Lo psicodramma di Ncd: “Siamo qui a fare i cogl…”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 24 Dicembre 2013 - 12:58 OLTRE 6 MESI FA
Lo psicodramma di Ncd: "Siamo qui a fare i cogl..."

Lo psicodramma di Ncd: “Siamo qui a fare i cogl…”

ROMA – “Siamo qui a fare i cogl…” Il Giornale riporta il contenuto di una telefonata di fuoco tra Cicchitto e Alfano e parla di psicodramma nel NCD, il Nuovo Centro Destra:

Cronache di un’avventura cominciata male, che ri­schia un epilogo ancor peggiore: una vera tragedia poli­tica dai tratti a volte comici. Lune­dì sera, in un’aula di Montecito­rio deserta in attesa che finisca la conferenza dei capigruppo, va in scena una seduta di autocoscien­za collettiva dei deputati del Ncd. Sono in tanti: Fabrizio Cic­chitto, che tiene banco, e poi Sal­tamartini, Vignali, Misuraca, il vi­ceministro Casero. Proprio que­st’ultimo offre lo spunto per uno sfogo di Cicchitto: «In queste set­timane – esordisce – non abbia­mo avuto una linea economica. In commissione tu Casero non ti sei mai fatto vedere, hai latitato. Casini su casini e ora ne scoppie­rà u­n altro al ministero dell’Inter­no… Per non parlare della pole­mica sulle slot machine: Angeli­no è intervenuto dopo Renzi. Ad­dirittura 24 ore dopo. Troppo…».

In questo crescendo di recrimi­nazioni Cicchitto, senza ascolta­re le giustificazioni di Casero, prende al volo l’occasione per fa­re una t­elefonata collettiva ad An­gelino Alfano. Più che una telefo­nata è un grido di allarme, dispe­rato: «Angelino sono qui alla Ca­mera a fare il cog… ( l’espressione è facilmente intuibile, ndr ) tra i cog… Qui crolla tutto. Il governo e non solo. I grillini stanno met­tendo a soqquadro il Parlamen­to perché si sono accorti della norma sugli affitti d’oro.Sono tut­ti incazzati con noi. Sulla casa quasisicuramentesarannoalza­te le aliquote di tassazione. La Confindustria è fuori di sé per­ché è stata allargata la platea che usufruirà dell’intervento sul cu­neo fiscale anche ai pensionati. Ne è venuta fuori una misura de­bole, annacquata per acconten­tare i sindacati che, comunque, restano incazzati con noi. Senza contare che i risparmi sulla spen­ding review finiranno per essere assorbiti non da interventi per ri­durre le tasse, ma dalla spesa cor­rente ».
All’altro capo del telefono Alf­a­no cerca di difendere qualche ri­sultato ottenuto da Ncd, ma Cic­chitto non sente ragioni: «No An­gelino, la verità è che non contia­mo niente. Dobbiamo riunirci. E me ne fotto delle marchette!…An­che perché quelli del Pd le han­no fatte solo per loro».
Insomma, al di là dei discorsi ufficiali e della retorica di rito, questo episodio (eviterei smenti­te perché ci sono i testimoni), apre uno squarcio su una mag­gioranza che non funziona e, a sentire gli interessati in questi ra­ri momenti di sincerità, sa di non funzionare. Ma va avanti lo stes­so, in una recita sempre meno convincente e con gli attori sul palcoscenico sempre più svo­gliati. Questa maggioranza resi­duale non è nulla di più che una toppa non riuscita al fallimento delle larghe intese. Dei discorsi e delle speranze che diedero vita otto mesi fa a questo governo non è rimasto più niente, se non la pervicace- e cieca- volontà del capo dello Stato, e del premier, di non ammettere la sconfitta. La parte di gran lunga maggiorita­ria del centrodestra, infatti, è pas­sata all’opposizione per salvarsi dagli errori di un esecutivo inca­pace di rimettere in moto l’eco­nomia del Paese. Contempora­neamente,il Pd ha cambiato lea­der e politica e, almeno su un punto, il neo-segretario Matteo Renzi è sincero: non ha mai cre­duto e non crede a maggioranze che mettano insieme il diavolo e l’acqua santa; anzi, le considera estremamente nocive. Tant’è che cerca il consenso – siamo al paradosso – lanciando bordate sul governo.
Quindi, restano Alfano e i suoi a guardia di un bidone vuoto. Di un esecutivo a cui nessuno crede più: non ci crede il principale alle­ato che, infatti, li sfotte un giorno si è un altro no; ma, soprattutto, questo governo non ha neppure la fiducia di un italiano su quat­tro. Nell’ultima settimana l’indi­ce di gradimento è passato dal 23,5 al 22% secondo Euromedia research: siamo di fronte proba­bilmente al governo più impopo­lare di questo Paese da quando i sondaggi sono stati applicati alla politica. In queste condizioni c’è da chiedere agli esponenti del nuovo centrodestra, vale la pena di andare avanti? Sicuramente da questa stabilità«del cimitero» (per usare le parole del Wall Stre­et Journal ) il Paese non trae al­cun beneficio. E non ne trae nep­pure il cent­rodestra a cui gli espo­nenti di Ncd continuano a dire di fare riferimento.
Anzi, le contraddizioni si molti­plicano: come si può immagina­re di mettere in piedi in futuro una coalizione insieme, quando in questi giorni Alfano e Schifani stanno tentando di escludere Forza Italia dal confronto sulla legge elettorale? E questo è solo l’ultimo espediente di Palazzo per tenere in piedi un esecutivo che la stragrande maggioranza dell’opinione pubblica del Pae­se non vuole più. Del resto è la pa­ura il le­itmotiv dello sfogo dell’al­tra sera di Cicchitto: questa espe­rienza, infatti, oltre a logorare og­gi il consenso di Ncd, lo sta pri­va­ndo anche dell’unica prospet­tiva politica che ha per il domani. Diciamoci la verità, neppure cin­que ministeri valgono l’assenza di un futuro.