Pansa: “Beppe Grillo e Casaleggio stregoni, gli taglieranno la testa”

Pubblicato il 11 Marzo 2013 - 06:49 OLTRE 6 MESI FA
giampaolo pansa

Giampaolo Pansa

“Davvero interessante, e molto grottesco” definisce Giampaolo Pansa “il plotone di vip che stanno dichiarando di aver votato per Beppe Grillo e il Movimento 5 Stelle“.

“Ce n’è per tutti i gusti” esclama Pansa al’inizio del suo articolo su Libero di domenica 10 marzo, sotto la sua rubrica “bestiario”:

“Mi ha colpito un proclama affidato al quotidiano francese “Le Monde” nientemeno che da Lapo Elkann: “Voglio vedere il mio Paese risplendere. Non mi rassegno alla mediocrità della nostra classe politica. Sono un patriota, amo l’ Italia!”. Per chi non lo sapesse, questo Lapo Elkann, 36 anni, mica un bambino, appartiene alla stirpe degli Agnelli. Forse il rude Sergio Marchionne dovrebbe prenderlo per le orecchie e spiegargli una semplice verità. Se il grillismo trionfasse, della Fiat non resterebbe pietra su pietra. E il destino del povero Lapo sarebbe uno solo: fare il lavavetri nel garage costruito al posto del Lingotto”.

Dai giovani ai vecchi che costituiscono il “patetico reparto dei vip che in gioventù furono combattenti della Repubblica sociale” italiana (Rsi), gli ex “repubblichini”, tipo Dario Fo (87 anni) e Giorgio Albertazzi (90 anni), “entrambi elettori entusiasti di Beppe Grillo“.

Elenca Pansa:

“Il corteo dei grillini ad honorem è lungo e comprende Eros Ramazzotti, Paolo Villaggio, Adriano Celentano, ma non sua moglie Claudia Mori, la cantante Fiorella Mannoia, l’attrice e altra bella gente. Secondo il minuzioso catalogo stilato da Paolo Conti per il “Corriere della sera”, anche la grandissima Marisa Laurito […], Mina”.

Mentre dice di capire che

“tanti italiani qualsiasi abbiano scelto il grillismo per sfiducia o disprezzo nei confronti della Casta attuale dei partiti”,

anche se sbagliando

“perché la coppia Grillo & Casaleggio ha gettato le basi di una nuova casta peggiore di quella che sta tirando le cuoia”.

I vip proprio non li perdona, come

“l’insopportabile Gad Lerner [che]  rideva mostrando sessantaquattro denti [nell’ultima puntata del “Servizio pubblico” di Michele Santoro]: l’ho rivisto nei panni del vecchio estremista di Lotta continua. E non si mi sono stupito quando, nel commentare il suicidio del dirigente del Monte dei Paschi, si è domandato perché tanti altri come lui non decidano di togliersi la vita”.

“Purtroppo non abbiamo nessun motivo per ridere. Il dopo voto si sta rivelando ben più cupo del voto. E dovremmo smetterla di darne la colpa alla legge elettorale. […], che nessun partito ha voluto annullare, nella speranza di ricavarne un vantaggio”.

Si potrebbe fare in modo che un minimo di ordine riesca a imporsi al caos, così ragiona Pansa, a condizione che

“l’insieme dei partiti arrivati in Parlamento rinunci al sistema suicida dei veti reciproci. […] strada che [però] nessuno vuole percorrere. Anche a costo di mettere a rischio la tenuta del sistema politico, la sorte della democrazia parlamentare e della nostra economia. […] Stiamo assistendo a una recita lugubre che può trascinarci nel baratro:

1. Beppe Grillo, che Pansa definisce “Napoleone stellare” ha già detto di puntare al cento per cento dei voti:

“Un obiettivo che anche lui considera irreale, ma utile come proclama per conquistare una massa sempre più imponente di ingenui”.

2. “Il Pd di Pierluigi Bersani dice no a qualsiasi alleanza con il Pdl di Silvio Berlusconi“.

3. Berlusconi accusa i democratici di “impuntature”, il termine è di Angelino Alfano, ma tutti sanno che Silvio spera in nuove elezioni. I suoi indovini gli assicurano che stavolta vincerà e tornerà a Palazzo Chigi da premier”.

Qui Pansa omette il nodo centrale della politica di Berlusconi: evitare di finire in carcere, usando la forza di persuasione dell’imponente quantità di voti raccolta con la sua disinvolta campagna elettorale. Per Pansa,

“sembra la cattiva sceneggiatura di un mediocre film di fantapolitica, genere catastrofico. Dove qualunque tentativo di dialogo viene chiamato inciucio [anche se] persino l’ inciucio, un compromesso meschino e al ribasso, può servire quando non esiste altro santo da invocare”.

C’è un altro passaggio in cui Pansa scrive cose non condivisibili e non condivise dal 90 per cento degli italiani, cioè tutti quelli che non lo hanno votato ed è quando scrive che

“grazie all’esecutivo tecnico di Mario Monti e alle tasse che ci fa fatto pagare, abbiamo schivato il rischio di finire come la Grecia”.

Riconosce che “siamo ancora in piena recessione” ma non aggiunge, o non può aggiungere, che Monti nell’ultimo anno ci ha fatto precipitare nel baratro.

Di qui il passo successivo è che

“l’unica condizione per evitare un suicidio collettivo, […] è di formare un esecutivo di salvezza nazionale. E di farlo subito, senza perdere un solo giorno. Questo governo di emergenza deve fondarsi su un’alleanza fra Pd e Pdl. Bersani teme che l’intesa con Berlusconi spacchi il suo partito? Pazienza, in ballo non c’è la sorte della ditta democratica, bensì quella dell’Italia”.

Forse Pansa ha ragione sul fatto che majora premunt, ma non tiene conto di una cosa, che un ritorno al governo di Berlusconi sarebbe una sciagura per la già precaria posizione internazionale dell’ Italia.

Le prospettiva, Pansa ha ragione, sono apocalittiche e se tutto salta,

“anche la ditta Grillo & Casaleggio [andrà] a gambe all’aria”.

Il finale è truculento e macabro:

“La violenza nelle strade, il pericolo che il Napoleone stellare minaccia sempre, la vedremo nella versione più nera. Arriverà qualcuno che taglierà la testa anche ai due stregoni. L’unico a rallegrarsi sarà il riccioluto Casaleggio. Andrà all’altro mondo soddisfatto di vedere realizzata la più cupa delle sue profezie da quattro soldi”.