Papa Francesco a Lampedusa, Imu, Loro Piana: rassegna stampa e prime pagine

di Redazione Blitz
Pubblicato il 9 Luglio 2013 - 09:25 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Migranti, la scossa del Papa. La Stampa: ““No alla globalizzazione dell’indifferenza, siamo tutti responsabili”.

“No alla globalizzazione dell’indifferenza”. L’articolo a firma di Giacomo Galeazzi:

“È un viaggio che vale un’enciclica. Nell’isola delle lacrime Francesco diffonde il sorriso del suo carisma travolgente ma non fa sconti alle istituzioni «indifferenti». Parla da vero leader planetario, però si informa di dettagli quotidiani nei colloqui per strada e fa sentire ogni interlocutore l’epicentro del suo interesse. La visita è breve (4 ore) ma carica di significati per avviare la sua predicazione «on the road». Nella «via crucis» tra molo e parrocchia Bergoglio dialoga coi profughi, sferza la politica che provoca le tragedie del mare, implora il perdono di Dio per aver ignorato la «strage degli innocenti»: 25mila morti in vent’anni. Intanto svela gli obiettivi di un pontificato che non si rassegna alle ingiustizie del mondo e rivoluziona il modello di Chiesa riportando al centro i poveri e la fratellanza con i musulmani (li saluta con un «O’scià», per l’inizio del Ramadan). Sconvolto dai racconti dei sopravvissuti ai naufragi, il Papa figlio di migranti interrompe l’omelia nello stadio e a braccio condanna scafisti e trafficanti per lo sfruttamento dei cento milioni di persone che ogni anno nel pianeta sono costrette a lasciare la propria casa per motivi politici o economici o per guerre e conflitti.”

Il giorno dell’onore restituito agli angeli dei disperati. L’articolo a firma di Federico Geremicca:

“E allora le facce – invece abituate ad esser tacciate di «favoreggiamento» e quasi complicità nel reato di immigrazione clandestina, accusate di mal praticare rimpatri e respingimenti – le facce, dicevamo, finalmente sorridono. È per questo che per loro – in particolare per loro – questo impensabile lunedì di inizio luglio si trasforma nel giorno della rivincita e dell’onore restituito: nel giorno in cui il «Papa povero» arriva a Lampedusa per rimettere in ordine un po’ di cose, getta fiori in mare per i migranti morti e durante l’omelia chiede, alzando il tono della voce, «chi è il responsabile del sangue di questi fratelli e sorelle?» Non loro, certo, che quel che potevano l’hanno fatto, le notti sulle banchine per assistere i migranti sbarcati, le collette alimentari, le coperte in regalo e il peso di un’emergenza che da troppo tempo grava solo su di loro.”

Dopo gli sbarchi il calvario tra i binari della stazione. L’articolo a firma di Flavia Amabile:

“Dopo Lampedusa può esserci di tutto: le notti trascorsi in una nicchia accanto al binario di una stazione a pochi passi dai treni che sfrecciano, i pomeriggi interi in un parco distesi sui cartoni che faranno da materasso di notte. Dopo Lampedusa può esserci di tutto ma troppo spesso per i rifugiati che sbarcano sull’isola non c’è la fine di un incubo come speravano. C’è solo la fine delle speranze. Non esiste solo Lampedusa come luogo di sbarco. Si può arrivare a Pozzallo, a Linosa o a Bari: dipende dal punto di partenza e dagli itinerari collaudati nel corso degli anni dagli squadroni di trafficanti che hanno fatto dei rifugiati una delle tante merci di contrabbando per i loro lauti guadagni. Ma è un dettaglio. Ovunque si arrivi da quel momento in poi la vita assume i contorni sfumati dell’indifferenza, del nulla che circonda i rifugiati in Italia. Diventano dei richiedenti asilo, una formula burocratica per definire molto spesso nient’altro che loro inesistenza.”

“In Italia primi segnali di ripresa”. L’articolo a firma di Marina Cassi:

“C’è, non c’è? Il dibattito sulla fantomatica ripresa si è riacceso ieri mattina all’assemblea dell’Unione industriale di Torino quando il ministro dello Sviluppo economico, Flavio Zanonato, ha spiegato alla sfinita platea degli imprenditori che «si vedono i primi incoraggianti segnali di ripresa, negli ordinativi, nel clima di fiducia, in qualche recupero di produttività». Per carità nessun ottimismo fuori luogo, ma anche quei timidi segnali sono stati negati dal presidente della Confindustria Giorgio Squinzi. Poi è arrivato il superindice dell’Ocse a dire che a maggio la crescita in Italia e nella zona euro ha continuato a guadagnare slancio, in uno scenario economico complessivamente migliore per i Paesi occidentali. E c’è di più: il superindice rileva un incremento dello 0,13% su base mensile per l’eurozona e dello 0,27% per l’Italia. Come dire che l’Italia è più vivace degli altri Paesi. Zanonato che aveva spiegato che sarebbe bene ridurre l’Imu sulla prima casa delle famiglie e sui capannoni delle imprese – era stato molto cauto: «Siamo giunti a un punto delicato, in cui ogni scivolamento metterebbe a serio repentaglio il nostro benessere e la tenuta sociale del nostro Paese». Per poi dire che qualche timido segnale di fine recessione ci sarebbe. Proprio a Torino, città di manifattura di eccellenza, il ministro spiega che «l’export ha completamente recuperato quanto perduto durante la crisi e siamo prossimi ai 500 miliardi di euro». E assicura: «Può ancora crescere sfruttando enormi potenzialità, specie nei settori dove il nostro paese esprime tradizionalmente grande forza e competitività». È d’accordo il ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che ammette: «Siamo in una situazione molto difficile». Ma rileva che «le speranze di ripresa sono più solide rispetto a qualche mese fa, anche grazie a un atteggiamento diverso dell’Ue».”

Sull’Imu il Cavaliere non intende far cadere il governo. L’articolo a firma di Ugo Magri:

“Le ultime da Arcore raccontano che il Cavaliere non ha alcuna reale intenzione di buttar giù il governo, né sull’Imu né sul resto. E che stasera ne renderà edotti i suoi deputati, in particolare quanti insistono a minacciare il ministro dell’Economia Saccomanni, ai loro occhi reo di non avere ancora trovato il modo di cancellare la tassa. Per cui, come spesso accade in politica, l’apparenza fa a pugni con la sostanza. Chi si affidasse alle dichiarazioni di Bondi (che ingiunge al ministro di sforare il 3 per cento di deficit fissato dall’Europa), oppure prendesse alla lettera gli ultimatum di Brunetta sull’Imu, cui replica per conto del Pd Zanda, sarebbe indotto a credere che Letta possa andare davvero a casa, qualora non obbedisca ai diktat Pdl. Ma chi ha parlato con Silvio spiega che le cose stanno diversamente. L’uomo è convinto (alla pari dei sondaggi di Euromedia) che l’Italia tutto desideri, tranne una crisi di governo. Ha maturato la convinzione che, se il Pdl non brilla nei consensi come qualche settimana fa, ciò non ha nulla a che vedere con l’appoggio a Letta o con l’Imu, semmai con certe polemiche fuori misura nei toni e nella sostanza. In più, Berlusconi è il primo a provare disgusto per lo spettacolo di liti intestine tra «falchi»e «colombe», figurarsi il suo elettorato… Questo si scommette che stasera dirà ai suoi deputati, con una replica domani ai senatori.”

Immigrati, la scossa del Papa. Il Messaggero: “Storica visita di Papa Francesco a Lampedusa, da dove chiede perdono. La penitenza è per tutti. Nessuno ha il diritto di sottrarsi a questo esame di coscienza collettivo. Nell’isola degli sbarchi il pontefice «proveniente dalla fine del mondo» mette sotto accusa l’intero sistema sotto il profilo giuridico, economico e finanziario. «La globalizzazione dell’indifferenza verso gli altri ci rende tutti innominati, responsabili senza nome e senza volto». Il Pontefice ha deposto una corona di fiori in mare: «Non sappiamo piangere, mai più morti».”

Pd, Renzi pronto a correre per la segreteria. L’articolo a firma di Nino Bertoloni Meli:

“La data del congresso ancora no, a Guglielmo Epifani non sono riusciti a strapparla. Tuttavia i renziani apparivano soddisfatti se non proprio rassicurati, al termine della riunione della commissione sulle regole, segno che il treno congressuale si è messo comunque in marcia e non viene deviato, incassando per di più a sera l’edorsment di Veltroni per il sindaco. «La data precisa non c’è, è vero, ma aver ribadito che il congresso si farà entro l’anno è già molto», spiegavano alla Camera diversi renziani. La data non c’è ma ci sarà, al pari delle conseguenti primarie. Sì, perché le primarie rimangono (Epifani lo ha assicurato), saranno aperte, non limitate soltanto agli iscritti, sicché il segretario avrà una ampia legittimazione, numerica e politica, sarà un leader eletto da milioni di persone e non un semplice segretario organizzativo. Tutto positivo, dunque, tutto rose e fiori? Restano alcuni nodi. Uno lo spiega Paolo Gentiloni: «Primarie il 15 dicembre non sono un buon viatico. La partita è tutta da giocare». Tra gli altri scogli non pare ci sia più l’annosa questione della separazione delle carriere, il leader disgiunto dal premier, nel senso che Matteo Renzi non ne fa più una questione dirimente. Il motivo lo ha spiegato più volte ai suoi e anche in alcune interviste: «Se il segretario del Pd viene eletto da milioni di persone, è legittimato poi a candidarsi premier, non è che gli puoi dire no tu no». Una scelta politica, non statutaria. Le candidature a leader saranno a settembre, «e Matteo ha già in programma presenze a tappeto alle feste», annunciano i suoi.”

Curarsi in Europa, da ottobre si potrà scegliere e pagherà la Asl. L’articolo a firma di Carla Massi:

“Malati senza frontiere in Europa. Mancano poco più di tre mesi al 25 ottobre, giorno in cui i pazienti della Ue potranno liberamente scegliere dove farsi visitare, curare o operare. Da quel giorno un italiano avrà la possibilità di sottoporsi ad un intervento a Parigi, Londra e Stoccolma o un finlandese di venire da noi. Da oltre due anni la Ue ha votato questa direttiva. Ora, tutti i Paesi, stanno con il fiato sul collo e hanno messo in moto la macchina organizzativa in gran fretta. Dal momento che, alcune pratiche burocratiche, dovrebbero essere pronte entro il 24 agosto. In piena estate. La direttiva europea 2011/24 dà indicazioni e scadenze uguali per tutti gli Stati in modo che per l’autunno sarà possibile far viaggiare i pazienti con le stesse procedure amministrative, le stesse tariffe e un universale riconoscimento delle prescrizioni mediche. Una mega rivoluzione che riguarda 600 milioni di cittadini, 2 milioni di medici e 20 milioni di infermieri. In burocratese la rivoluzione si chiama “Applicazione dei diritti dei pazienti relativi all’assistenza transfrontaliera”, in pratica è un’apertura delle frontiere in corsia. Una sorta del Trattato di Schengen della salute. Regolato da norme identiche che, per alcuni dettagli, sono ora in costruzione. Il ministero della Salute ha appena istituito un gruppo operativo per affrontare il passaggio nella sanità europea. Che vuol dire omologare i prezzi, coinvolgere le Regioni in questa operazione, studiare nuove procedure amministrative e il sistema per far riconoscere a Londra, Bucarest e Oslo la stessa prescrizione medica. Che vuol dire partire ma anche accogliere pazienti che arrivano dalla Gran Bretagna, come dalla Romania.”

Fulmine in spiaggia, bimbo muore. L’articolo a firma di Mario Diliberto:

“Un boato assordante squarcia il cielo. Mentre due ragazzini crollano sulla spiaggia, avvolti da un bagliore accecante. Vicino c’è il pallone con il quale stavano giocando. Sulla sabbia calda si accascia Giovanni Carlucci, dodici anni, da pochi giorni in vacanza con la famiglia a Campomarino, in provincia di Taranto. E’ immobile e non respira, questo sfortunatissimo ragazzino che tutti chiamavano Harry Potter per quegli occhiali dai quali non si separava mai. A pochi centimetri si rotola il cuginetto di quattordici anni. Quei pochi centimetri fanno la differenza tra la vita e la morte. Giovanni è morto sul colpo. Centrato da un fulmine che si è abbattuto su quello scorcio di Puglia, mentre intorno c’era solo voglia di vivere e divertirsi. Quel ragazzino non ha avuto il tempo di rendersi conto del tragico destino che gli ha riservato la sua giovane esistenza. E’ morto lì sotto gli occhi del padre, che ha tentato disperatamente di rianimarlo. Forse lo hanno tradito proprio gli occhiali da vista, che potrebbero aver attirato la saetta killer. Difficile avere certezze.”

Loro Piana passa ai francesi per 2 miliardi. L’articolo a firma di Roberta Amoruso:

“Dall’inizio del ’900, sei generazioni fa, Loro Piana è il simbolo del made in Italy nel mondo. Lo è da quando la sede storica di Quarona Sesia, in Piemonte, ha iniziato a occuparsi del commercio della drapperia di lana. E anche quando è esploso come un marchio di eccellenza nella lavorazione di tessuti pregiati come il cachemire il gruppo è sempre stato saldamente nelle mani dei suoi fondatori. Ma da domani non sarà più così. L’80% del capitale di Loro Piana passerà nelle mani del gruppo francese LVMH, il colosso di Bernard Arnault che ha messo sul tavolo ben 2 miliardi per portarsi a casa il controllo della società. E’ un altro pezzo di Italia che se ne va in terra di Francia.”

“Pronto per i grandi”. L’intervista a Gianluigi Quinzi a firma di Fabio Paci:

“Galeotto un viaggio a Disneyland, nel 2004. Gianluigi frequenta la seconda elementare. Gioca a tennis da quattro anni e il papà Luca coglie l’occasione del viaggio oltreoaceno per iscrivere il tennista prodigio a tre tornei americani Under 8. Risultati? Due li vince, il terzo lo perde in finale. Alcuni tecnici avvicinano la famiglia. È forte, dicono. È così che Gianluigi Quinzi si ritrova alla Bollettieri Academy in Florida, seguito come un’ombra dalla mamma Carlotta Baggio. È li che inizia la favola dello scugnizzo azzurro capace di trionfare a Wimbledon. Torneo juniores, Murray è (ancora) lontano. Ma per l’Italia della racchetta è tantissimo. Quinzi, anche il ricevimento reale in smoking. «Un gioia incredibile. Io vicino a Murray e alla Bartoli, con tanto di papillon».”