Pd e caos tessere, Travaglio e Gramellini su Berlusconi e la moglie di Renzi: prime pagine e rassegna stampa

di Redazione Blitz
Pubblicato il 7 Novembre 2013 - 08:35 OLTRE 6 MESI FA

Il Corriere della Sera: “Il Pd a un passo dalla rottura”.

La lettera aperta di Fabrizio Cicchitto a Silvio Berlusconi:

“Caro presidente, mi rivolgo a te sia per la profonda amicizia, sia perché reputo che alcuni aspetti della dialettica interna al PdlForza Italia sono inaccettabili. Mi dispiace dirtelo ma tu — e il Pdl-FI con te — rischi di diventare prigioniero dei «falchi» su una linea del tutto sbagliata, in alcuni casi frutto di estremismo, in altri di cinismo. Infatti qual è lo sbocco politico di questa inusitata richiesta di crisi di governo, sia che essa avvenga sulla legge di Stabilità, sia per la tua decadenza da senatore il 27 novembre in una situazione drammatica ma che si verificherebbe comunque poco tempo dopo per l’interdizione provocata da una sentenza? Due sarebbero gli effetti — entrambi rovinosi — di una crisi del governo Letta-Alfano da noi provocata. Se vi fossero elezioni pressoché immediate, il Pdl-FI regalerebbe al Pd la vittoria su un piatto d’argento: il centrodestra le affronterebbe azzoppato, senza un candidato forte, con Berlusconi impedito, con Alfano attaccato ogni giorno dai falchi, con Marina in odor di successione familiare e con poco tempo a disposizione per esser lanciata. Ma questa ipotesi di elezioni immediate è largamente improbabile perché il presidente della Repubblica ha già detto che non farà mai votare con questa legge elettorale. Rischieremmo un governo di scopo, senza di noi e contro di noi, che dovrebbe fare una nuova legge elettorale. Se tutto ciò non dovesse riuscire, il presidente Napolitano ha già detto che si dimetterebbe. Ci assumeremmo insomma la responsabilità di una crisi di sistema, pur non essendone noi i principali colpevoli. Se invece la crisi avvenisse nel caso della tua decadenza al Senato, ti voglio ricordare che quando hai giustamente preso l’iniziativa di dar vita a questo governo con un Pd allora guidato da Bersani, non ti facevi certo alcuna illusione sul fatto che il Pd avrebbe cessato di essere giustizialista e antiberlusconiano, come noi dall’altra parte non avremmo certo smesso di essere garantisti e contro il partito di Repubblica e i suoi subalterni seguaci. Il Letta-Alfano è un governo di emergenza, che deve misurarsi con due nodi: la crisi economica e l’esigenza delle riforme istituzionali”.

I figli, gli ebrei e Hitler. La gaffe del Cavaliere. Articolo di Lorenzo Fuccaro:

“L’ennesima anticipazione del libro di Bruno Vespa che distilla le parole di Silvio Berlusconi («I miei figli sono come gli ebrei sotto Hitler») scatena un pandemonio politico al quale lo stesso Cavaliere è costretto a porre rimedio in serata denunciando una «polemica strumentale» ai suoi danni, respingendo sdegnato l’accusa di essere un antisemita e dichiarando invece la sua profonda amicizia verso Israele. Tutto nasce quando, in mattinata, vengono diffuse alcune frasi dell’ex premier, una risposta da lui data all’anchorman che gli ha chiesto se è vero che i figli gli avrebbero chiesto di vendere tutto e di lasciare il Paese. «I miei figli — afferma Berlusconi — dicono di sentirsi come dovevano sentirsi le famiglie ebree in Germania durante il regime di Hitler. Abbiamo tutti addosso».
Tuttavia, nonostante l’amarezza che dice di provare per quanto è stato costretto a subire per quella che chiama «una persecuzione giudiziaria» («il mio primo sentimento è stato di non volerci credere, che fosse impossibile che capitasse a me tutto questo, sono stato assalito da una profonda indignazione che da allora non mi ha lasciato mai»), Berlusconi dichiara convinto che non abbandonerà il Paese. «Sono italiano al 100 per cento — scandisce — , in Italia ho le mie radici. In Italia sono diventato quello che sono. Ho fatto qui l’imprenditore, l’uomo di sport, il leader politico”.

Le fragilità parallele di Pdl e Pd si scaricano su Letta. La nota politica di Massimo Franco:

“Silvio Berlusconi prepara la resa dei conti interna per tentare di fermare una scissione. Il Pd è costretto a sospendere il tesseramento fra sospetti di irregolarità. E Scelta civica si sta spezzando. La fotografia dei tre alleati del governo di Enrico Letta non promette nulla di buono. La fragilità costituisce la sua condizione naturale, bilanciata da uno scudo istituzionale e internazionale finora a prova di crisi. Ma la sua maggioranza anomala non dà segni di riconciliazione: né fra i partiti né al loro interno. Berlusconi ha convocato per il 16 novembre il Consiglio nazionale, accelerando i tempi per tornare a Forza Italia. Le manovre per evitare la sua decadenza da senatore, però, continuano a fallire. E questo ingigantisce le incognite nei confronti di palazzo Chigi.
Nel Pdl le distanze fra i cosiddetti “lealisti” e l’ala governativa, che sembravano ridursi, aumentano. Ieri era stata annunciata una lista di 30 senatori e 26 deputati pronti ad appoggiare comunque il governo. E alcune frasi a dir poco incaute pronunciate dall’ex premier, che ha paragonato i propri figli a quelli degli ebrei ai tempi di Adolf Hitler, hanno aperto un altro fronte. Berlusconi ha parlato di «polemica strumentale», rivendicando l’amicizia storica con Israele. Ma intanto fioccavano le reazioni infuriate della comunità ebraica, che ha ritenuto quei giudizi un’offesa all’olocausto.
L’incapacità di riunificare i due tronconi nei quali oggi è spezzato il Pdl, d’altronde, segnala un difetto di leadership. Le immagini e le parole trasmesse dal centrodestra sono quelle di un partito diviso. Il vicepremier, Angelino Alfano, riunisce i ministri e i sostenitori del governo a palazzo Chigi. E Berlusconi riceve nella sua abitazione romana a palazzo Grazioli i “falchi” che invocano la resa dei conti con Alfano e gli altri “traditori”; che vogliono la crisi e vedono il ritorno a FI come una scorciatoia per le urne”.

La prima pagina di Repubblica: “Caos Pd, stop al tesseramento”.

Il Fatto Quotidiano: “Il Pd: blocchiamo le iscrizioni. I falsi tesserati sono già dentro”.

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 La Stampa: “Tasse sul lavoro, la mossa di Letta”.

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Giovani e operai, il segreto del boom dei Cinque Stelle. Il dossier di Fabio Martini:

“Il più forte terremoto elettorale nella storia della Repubblica, quello delle Politiche 2013, è stato determinato da sommovimenti di opinione e sociali più profondi di quelli intuiti a caldo, come rivela il Rapporto sul comportamento e le motivazioni degli elettori elaborato dall’Istituto Itanes e pubblicato da «Il Mulino», da oggi in libreria. Tanto per cominciare, mai come stavolta si è determinato un voto così diverso tra generazioni. Tra i giovani il successo del Cinque Stelle si rivela torrenziale, molto più ampio di ogni ragionevole immaginazione: il 44,6% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni ha votato per Grillo, mentre il Pd – che ripete di voler difendere la ragioni dei giovani – non è stato assolutamente creduto, raccogliendo in questa fascia d’età un modesto 16,6%. E tra i disoccupati in cerca di prima occupazione, il partito allora guidato da Pier Luigi Bersani, subisce una beffa: è superato persino dal Pdl. Ma se, per pura ipotesi, avessero votato soltanto i «sessantottini»? Allora sì, avrebbe vinto il Pd: nella generazione del Sessantotto, il partito democratico risulta il primo, col 29,3%, quasi cinque punti in più della media ottenuta alle elezioni. Tra i numerosi spunti offerti dallo studio Itanes, uno riguarda anche il futuro: in una ricerca concentrata sugli elettori del Pdl, si scopre chi non ha più votato per quel partito, lo ha fatto in larga parte per insofferenza nei confronti di Berlusconi. Con ciò dimostrando quanto sia stretta – ma non impraticabile – la strada per gli (eventuali) «scissionisti» alfaniani: chi ha rivotato Pdl, continua a stimare Berlusconi e all’88% è pronto a rifarlo, mentre chi lo ha lasciato, è perché ha dato un giudizio negativo sul Cavaliere e sul suo governo”.

La Procura di Ivrea: “All’Olivetti operai uccisi dall’amianto”. Articolo di Giampiero Maggio:

“Dopo l’Eternit di Casale Monferrato tocca all’Olivetti di Ivrea. La Procura ha aperto un’inchiesta per 20 morti sospette a causa del contatto con l’asbesto. Operai che avevano lavorato in alcuni stabilimenti dell’azienda – inquinati da sostanze cancerogene è l’ipotesi dei magistrati – dove si fabbricavano telescriventi e personal computer. Uomini e donne che dopo la pensione si sono ammalati di mesotelioma pleurico. Tutti deceduti tra il 2003 e i primi mesi di quest’anno, ma che tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Novanta avevano lavorato in reparti contaminati da fibre di amianto, inalando polveri nocive che anno dopo anno li hanno consumati fino ad ucciderli.

E’ questo il sospetto dei magistrati eporediesi. Le persone indagate sono più di 20. Ci sono nomi pesanti. C’è Carlo De Benedetti, che fu presidente dell’azienda dal 1978 al 1996 e suo fratello Franco, che all’Olivetti aveva ricoperto il ruolo di vicepresidente e amministratore delegato. Nella lista anche il nome di Corrado Passera. Il banchiere ed ex ministro del governo Monti, infatti, era stato co amministratore delegato tra il 1992 e il 1996. L’accusa per tutti è omicidio colposo e lesioni colpose plurime. Il sospetto è che non fossero state adottate le contromisure necessarie per evitare che gli operai venissero a contatto con le fibre di amianto. «Chiediamo giustizia» dicono adesso le famiglie delle vittime e coloro che, malati ma ancora vivi, oggi lottano contro il cancro. Molti annunciano che, in caso di processo, si costituiranno parte civile”.

“New York sarà una città progressista”. Dall’inviato Paolo Mastrolilli:

“A giudicare dalla maggioranza bulgara che ha ottenuto, 73% dei voti, l’ostacolo principale al successo di Bill de Blasio come sindaco di New York non verrà dall’opposizione repubblicana, squagliata dopo vent’anni di amministrazioni Giuliani e Bloomberg. Come spesso accade tra i democratici, invece, i problemi potrebbero arrivare proprio dall’interno. Il primo è il fantasma di David Dinkins, e il secondo è il rischio di una rivalità col governatore dello stato Andrew Cuomo”.

La prima pagina del Giornale: “La moglie di Renzi fa la furbetta”.