabile a quello di un ordinario stabilimento”. E anche i giudici non ci stanno a far diventare le suore operatrici balneari.