Rai, il Fatto: “Giovanni Floris chiede spazio e minaccia di lasciare”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Giugno 2014 - 09:11 OLTRE 6 MESI FA
Floris chiede spazio e minaccia di lasciare

Floris e Matteo Renzi (LaPresse)

ROMA – Giovanni Floris, conduttore di Ballarò, sarebbe pronto a rifiutare un contratto triennale con la Rai. E Mediaset è pronta a prenderlo.

Scrive Carlo Tecce sul Fatto Quotidiano:

Un asterisco, minuscolo. Un asterisco a matita sta accanto al rettangolino di Ballarò nei palinsesti per la prossima stagione Rai. Quest’asterisco trasmette un dubbio che agita viale Mazzini in bassa frequenza: Giovanni Floris, dodici ininterrotti anni il martedì su Rai3, potrebbe rifiutare il contratto per un rinnovo di un triennio. E la questione non è meramente economica.

E il ritardo per le trattative su decine di accordi scaduti – intoppo che angoscia esegeti di ricette culinarie (Antonella Clerici) e mai pentiti produttori di plastici (Bruno Vespa) – non è convenzionale. Perché il giornalista non vuole svernare nel mercato protetto di Rai3 con ascolti che inevitabilmente andranno giù, appeso a un canale che smarrisce risorse, depaupera patrimoni identitari e s’aggrappa al salottino con poltrone di cartone per tirare su lo share e un po’ di polvere. Questa Rai è congestionata e Floris, che il pubblico ricorda livido per il battibecco con Matteo Renzi, la provoca: vuole fare un programma su Rai1 o una striscia su Rai3 o una seconda serata su Rai2. Vuole andare oltre Ballarò perché s’intravede invecchiato e deprezzato dopo l’ennesima edizione di Ballarò e dopo la replica di un circolo di ospiti che potrebbe formare una compagnia teatrale. Floris s’abbatte contro la scogliera Porta a Porta, che sta per preparare il ciclo numero 19.

Quando i giornalisti-conduttori vogliono litigare, dicono: soltanto da noi esiste la concorrenza interna. E quando vogliono alludere a Porta a Porta, aggiungono: Vespa permettendo. Quattro giorni su sette – che dovrebbero diventare 3 su 7 – sono bloccati perché i programmi non possono invadere il campo di Porta a Porta né, orrore, traslocare su Rai1. Vespa ha un po’ di detrattori e tanti, tanti amici. Quest’ultima campagna elettorale l’ha consacrato a sdoganatore di Beppe Grillo, a cerimoniere essenziale per Silvio Berlusconi e il giovane Renzi, che sono passati e ripassati per due volte in un mese. Chissà se avrà contato nei progetti di Floris e nelle repliche di viale Mazzini la plateale idiosincrasia fra Renzi e il giornalista, non abituato a ringhiare al potere, ma che s’è conquistato decine di retroscena per le domande sui 150 milioni di euro e le manovre economiche.

Mediaset s’affaccia su viale Mazzini, pronta a ghermire l’icona di Ballarò, il luogo più istituzionale e ovattato – su questo la sfida con Porta a Porta è pari e patta – che l’azienda espone. Già tre anni fa, in epoca di governo di papà Silvio, Pier Silvio Berlusconi blandì il conduttore dei concorrenti: “Ha firmato? Peccato, l’avrei voluto da noi”. Più che le ambizioni personali di Floris, la faccenda di viale Mazzini è curiosa perché avvia una baruffa a distanza fra colleghi che i dirigenti hanno cercato di sotterrare (almeno) per un decennio, a scapito di partenze eccellenti e un impoverimento di offerte-risultati-immagine. E poi c’è la questione “sacrifici” che s’interseca con le richieste di Floris, le pressioni di Vespa (che non vuole mollare la quarta serata), i bonifici che s’aspettano i vari Antonella Clerici, Fabrizio Frizzi e Carlo Conti (…)