No Tav, le nuove Br inneggiano ai sabotaggi: “Serve un salto di qualità”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Novembre 2013 - 13:36 OLTRE 6 MESI FA
No Tav, documento delle Nuove Br (foto Repubblica)

No Tav, documento delle Nuove Br (foto Repubblica)

ROMA – “Le pratiche di sabotaggio” del Tav “hanno un carattere di concretezza e utilità nell’immediato ma sono anche elemento avanzato per un futuro salto di qualità complessivo nello scontro sociale”. Le nuove Br, con un documento diffuso sul Web in questi giorni, esaltano gli atti di sabotaggio contro il progetto della Torino-Lione con un opuscolo intitolato ‘Lotte e composizione di classe 2012’ che, pur essendo datato febbraio 2013, prima cioè della campagna di sabotaggi contro il Tav dell’estate scorsa, “è disponibile in rete in questi giorni”, come riporta Repubblica che pubblica anche una foto del volantino.

Il documento è firmato “due militanti per il Pcp-M (partito comunista politico-militare) vecchie talpe operaie” che sostengono di aver lavorato, all’interno del carcere di Siano (Catanzaro) dove sono detenuti, per fornire una “partecipazione a quel lavoro di inchiesta e conoscenza che da sempre alimenta le realtà militanti”.

Nell’opuscolo si legge che “lo splendido slogan ‘siamo tutti black-bloc'” sintetizza “un altro aspetto fondamentale di autonomia e maturità: il comprendere dentro il movimento diverse espressioni, anche di uso della forza. Espressioni che cercano di aprire varchi anche a una prospettiva più ampia, e perciò assolutamente importanti”. Ecco perché “le pratiche di sabotaggio hanno un carattere di concretezza e utilità nell’immediato ma sono anche elemento di avanzato per un futuro salto di qualità complessivo nello scontro sociale”.

“L’aggravarsi – della crisi e delle politiche antisociali – si legge nell’opuscolo – finiscono per esaltare il valore sostanziale del No Tav. Perché esso tocca alcuni nodi portanti del capitalismo odierno: anche nel campo dei trasporti sono in gioco questioni colossali di risorse e reddito sociale dal basso verso l’alto. Il No Tav è diventato una linea di scontro sulla spesa pubblica”.

I due sedicenti autori ritengono che “la diffusione e il peso specifico” assunti dalle “lotte territoriali” come il movimento No Tav e altri (citati nel documento) possono diventare un “veicolo di internazionalizzazione” perché “passando per le resistenze degli Adivasi in India e fino alla Val Susa, il contenuto è la stessa critica al modo di sviluppo capitalistico”.