Proposta Pd contro odio sul web: “Via da blog e social i contenuti lesivi”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Febbraio 2014 - 09:57 OLTRE 6 MESI FA
Alessandra Moretti (Pd): "Via da blog e social i contenuti lesivi"

Alessandra Moretti (LaPresse)

ROMA – Un duro intervento sulla normativa per difendere il diritto all’oblio in Rete e soprattutto “una procedura più agile e celere” per far rimuovere dal web le informazioni “lesive della propria dignità” diffuse su qualsiasi “rete di comunicazione elettronica”.

Sulle testate giornalistiche, dunque, ma anche su blog e social network. Queste, in sintesi, le novità della proposta di legge presentata dai deputati Alessandra Moretti e Francesco Sanna, sottoscritta da altri colleghi del Pd, che sarà presentata nei prossimi giorni. “Un intervento a 360 gradi – assicura la Moretti – che tutela anche i minori, sempre più vulnerabili. È un intervento necessario. Ma vorrei precisare una cosa: non c’è alcun bavaglio per la Rete. Anzi, credo che questo testo sia migliorabile, quindi mi piacerebbe aprirlo al contributo dei blogger”.

Scrive Marco Bresolin su La Stampa:

Già lo scorso anno anche Laura Boldrini aveva auspicato un intervento contro «l’anarchia che regna nel web». E proprio nei giorni scorsi il presidente della Camera è stata di nuovo bersaglio di insulti sui social network in seguito all’ormai famosa domanda provocatoria di Beppe Grillo: «Cosa succederebbe se ti trovasi in macchina la Boldrini?». La Moretti, a sua volta oggetto di un recente attacco via web, ha scritto una lettera al «Corriere» anticipando la proposta di legge e annunciando: «Bisogna mostrare i volti di chi insulta sul web». La gogna.

In realtà, nella proposta di legge non c’è nulla di ciò («era una provocazione» dice Moretti). Il testo è composto da quattro articoli e due sono più o meno simili al testo sulla diffamazione già approvato dalla Camera e ora all’esame del Senato. Ossia niente carcere per i giornalisti e nemmeno per chi viene condannato per diffamazione o ingiuria. Con una novità: in caso di diffamazione, la pubblicazione della rettifica «può assumere causa d’improcedibilità sopravvenuta, che determina la pronuncia di non luogo a procedere». Resta da capire che fine farà il testo in caso di approvazione di quello già in Senato (…)