A tre giorni da un voto amministrativo chiave per la Turchia, la censura si abbatte sul web per la seconda volta in una settimana e ora il motivo si chiama Siria. Ieri pomeriggio la Tib, l’Authority per le Telecomunicazioni, ha bloccato Youtube, che segue la stessa sorte di Twitter, oscurato giovedì scorso.
Proprio ieri era comparsa la più compromettente delle intercettazioni telefoniche pubblicate fino a questo momento, nella quale il ministro degli Esteri, Ahmet Davutoglu, il dirigente dei servizi segreti, Hakan Findan, il sottosegretario agli Esteri, Feridun Sinirlioglu e il vice capo di Stato Maggiore, Yasar Gurel, parlavano della creazione di un casus belli contro la Siria. Davutoglu, durante la registrazione, dice chiaramente che il premier islamico-moderato, Recep Tayyip Erdogan, in questa congiuntura, considera una guerra contro Damasco «un’opportunità».

Il Fatto Quotidiano: “518 politici vanno dal Papa. Francesco: Via i corrotti”.

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Il Giornale: “Meno Europa per tutti”. Politici e ladroni, Dio perdona, Papa Francesco no. Editoriale di Vittorio Macioce:

Il Papa non perdona. L’inferno dei politici è cominciato all’alba. E Sua Santità dice che questo è solo un assaggio. Sveglia alle cinque per cercare la cravatta giusta. Poi comincia la processione dei papaveri: 298 de­putati, 176 senatori, nove ministri, diciannove sottosegretari, ventitré ex parlamentari con tanto di vitalizio. In tutto sono circa cinquecen­to. Qualcuno alla fine si è dato malato. Destina­zione San Pietro. C’è la messa del Papa. Che fai non ci vai?Magari l’anno prossimo si vota perfi­no in Italia. L’appuntamento è alla Domus San­ta Marta, ingresso laterale, «porta della pre­ghiera ». Quelli che non vogliono farsi ricono­scere arrivano con le auto blu. Davanti all’alta­re i posti sono stati già assegnati il giorno pri­ma. Non si sa se con il manuale Cencelli o scelti dalle segreterie. Qualcuno si lamenta che non ci sono le preferenze. I più rammaricati sono i parlamentari di Campania, Puglia, Calabria e buona parte delle circoscrizioni siciliane. Quel­li del Lazio, furbi, fanno finta di nulla. La messa è alle sette. Quando comincia l’omelia tutti si aspettano la carezza del Papa. Invece parte la sberla. Francesco non dice nep­pure buongiorno. «I peccatori pentiti saranno perdonati. I corrotti no». E qui tutti si guardano in faccia per capire se sta parlando così in gene­rale o ha preso di mira quel gruppetto al centro. Quando il Papa li chiama sepolcri imbiancati si è capito che ce l’ha con ognuno di loro. Panico. Allora è vero che Dio è onnisciente? I corrotti so­no il peggio del peggio. Poi magari ci stiamo noi scribi e farisei. Molto, molto più lontani dal per­dono rispetto a maddalene e prostitute. Quelle con la lettera scarlatta verranno perdonate. I corrotti, gli scribi e i farisei neppure con la rac­comandazione.