ROMA – Un’ultima speranza, appesa al filo delle carte americane e delle nuove testimonianze che arrivano dagli Usa, per cercare di rinviare il voto di mercoledì 27 novembre sulla decadenza da senatore.
Ma, appunto, la speranza è flebile, appesa a un filo, tanto che lo stesso Silvio Berlusconi in realtà non vi fa molto affidamento e preferisce puntare sulle emozioni, rivolgendosi direttamente ai senatori del Pd e del Movimento 5 Stelle, quegli stessi senatori che da mesi definisce i suoi ‘carnefici’, per un appello al rispetto della sua persona, nonostante sia un avversario politico.
Perché ciò che più ‘brucia’ al Cavaliere è l’umiliazione, per lui che e’ stato capo del governo, ha presieduto summit internazionali. Una lettera che in sostanza, viene spiegato, ricalca per sommi capi l’appello che il Cavaliere avrebbe voluto fare in Aula il 27, guardando negli occhi il ‘plotone di esecuzione’.
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Paola Taverna, senatrice del M5s, ha così parlato al Fatto Quotidiano:
Senatrice Taverna, Berlusconi vi provoca o vi minaccia? Minaccia mi sembra eccessivo. Sicuramente provoca. È la giusta mossa di un comunicatore come è lui.
Un attimo, con calma: giusta mossa? Sembra l’esaltazione berlusconiana? Lo dico nel senso che ci aspettiamo di tutto da un personaggio come lui. Evitiamo fraintendimenti. Solo che non voglio pensare che la sua sia una minaccia. A parlare è Paola Taverna, capogruppo del Movimento 5 stelle al Senato. È lei che replica alla lettera di Berlusconi nella quale il Cavaliere chiede a loro e al Pd di valutare con attenzione quella che “sarebbe un’ingiustizia”.
Siete pronti al bombardamento finale di Berlusconi?
Assolutamente sì. Siamo gli unici a fare opposizione, ha sbagliato i destinatari della lettera. Per noi siamo già oltre. Il voto di decadenza non è neanche in discussione.
Però sapete bene che l’uomo non si arrende facilmente.
Esatto. Dunque non risponderemo a nessuna delle sue provocazioni. La lettera di ieri è solo la prima. Ripeto: siamo già oltre.
Oltre dove?
Abbiamo chiesto ufficialmente che gli venga negato il vitalizio.
Che cifra sarebbe?
180.000 euro. Che non sono spiccioli. Abbiamo chiesto anche che gli venga tolto il titolo di Cavaliere. E ci siamo fermati qui. Fosse stato per me avrei anche chiesto la restituzione dell’indennità parlamentare che ha percepito in questa legislatura. (…)
Sta dicendo che il Movimento 5 stelle ha cambiato la sua idea iniziale?
Dico che non possiamo dire no a tutto e contro tutti a prescindere. Non sarebbe serio. Grasso lavora bene, non vedo perché non dovrebbe essergli riconosciuto.
Non è che anche voi vi siete innamorati così tanto del Palazzo che adesso volete bene anche ai loro presidenti?
No, assolutamente. Magari è il palazzo che sta diventando un po’ grillino. Dico che al Senato non abbiamo i problemi che hanno alla Camera. Tutto qui. Grasso fa un lavoro, Boldrini ne fa un altro. Credo sia sotto gli occhi di tutti. Lui è super partes, lei no. Ma basta. Parliamo d’altro.
E di cosa vuol parlare?
Del dopo Berlusconi. Sono le ultime 48 ore. Poi questo Paese ha l’occasione storica di voltare pagina.
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