Rassegna stampa. Draghi gela le attese, Borse giù. Scommesse, scontro Juve-Figc

Pubblicato il 3 Agosto 2012 - 09:46 OLTRE 6 MESI FA
Il Corriere della Sera 3-8-12

La cura di Draghi c’è, ma delude i mercati. Il Corriere della Sera: “La Banca centrale europea annuncia un programma di azioni straordinarie a sostegno dell’euro, ma i governi che vorranno accedere al fondo salva Stati dovranno approvare prima le regole su tale intervento e poi accettarne le condizioni. L’avvio in rialzo dei listini del Vecchio Continente si è bloccato alle parole del presidente della Bce, Mario Draghi. Deluse le aspettative, le Borse hanno cambiato rotta sotto la pressione delle vendite: Milano ha perso il 4,6%. Lo spread ha superato quota 500. Il premier Monti: in questo momento gli aiuti non ci servono.”

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Draghi: pronti a interventi straordinari. L’articolo a firma dell’inviato a Francoforte Stefania Tamburello:

“«Non abbiamo fatto passi indietro», molte cose dette a Londra sono state riportate nel documento approvato ieri dal consiglio direttivo, «che unanimemente si è impegnato a sostenere l’euro» a fronte di spread in alcuni casi «inaccettabili», dice Draghi spiegando che l’impegno ad agire con operazioni non standard sul terreno dell’acquisto dei bond sul mercato secondario è stato approvato con un’unica voce discorde. Certo, precisa, si tratta per ora solo di una possibilità che richiederà un lavoro di riflessione e di studio per disegnare le nuove misure. E si tratta soprattutto di un’azione che richiede la prioritaria azione dei governi. «Ancora nessun Paese ha chiesto l’intervento del Fondo salva Stati», Efsf o Esm che sia, spiega insistendo sulla necessità che i governi approvino prima le regole su tale intervento, che comprendono la condizionalità. Insiste molto Draghi sulla condizionalità che varrà anche per l’Italia nel caso chiedesse lo scudo antispread. «Le azioni dei governi sono essenziali per ristabilire» una corretta trasmissione della politica monetaria che «non può riempire il vuoto» rappresentato da squilibri nei conti pubblici o nella discesa della competitività L’ex governatore di Bankitalia torna sull’irreversibilità dell’Euro.”

Una svolta incompresa però servirà. L’articolo di Francesco Daveri:

“Dal Consiglio direttivo della Bce i più ottimisti si aspettavano un taglio dei tassi di riferimento per i mercati finanziari. Ma ormai il tasso sulle operazioni di rifinanziamento principale è allo 0,75 per cento e quello sui depositi delle banche presso la Bce è stato azzerato. Il rischio di insolvenza che incombe sul governo spagnolo e anche su quello italiano non deriva quindi dai tassi della Bce ma dallo spread, dalla differenza tra il tasso che pagano i governi dei Paesi a rischio per finanziarsi e il tasso che paga il governo tedesco. Un altro taglio dei tassi non avrebbe nemmeno scalfito lo spread. C’era anche la speranza che Draghi annunciasse una riedizione del Securities market program dell’estate 2011 quando la Bce di Trichet si impegnò ad acquistare sul mercato secondario, e quindi a sostenere, il valore di mercato dei titoli dei debiti spagnoli e italiani.”

La solitudine del falco tedesco i passi (obbligati) dei governi. L’articolo a firma di Federico Fubini:

“La condizione richiesta è che i politici dei Paesi beneficiati alzino bandiera bianca. Fosse una guerra europea, la si potrebbe definire la firma di una pace separata per accedere ai soccorsi del vincitore. Ma questo non è un conflitto. È la crisi di alcune economie che per decenni hanno camuffato accumulando debito — pubblico e privato — il loro rifiuto di adattarsi al mondo che cambia. Per accedere all’aiuto della Bce, occorre dunque che i due grandi Paesi latini chiedano l’intervento dei fondi salvataggi europei (oggi l’Efsf, da settembre quello permanente dell’Esm). Questi ultimi potranno poi comprare Btp e Bonos a lungo termine all’emissione, mentre la Bce compra titoli a breve sul mercato. Prima però i premier Mario Monti e Mariano Rajoy dovranno sottoscrivere un «memorandum d’intesa» che impegna i loro Stati su un calendario di misure per i prossimi anni e accetta le verifiche periodiche di Bruxelles e Francoforte. La Finlandia, quanto a questo, pretende anche di più: il premier Jirky Katainen vorrebbe che la Spagna e l’Italia garantissero con una parte del loro patrimonio i titoli comprati dall’Efsf/Esm; in caso di default, quel patrimonio passerebbe alla Finlandia.”

Tornano gli acquisti di Bond assieme al fondo salva Stati. L’approfondimento di Giuliana Ferraino:

“Di certo è che per Draghi il problema del differenziale con i Bund tedeschi va affrontato in modo fondamentale. E il «modo fondamentale» è sempre lo stesso. «Per creare le condizioni fondamentali per far sparire i premi di rischio, i politici dell’eurozona devono continuare a spingere sul consolidamento fiscale, sulle riforme strutturali e sulla costruzione delle istituzioni europee con grande determinazione», dice Draghi. Ma poiché queste cose richiedono tempo, e i mercati spesso si convincono solo quando i risultati diventato visibili chiaramente, i governi possono «comprare» tempo chiedendo di attivare i fondi europei salva Stato Efsf-Esm sul mercato dei bond in circostanze di mercato eccezionali se esistono rischi alla stabilità finanziaria. Ma sotto rigide condizioni. E a controllare sarà probabilmente la troika composta da Commissione Ue, Bce e Fmi.”

Addio Germania felix, i tedeschi pessimisti sul futuro. L’articolo a firma dell’inviato a Berlino Giovanna Stringa:

“Qui in Germania i giornali hanno dedicato intere pagine all’anniversario. Piene di stima. Con i suoi 3.454 metri sul livello del mare, il punto più alto della ferrovia svizzera surclassa perfino la montagna più alta di tutta la Germania, la Zugspitze, 2.962 metri; nessuno lo ha scritto, ma in molti per strada lo hanno pensato. Così il grande Paese dell’industria high tech si è «inchinato» alla tecnica del piccolo vicino d’oltre Reno. Dallo snobismo all’ammirazione. Come succede anche nella finanza, nonostante le tensioni sui conti elvetici dei paperoni tedeschi.”

Crollano le Borse deluse dalla Bce. La Repubblica: “Il presidente della Banca centrale: sì agli acquisti di Bond, ma ci sono regole per gli aiuti. Monti: l’Italia non ha bisogno di alcun salvataggio.”

Così “Super Mario” ha isolato i falchi solo la Bundesbank contro la sua linea. L’articolo a firma dell’inviato a Berlino Andrea Tarquini:

“Un patto di rigore caso per caso che impegnerà, per esempio a Madrid o a Roma, non solo gli esecutivi attuali ma anche i governi futuri, euroentusiasti o euroscettici che siano. Quello della condizionalità è stato, secondo fonti di Francoforte, un argomento decisivo. Rafforzato, peraltro, dalla considerazione che ormai gli spread alti determinano differenze rilevanti dal costo del denaro per le aziende nei vari Paesi, una disuguaglianza inaccettabile per l’integrazione europea e secondo i principi del mercato unico.”

Ilva, tafferugli a Taranto blitz per contestare i sindacati arrivano i soldi per la bonifica. L’articolo a firma di Mario Diliberto:

“I contestatori puntano diritti sul palco. La folla si spacca dinanzi all’avanzata di quella falange. Riescono a staccare il microfono ufficiale e Landini resta senza parola. Conquistano la piazza, usando come ariete un tre ruote. Si teme il peggio. Landini rifiuta di scendere dal palco, mentre Luigi Angeletti e Raffaele Bonanni lo abbandonano precipitosamente e si dileguano. Nella piazza resta anche Susanna Camusso, a pochi metri dalla folla ostile che accende fumogeni rossastri, proprio come i fumi dell’Ilva. Volano anche uova. I capi della contestazione si lanciano in un controcomizio. Così il cuore di Taranto nel giro di pochi giorni si trasforma di nuovo in una polveriera. Il questore Enzo Mangini grida ordini a raffica e gli agenti in tenuta antisommossa entrano gradualmente nell’arena. I contestatori comprendono la mossa e battono in ritirata, sospinti dal cordone in divisa. Il faccia a faccia è da brividi. Si accendono altri fumogeni che rendono l’aria irrespirabile. Tensione e nervosismo salgono alle stelle e il corpo a corpo sembra inevitabile. La battaglia, però, è solo sfiorata.”

Bersani: “Non sposeremo l’Udc ma le nostre porte sono aperte”. L’articolo a firma di Silvio Buzzanca:

“Il leader centrista si limita a scrivere su Facebook che sceglie il silenzio perché «mentre l’Europa rischia di affondare per questioni drammaticamente serie che richiedono finalmente l’assunzione di responsabilità di tutti i governi a partire dalla Germania, in Italia nel teatrino della politica è un fiorire di dichiarazioni che danno prova di ben poca serietà». Casini tace, ma Bruno Tabacci, ex Udc, ora all’Api, lo invita invece non solo a parlare chiaro sulle alleanze, ma a candidarsi alle primarie del centrosinistra. Mossa che Tabacci ha annunciato ieri per riequilibrare al centro il centrosinistra.”

Il Giornale 3-8-12

Quarto Reich. Il Giornale: “I no della Merkel e della Germania rimettono in ginocchio noi e l’Europa Borse a picco e Monti fa il finto tonto: «Non hanno capito Draghi».” L’editoriale a firma di Alessandro Sallusti:

“Ha vinto la Germania, hanno perso l’Ita­lia, l’Europa, l’euro. Ha perso Monti, portato a spasso per mesi dai tedeschi con false promesse, ha perso Mario Dra­ghi che, come capo della Banca Centrale, si è dovu­to inchinare al volere della Merkel. Le conclusioni del decisivo vertice di ieri sono, in sintesi, queste: i poteri d’intervento diretto della Banca Centrale re­stano quelli attuali, cioè quasi zero; gli Stati in diffi­coltà che vorranno accedere agli aiuti dovranno di fatto rinunciare alla sovranità e accettare nuove im­posizioni e sacrifici decisi tra Bruxelles e Berlino. Gli speculatori hanno subito festeggiato: lo spread è risalito oltre i 500 punti, le Borse sono precipitate. Di fatto, da ieri, l’Italia (e non solo lei) non è più in Europa ma nel Quarto Reich.”

I tedeschi salvatori dell’euro? Macché, l’Italia spende di più. L’articolo a firma dell’inviato a Berlino Angelo Allegri:

“Il paradosso è che ad assumere gli oneri maggiori in rap­porto al Pil sono proprio due tra gli Stati a rischio: Italia e Spagna. Sono loro a versare al fondo Efsf, quello incaricato di sostenere le capitali in affanno, le som­me proporzionalmente maggiori (vengono cal­colate in rapporto alla quota posseduta nella Banca centrale europea). Quasi il 4% del reddito pro­dotto ogni anno. Solo in terza battuta arriva la Germania.”

Bersani, Vendola, Casini. Elettori in rivolta. Il Fatto Quotidiano: “Alleanze: sul web lo psicodramma del centrosinistra “Basta abbracci mortali”, “Nichi, riesumiamo pure Mastella?”. Nell’Idv crescono i malumori. De Magistris: Lancio la lista dei sindaci.”

PER APPROFONDIRE L’ARGOMENTO LEGGI L’ARTICOLO DI BLITZ QUOTIDIANO

Svendola. L’editoriale di Marco Travaglio:

“Resta solo da vedere se sarà ancora Monti a guidare il “nuovo” governo, o traslocherà al Quirinale cedendo il posto a Passera (è indagato per frode fiscale, dunque in pole position): ormai l’unico a credere che il premier sarà Bersani è Bersani. Ma la politica del futuro resterà la stessa, detta anche pudicamente “agenda Monti”: prendere ai lavoratori per dare ai banchieri, prendere agli onesti per non disturbare i ladri. E massacrare le guardie. L’ostracismo all’Idv deciso dal Pd e digerito da Svendola regala a Di Pietro due occasioni d’oro. 1) Fare pulizia nel partito a sua insaputa: la prospettiva di qualche strapuntino nell’ammucchiata che verrà ingolosisce i dipietristi-democristi, vecchie muffe che non stavano con lui per difendere la legalità, ma per agguantare qualche cadrega e qualche titolo sui giornali, e ora se ne vanno senza bisogno di cacciarli. 2) Tornare alle origini per catalizzare il fronte trasversale che non ci sta (non solo a sinistra) al regime del “tutti dentro” e prepararsi a guidare l’opposizione con i giovani di 5 Stelle (la Lega, ormai, sfugge ai radar). Ce la farà? Solo se una volta tanto azzeccherà i candidati, tenendo alla larga gli Scilipoti e i Lannutti vecchi e nuovi.”

La Gazzetta dello Sport 3-8-12

Regine dei Giochi. La Gazzetta dello Sport: “Di Francisca, Errigo, Vezzali e Salvatori conquistano l’oro nel fioretto a squadre battendo la Russia.” L’articolo a firma di Marisa Poli:

“Si sono prese tutto. Le splendide ragazze del fioretto, dopo la tripletta dell’individuale, hanno stravinto la prova a squadre per un Grande Slam senza precedenti. In una di quelle giornate da registrare e mettere via, perché sono la storia, sotto le luci dell’Excel, esaltate dall’urlo «Italia, Italia», Elisa Di Francisca, Arianna Errigo e Valentina Vezzali, con il rinforzo di Ilaria Salvatori, brillano come oro. È la garanzia ventennale del Dream Team che dai Giochi di Barcellona in poi, ha conquistato 4 ori e un bronzo (poteva essere di più, ma ad Atene il fioretto a squadre non era nel programma). È la squadra delle meraviglie che nelle ultime quattro stagioni ha arricchito la cassaforte con due ori e un argento mondiali, tre ori europei e tre Coppe del Mondo di fila. Più di così, è impossibile.”

Juve-Figc: scontro finale. Patteggiamento andato in fumo «Condannate Conte a 15 mesi». L’articolo a firma di Maurizio Galdi:

“Come si passa da sette mesi di squalifica (sei mesi per la prima omessa denuncia, uno per la seconda) del patteggiamento ai 15 di ieri? Il patteggiamento è un accordo tra le parti. Si fa un po’ al contrario: partendo da quello che si vuole ottenere, per Conte tre mesi e 200 mila euro di multa che avrebbero «compensato gli ulteriori cinquanta giorni di squalifica». Ecco che per arrivare a questo bisognava partire dalle sanzioni minime: sei mesi per l’omessa denuncia, un mese per la reiterazione. Saltato l’accordo, Palazzi ha applicato quanto già chiesto in passato per casi analoghi: un anno di squalifica per l’omessa denuncia più tre mesi per la reiterazione. Ultimo tentativo Prima della richiesta di Palazzi c’era stato un ultimo tentativo di mediazione. Gli avvocati di Conte erano arrivati da Torino poco dopo le 14 e avevano presentato una loro controproposta: quattro mesi più l’ammenda, ma Palazzi non ha potuto accettare questa ipotesi. La Disciplinare non avrebbe dato l’okay per una squalifica inferiore a cinque mesi e qualche giorno come già fatto per i collaboratori di Conte mercoledì. Inutile farsi respingere anche questa proposta di patteggiamento. I legali di Conte hanno allora deciso di andare al dibattito.”