Pd in allarme: emorragia di iscritti nel 2013?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 21 Maggio 2013 - 10:47 OLTRE 6 MESI FA
Pd in allarme: emorragia di iscritti nel 2013?

Pd in allarme: emorragia di iscritti nel 2013? (LaPresse)

ROMA – I problemi e le spaccature del partito democratico iniziano a tradursi in termini di tessere. Giovanna Casadio su Repubblica, in un pezzo dal titolo Tesseramento, allarme nei circoli pd “I nostri disastri fanno calare gli iscritti” fa una mappa dell’emorragia di militanti, da Bologna a Milano, da Roma alla Sicilia. Per ora si tratta più di un allarme di chi tiene il polso delle sezioni sul territorio che di un dato verificabile.

Nel 2012 le tessere pd sottoscritte sono state 550 mila. Una buona fetta di queste sono state fatte in Emilia, dove il “tradimento” sulla candidatura di Romano Prodi alla presidenza è sentito particolarmente:

“A Funo di Argelato, circolo bolognese del Pd, il responsabile organizzativo si sfoga: «Chiederei ai “101” cervelloni del Pd di spiegarmi come convincere la gente a tesserarsi ora!». Colpa dei 101 “franchi tiratori” che hanno impallinato Prodi nella corsa al Colle, ma anche dell’alleanza di governo con Berlusconi, se nel partito è allarme tesseramento. Carlo Galli, politologo e parlamentare — iscritto nello stesso circolo dove giacciono non ritirate le tessere del Professore e della moglie Flavia Franzoni — parla di un “rischio emorragia” di militanti. A Bologna e dintorni di fatto il tesseramento è fermo. È cominciato tardi, è vero, dopo le elezioni di febbraio, ma la strada è tutta in salita. E se le difficoltà si sentono nella “rossa” Emilia, figurarsi nel resto d’Italia.

Il comitato milanese per Matteo Renzi lancia un appello e una raccolta di firme online per scusarsi con il Professore: «Scriviamogli: presidente Prodi, io ti chiedo scusa e ti chiedo di restare». Sul suo blog sull’Huffington Post, Aldo Civico ricostruisce la sua conversazione con Prodi. Al Professore ha chiesto se fosse solo gossip l’addio al partito. «Un gossip fondato», ha risposto l’ex premier. Stefano Bonaccini, il segretario democratico dell’Emilia, si sta spendendo per evitare uscite: «Si sente che si fa più fatica, comunque il tesseramento è partito in ritardo e per ora siamo a metà». Domani convocherà una riunione ad hoc, come Enzo Amendola il segretario campano. Cecilia Alessandrini, segretaria della sezione di Prodi, racconta che il 10% non si è ancora presentato a rinnovare. Durante il caos Quirinale, lasciò un post-it in sezione per i militanti indignati: «Scusate, avete ragione»”.

Da Roma a Milano rimbalzano voci contrastanti, ma domina l’inquietudine:

“Ovviamente al Nazareno, la sede nazionale dei Democratici a Roma, invitano a non enfatizzare il calo. Nico Stumpo, responsabile dell’organizzazione quando Bersani era segretario, qualche giorno fa ragionava: «Se c’è la disaffezione per la politica, perché non dovrebbe riguardare anche i Democratici? Mica il nostro partito è un ente astratto». […]. In Lombardia, Maurizio Martina segretario regionale riunirà la settimana prossima tesoriere e segretari provinciali: «Le difficoltà ci sono, inutile negarle, però le assemblee sono partecipate. Ci sono circoli, come quello nel lodigiano, che si sono autosospesi, ma poi sono tornati. Alla Barona a Milano, l’altra sera, c’è stato un dibattito molto vivace». Nel 2012 gli iscritti democratici lombardi erano circa 43 mila”.