Omicidio Egle Bellunato, i figli: “Luigi Serradura è innocente”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Novembre 2013 - 14:55 OLTRE 6 MESI FA
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Luigi Serradura

ROMA – Luigi Serradura fermato in Africa per l’omicidio della compagna Egle Bellunato. I figli di lei lo scagionano: “È innocente, subivano rapine di continuo”.

Scrive Cristiana Lodi su Libero:

Nessuno ha indicato gli indizi a suo carico. Ammesso che di indizi ve ne siano. Si sa che lui, italiano di Bassano del Grappa, pensionato, 62 anni, è rinchiuso da due settimane in una prigione del Ghana, in faccia al Golfo di Guinea. Un arresto, quello di Luigi Serradura, scattato a due giorni dal ritrovamento del corpo senza vita della convivente, il 29 ottobre scorso. Anche lei veneta: di Solagna (Bassano). Si chiamava Egle Bellunato, 74 anni. Luigi l’ha trovata a terra accanto al letto, con la gola squarciata e i vestiti intatti. Con lui si era trasferita in Africa sei anni fa, portando con sé i soldi ricavati dalla vendita della casa di proprietà a Solagna e i 400 euro mensili della pensione. (…)

È stato proprio Marco a rispondere al telefono quell’ultimo martedì di ottobre: «Papà ha chiamato sconvolto quella mattina. Hanno ucciso Egle!» ripeteva. «Hanno rubato tutto e le hanno tagliato la gola. Il sangue, c’era il sangue dappertutto. Sono entrato in casa, ho trovato questa tragedia e sono corso dalla polizia». A sentire il figlio, era chiaro che per Luigi si è trattato di una rapina: «Hanno portato via tutto: i soldi, il computer, i cellulari, tutto. Ho cercato subito aiuto, ma per Egle non si poteva fare più nulla». Soprattutto, dice questo ragazzo di 24 anni, «mai e poi mai, papà avrebbe immaginato andassero a prendere lui, indicandolo come l’assassino». Invece è andata così: a distanza di ventiquattro ore dalla telefonata angosciante, sul cellulare di Marco arriva un messaggio affrettato e che disorienta.

È Luigi a scrivere: «I poliziotti sono piombati di colpo in casa e mi hanno fermato per l’omicidio di Egle. Ho bisogno del vostro aiuto, di un avvocato, di qualcuno che spieghi che io non c’entro». Da quel momento, aggiunge il figlio, «non lo abbiamo più sentito e le notizie dal Ghana sono arrivate col contagocce. Con l’ambasciata che fatica a rispondere e quando lo fa non ci dà notizie, né su quello che è successo né sulla sorte di mio padre». Anche la famiglia della vittima stessa, a cominciare dal figlio Giovanni Manzardo, esclude un coinvolgimento di Luigi Serradura. «No, non ci credo. C’era serenità fra lui e lamamma. Perchéavrebbe dovuto ucciderla? Non c’era ragione, proprio nessuna», dice Giovanni, «non ho motivo di mettere in dubbio la versione di Luigi. Lui non era in casa quando è accaduto tutto. La porta non è stata forzata. Mia madre ha probabilmente aperto a qualcuno che conosceva e di cui si fidava. Sospetto si tratti di una rapina. Unanno fa era accaduto unepisodio simile », ricorda ancora il figlio di Egle, «anche in quel caso, mentre Luigi era fuori a fare la spesa, due persone entrarono nel bed and breakfast e aggredirono mia madre per derubarla».

Il 29 ottobre, fra le 9e le 11, Lugi Serradura sarebbe stato davvero a fare la spesa nel centro di Amasaman, il paese dove risiedeva con Egle. Con lui c’era anche il giardiniere Jhonson, che avrebbe testimoniato senza essere però tenuto in considerazione dagli inquirenti ghanesi: «Siamo arrivati in casa, la porta era aperta e Egle a terra in camera da letto circondata dal sangue». L’ambasciata italiana ad Accra, la capitale dello Stato africano, ha trovato un avvocato all’arrestato, ma nessuno ha ancora spiegato quali siano gli elementi che proverebbero che Luigi Serradura ha ucciso la convivente. Lo tengono in cella, e vi rimarrà almeno fino al 20 dicembre, quando in aula sarà discussa la richiesta di scarcerazione presentata dalla difesa. Poco dopo il ritrovamento del corpo, qualcuno, ma non è dato sapere chi, ha fotografato il presunto assassino accanto al corpo della vittima con le mani giunte, quasi a sembrare fosse in preghiera. «È uno scatto equivoco » dice Marco Serradura «pare stia pregando, ma non è così, mio padre era disperato quando lo abbiamo sentito al telefono ». Laura Caprini, ambasciatore italiano in Ghana, fa sapere che la vicenda è sotto controllo, ma in realtànonsi hanno dati certi né sulla dinamica né sui testimoni pronti a scagionare il pensionato veneto.

Alcune notizie riportate dalla stampa ghanese sono state smentite. A cominciare dal fatto che siano stati trovati indumenti e una giacca insanguinata di Luigi. «Cercheremo di avere tutti i particolari della vicenda» assicura l’amba – sciatore italiano «personalmente mi attiverò affinché il detenuto italiano venga trattato nel migliore dei modi». Il capomissione ad Accra, Laura Carpini, si è incontrato con il ministro degli esteri ghanese Hanna Tetteh che ha offerto la massima collaborazione, ma a distanza di due settimane, la famiglia Serradura in Italia non ha notizie nemmeno sullo stato di salute di Luigi, e chissà per quanto tempo ancora dovrà vivere questa angoscia. Per questo Marco Serradura chiede un incontro con il ministro degli Esteri Emma Bonino: «Ci sentiamo impotenti e abbandonati. Abbiamo bisogno di capire con esattezza quanto accaduto». (…)