Professionisti e partite Iva si ribellano alla tassa Rai. Villa, Il Giornale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Luglio 2014 - 16:03 OLTRE 6 MESI FA
L'articolo di Gabriele Villa

L’articolo di Gabriele Villa

ROMA – “Sconcertati e indignati molti associati – scrive Gabriele Villa del Giornale – più prudenti e, comunque, in attesa di chiarificazioni da parte della Rai, i vertici di Confcommercio”.

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Sta dividendo l’Italia, non c’è che dire, questa storia del canone speciale, l’ultima gabella di Stato affibbiata, tramite la Rai, a tutti coloro, piccoli imprenditori, negozianti, associazioni culturali etc, che, nel computer, che hanno tra le pareti delle loro sedi, potrebbero nascondere il famigerato sintonizzatore che permette di vedere i programmi televisivi. Ma, a giudicare dalla mole di e-mail e di telefonate che stanno arrivando alla nostra redazione è molto più folto e deciso ad andare fino in fondo, l’esercito di quegli italiani che non hanno intenzione di pagare il canone speciale. Semplicemente perché, come non riesce difficile credere, usano il computer solo ed esclusivamente per lavoro e non saprebbero che farsene di un sintonizzatore. A tentare di dare la sveglia alla sua Confederazione di riferimento, la Confcommercio, ci ha pensato ieri Dario Dal Cason, presidente dell’omonima Trading srl, che, in una mail inviata alla sua associazione di categoria, l’Ascomut, Associazione italiana macchine, tecnologie e utensili e, naturalmente per conoscenza a noi de Il Giornale, invita all’azione. Leggiamola insieme: «Buongiorno, gradiremmo sapere se Confcommercio intende mettere in campo delle iniziative, in caso affermativo quali, contro la Rai a mezzo “canone aggiuntivo” per tutte le attività produttive. Se vi sarà un’azione comune noi vi parteciperemo, se non ci sarà andremo avanti da soli e non pagheremo ed adiremo a tutte le sedi necessarie, foss’anche ricorrere alla Corte di Giustizia dell’Aja. Contiamo su iniziative forti e coraggiose da parte di Confcommercio». Fin qui la mail del presidente e titolare dell’azienda che ha sede a Torino. Il quale accentua poi con il Giornale i suoi toni e le sue richieste auspicando esplicitamente che «Confcommercio tramite la nostra associazione Ascomut, si dia da fare in tempi brevi magari invitare tutti gli iscritti ad associazioni di categoria ad un’azione comune che risulterebbe sicuramente più incisiva nei confronti della Rai». E la rotta che intraprenderà al riguardo nei prossimi giorni Confcommercio viene anticipata al Giornale dal responsabile delle politiche per lo sviluppo della Confederazione. «Il problema del canone speciale è, prima di tutto, che si tratta di un tassa ancorata ad un regio decreto e già questo la dice lunga sulla necessità quantomeno di riformarla. La ratio del provvedimento è comunque tale che obbliga ad una lettura in questo senso: se io utilizzo un televisore o qualsiasi altro apparecchio, dotato di sintonizzatore, per migliorare il mio business e aggiungere maggior appeal nei rapporti con la mia clientela, allora è fuor di dubbio che il canone speciale va pagato. Altrimenti no. Stesso discorso dovrebbe valere per un computer con sintonizzatore. Ma se il computer che sta anche nel retrobottega del negozio non ha sintonizzatore e viene usato dall’esercente per l’amministrazione etc in questo caso non rientra nei casi sollecitati dalla Rai». Da qui alla rivolta fiscale ce ne passa comunque per la Confcommercio «perché -come sottolinea Fulvio – ci sono troppe zona d’ombra e noi non ci sentiamo di invitare i nostri associati a non pagare. Potremmo procurare loro un danno. Potrebbe arrivare loro una cartella esattoriale molto più pesante. Quindi il nostro impegno è quello di sollecitare ancora una volta la Rai ad essere più chiara, magari con il contributo del legislatore che modifichi e attualizzi una volta per tutte questo provvedimento». In compenso dalla Cna arrivano echi di guerra: «La Rai torna sul luogo del delitto. E punta al colpo grosso: un miliardo. Due anni fa aveva già provato lo stesso prelievo forzoso, esigendo il pagamento indistinto del canone speciale da tutte le imprese. Ma la reazione del mondo produttivo e delle associazioni, Cna in testa, l’aveva costretta alla marcia indietro», dichiara Daniele Vaccarino, presidente nazionale della Cna. «Chiediamo al governo e al parlamento – intima Vaccarino – di imporre il blocco immediato dell’odioso provvedimento adottato dalla Rai, dell’invio dei bollettini e soprattutto del pagamento indiscriminato del nuovo canone».