Onorevoli “sbadati” a buvette: controllori per farli pagare

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Marzo 2016 - 09:36 OLTRE 6 MESI FA
Onorevoli "sbadati" a bouvette: controllori per farli pagare

Onorevoli “sbadati” a bouvette: controllori per farli pagare

ROMA – Onorevoli “sbadati” a buvette: controllori per farli pagare. Racconta su Repubblica Tommaso Ciriaco che tra i primi ad arrabbiarsi è stato l’ex ministro Maurizio Lupi. E’ andato alla buvette della Camera, ha chiesto spremuta e tramezzino. Ma quando gli è stato detto di fare prima lo scontrino l’onorevole è andato su tutte le furie. Perché in tutti i bar del mondo, sostiene Lupi, prima si consuma e poi si paga. L’ex ministro sbaglia e gli dovrebbe bastare una passeggiata per i bar del centro di Roma per capirlo. Ma il punto è un altro. Il punto è che Compass group, la società che gestisce il bar dei deputati, da qualche settimana ha varato un giro di vite. Niente caffè agli onorevoli se prima non portano lo scontrino. Il perché lo spiega sempre Ciriaco:

Tutto ha inizio qualche settimana fa. I vertici della spa sono in visita a Montecitorio. Si imbattono in qualche movimento un po’ sospetto: un onorevole che “dimentica” lo scontrino, qualche avventore distratto che forse paga, forse no. “Eh già – fa dell’autoironia il verdiniano Luca D’Alessandro – saranno stati i soliti di Ala, ahahahah”. C’è poco da ridere, la contromossa della Compass è racchiusa in una lettera ai dipendenti che recita più o meno così: “Senza ricevuta non fate consumare nessuno”. E se i camerieri disattendono l’ordine? Sanzioni disciplinari.

E siamo a lunedì. Dario Franceschini chiede un cornetto alla crema. “Ministro, mi perdoni, servirebbe lo scontrino”. La risposta è uno sguardo affilato e silente. Incidente sfiorato. Il copione si ripete ieri. I lavori d’Aula sono fiacchi, c’è tempo per un caffè. Entra la dem Alessia Morani. Ha voglia di una macedonia. “Quella va benissimo, grazie”. Ma viene respinta. “Mi scusi! Faccio subito lo scontrino”. Qualche secondo e si affaccia il montiano Mariano Rabino. Quasi pattina sui marmi della buvette, dice al volo alla cassiera: “Mi segni una banana…”. Si può fare, in questo caso non serve la ricevuta.

Eppure c’è chi si “incazza”. Come il ministro Lupi. Ancora Ciriaco:

Non tutti la prendono con filosofia. Non Lupi, che si riaffaccia per il tè delle cinque. Forse scherza, forse no. Comunque si catapulta al bancone. “Cavolo, non ho fatto lo scontrino! Questo signor Compass mi ha veramente rotto i c… Che follia, ne parlerò con i questori. E quando c’è confusione che facciamo, una fila chilometrica alla cassa?”. La Compass, a dire il vero, ha pensato anche a questo. Due casse, quando è previsto il pienone. E se qualcuno protesta, entrano in campo i “sensibilizzatori” della Camera, i dipendenti di Montecitorio rimasti alla buvette come garanti dello standard del servizio. Sono loro, in abiti borghesi, a intervenire quando un deputato dà in escandescenze: “Onorevole, sono le nuove disposizioni, cerchiamo tutti di collaborare”. La copertura politica all’operazione arriva dai piani alti di Montecitorio: “Non vedo la novità – dice il questore Gregorio Fontana (FI) – lo scontrino è obbligatorio da tempo. Funziona così in qualsiasi esercizio pubblico. E sarebbe spiacevole se qualcuno si scagliasse contro i dipendenti. Capisco la fretta, ma basta un pizzico di collaborazione”.