Il nuovo patto Pdl-Lega. Il Corriere della Sera: “Berlusconi: sul premier decideremo dopo il voto”. Il professore sotto assedio. Editoriale di Gian Antonio Stella:
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“«I governi migliori, più innovatori, sono quelli terremotati», rise anni fa Fausto Bertinotti in faccia a chi era impensierito per il bradisismo rifondarolo intorno al governo Prodi che sarebbe stato poi abbattuto. Aveva accanto, allora, Nichi Vendola. Che nella scia dell’antico leader ha ieri messo le mani avanti sentenziando: «L’ipotesi di un ticket Monti-Bersani è spaventosa». Non riprovevole o malaugurata: spaventosa. Come l’Europa possa leggere il messaggio del governatore pugliese, cioè di quello che dovrebbe essere il principale alleato di un governo di centrosinistra, è facile da immaginare”.
Una geometria assai variabile per non perdere il potere residuo. La nota politica di Massimo Franco:
“Il calcolo è quello di evitare una sconfitta bruciante sia per il Pdl che per la Lega, a cominciare dalla Lombardia dove si vota anche per la regione. Ma per quanto l’intesa somigli tanto alla somma di due debolezze, non va sottovalutata. Risponde alle esigenze elettorali di una legge che premia comunque le aggregazioni. Consente alla Lega di rilanciare le sue velleità «macroregionali» contro l’unità d’Italia. E se anche non scommette sulla vittoria, punta ad una sconfitta in grado di condizionare i giochi parlamentari dopo il voto del 24 e 25 febbraio. Ad attrarre due partiti che in un anno e mezzo si erano allontanati l’uno dall’altro è soprattutto il timore di perdere il potere residuo sopra il Po: in quel Lombardo-Veneto e in quel Piemonte dove il centrodestra governa, ma ormai è accerchiato. Pdl e Lega vengono da mesi di guerre interne logoranti, e da una messa in mora delle rispettive leadership”.
Tasse, piccole imprese e identità La sfida per riconquistare il Nord. Articolo di Dario Di Vico:
“Roberto Maroni lo sa benissimo e per questo ha puntato tutte le sue carte sulla proposta di trattenere in Lombardia il 75% delle tasse pagate dai residenti. In termini assoluti il provvedimento varrebbe risorse aggiuntive per 20 miliardi l’anno con le quali quello che già si considera il successore di Roberto Formigoni abolirebbe l’Irap (costo: tra gli 8 e i 9 miliardi) e il bollo auto, ridurrebbe l’Imu e sosterrebbe i redditi più bassi. Una volta sfondato in Lombardia gli altri governatori del Nord, Roberto Cota (Piemonte) e Luca Zaia (Veneto), potrebbero adottare la misura nelle rispettive regioni e saremmo a un passo dalla secessione. Perché senza il gettito fiscale della macroregione del Nord il bilancio centrale sarebbe destinato ad affondare come il Titanic”.
Redditometro, da Milano a Napoli le spese dei single sotto la lente. Scrive Francesca Basso:
“Da un lato le entrate dello Stato che crescono del 3,8%, come comunicato ieri dal Tesoro. Dall’altro i nuovi strumenti in campo per la lotta all’evasione, che sta dando buoni risultati: quasi sei miliardi e mezzo di euro nei primi undici mesi del 2012, il 9,3% in più rispetto allo stesso periodo di un anno prima.
La novità del 2013 è il redditometro, che passerà ai raggi infrarossi le spese delle famiglie. E se si discosteranno più del 20% dalla cifra che il Fisco ritiene normale per quel nucleo familiare in rapporto al reddito dichiarato, scatteranno i controlli: il contribuente dovrà dimostrare di non essere un evasore. Insomma, c’è l’inversione dell’onere della prova. Perché il meccanismo si basa sul principio che a una determinata spesa sostenuta deve corrispondere una fonte di guadagno”.
Perché non siamo uno Stato di polizia fiscale. La lettera di Attilio Befera:
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“Caro Direttore, un raffinato politologo come Piero Ostellino non può ignorare quale sia la caratteristica comune e inconfondibile di quelli che lui chiama gli «Stati di polizia». La caratteristica è quella dell’assoluta segretezza che ammanta le procedure con cui le autorità di quegli Stati operano. Non mi sembra sia questa la caratteristica che contraddistingue il redditometro dell’Agenzia delle Entrate. Basterebbero già a dimostrarlo le aspre rampogne che Ostellino ha pensato bene di dedicare al nuovo redditometro grazie appunto alla conoscenza piena che lui — come ogni altro contribuente italiano — può avere di come è fatto quello strumento e di come funziona”.
La Repubblica: “Bersani: vincerò e sarò premier”
Lega-Pdl, accordo per il Nord. La Stampa: “Il passo indietro del Cavaliere: «Se vinciamo, Alfano premier». Ma i leghisti rilanciano: «Il nostro nome è Tremonti”.
Ma le tasse vanno ridotte, non trattenute. Editoriale di Luca Ricolfi:
“La mossa era nell’aria da qualche giorno, e alla fine le cose sono andate come previsto. Dopo aver giurato e spergiurato «mai più con Berlusconi» la Lega è tornata all’ovile: si presenterà insieme al Pdl sia in Lombardia sia alle elezioni politiche nazionali. La base dell’accordo è chiara sul piano politico, molto meno sul piano tecnico”.
La svolta di Pechino “Basta lavori forzati”. Il reportage di Ilaria Maria Sala:
“Arendere pubblica la posizione di Pechino è stato il direttore della Commissione agli Affari Legali e Politici del partito comunista, Meng Jianzhu, che ha affermato che il «laojiao» sarà abolito o modificato in modo sostanziale già nel 2013.
Che qualcosa si muovesse si subodorava da quando diversi editoriali apparsi sulla stampa avevano cominciato a criticare il sistema, e una serie di lettere aperte per chiudere l’esperienza del laojiao avevano potuto circolare senza incappare nella censura. I campi di rieducazione tramite il lavoro, o Rtl, godono giustamente di pessima reputazione, e molti in Cina trovano che danneggino inutilmente l’immagine del Paese, come anche molte Ong – che considerano il laojiao una violazione dei diritti umani – non mancano di sottolineare: vi si finisce senza processo, dietro sanzione amministrativa, e vi si può trascorrere fino a quattro anni, rinnovabili a discrezione delle autorità. Un sistema detentivo ingiusto e aperto ad ogni tipo di abuso, copiato dall’ex Unione Sovietica, che prevede che i cittadini non scontino semplicemente una pena, ma vengano anche «riplasmati» nel pensiero, per uscirne come «uomini nuovi» fedeli al Partito. Le file dei campi di lavoro negli ultimi anni sono state ingrossate in particolare da centinaia di adepti del gruppo spirituale Falun Gong, dichiarato fuori legge dalle autorità cinesi. Numerosi, infine, gli scandali che hanno ricondotto alcune esportazioni cinesi particolarmente a buon mercato al lavoro coatto dei prigionieri”.
Il Giornale: “La promessa di Vendola. I ricchi all’inferno. Se vince la sinistra”. Editoriale di Alessandro Sallusti:
“Se vincerà le elezioni, la prima cosa che farà sarà mandare i ricchi al diavolo, cioè all’inferno. Parola di Nichi Vendola. E fin qui nulla di nuovo. Il fatto è che Vendola è il principale alleato del Pd, indispensabile a Bersani per governare in caso di vittoria. E allora è bene alzare le antenne e stare in guardia. Se la sinistra dovesse prendere in mano la guida del Paese, altro che recessione montiana. Con l’arma fiscale, e speriamo solo con quella, si aprirebbe una guerra di classe dai possibili esiti catastrofici. C’è poco da scherzare,la Francia del socialista Hollande ha imboccato la strada Vendola per davvero, e nonostante la recente retromarcia i danni sono stati altissimi. Noi siamo per difendere la ricchezza legittima, poca o tanta che sia. È indice di bravura, capacità di sacrificio, in poche parole è il termometro della meritocrazia da tutti evocata ma da pochi perseguita. Mettere le mani sulle nostre case (vedi Imu), inasprire la pressione fiscale portandola oltre il giusto e il lecito è da criminali, oltre che stupido e inutile. L’attore Depardieu, a proposito di Francia, non ha chiesto asilo a Putin per evadere il fisco. Si è semplicemente, e giustamente, rifiutato di offrire allo Stato oltre il 75 per cento dei suoi guadagni. L’Italia ha bisogno di trattenere e semmai attirare ricchezza. A scappare è chi paga e non ne può più,l’evasore non ha remore e sta bene,direi benissimo, dove sta. Cacciamo furbi e mascalzoni e teniamoci stretti i ricchi”.
Il Fatto Quotidiano: “Ora anche Bersani scopre gli impresentabili del Pd”. Montisti su Marte. Editoriale di Marco Travaglio:
“Con comodo, senza fretta, non appena avranno finito i giochi di prestigio per nascondere portaborse, inquisiti e impresentabili dietro le solite foglie di fico o nelle liste satellite, i partiti potrebbero comunicarci il loro illuminato parere (programma è una parola grossa) in materia di giustizia fiscale. Giunge infatti notizia che la più antica banca svizzera, la Wegelin di San Gallo, fondata nel 1741, chiude i battenti dopo che un suo azionista ha confessato alla Corte distrettuale di Manhattan di aver aiutato alcuni evasori Usa a evadere tasse per 1, 2 miliardi di dollari. Condannata a una multa di 74 milioni, la Wegelin è fallita”.