Redditometro, Berlusconi, Monti e Siria: prime pagine e rassegna stampa

Pubblicato il 7 Gennaio 2013 - 08:32 OLTRE 6 MESI FA

“L’agenda Monti così non va”. Il Corriere della Sera: “Parla Passera. Berlusconi e Maroni trattano per l’accordo”. La tartaruga più antipatica. Editoriale di Sergio Rizzo:

“Centonovantatré giorni. Qualcuno in meno rispetto ai 226 impiegati sette anni fa dal vogatore solitario Alex Bellini per andare con una barca a remi da Genova a Fortaleza, in Brasile. Il doppio, addirittura, di quanti ne sono bastati nel 1990 a Reinhold Messner per attraversare a piedi l’Antartide. Imprese estreme: mai però come le sfide che propone di continuo la nostra pubblica amministrazione. Centonovantatré giorni, ha calcolato l’ufficio studi della Confartigianato, è il tempo che serve in media a una fattura emessa da un fornitore per trasformarsi in denaro. Sei mesi e mezzo. Nel frattempo l’impresa fallisce e i suoi lavoratori si ritrovano sul lastrico. Oppure, per tirare avanti, può indebitarsi fino al collo: trovando però, il che non è assicurato, qualche banca disposta a fare credito. In caso contrario ci sono sempre gli strozzini”.

Esperti cauti sul sogno della «rimonta»: ma la Lombardia vale più dell’Ohio. L’analisi politica di Virginia Piccolillo:

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“È ottimista, Silvio Berlusconi. Assicura: «I sondaggi ci confermano che in poco più di 15 giorni siamo saliti di 10 punti e quindi contiamo di recuperare quel 40% di elettori che ci avevano votato nel 2008». Le parole del Cavaliere ricordano il 2006, quando, dato ormai per perdente, citò un sondaggio Usa che lo dava testa a testa con il centrosinistra. Tra lo scetticismo la previsione di Stan Greenberg di Washington si avvicinò alla verità e Berlusconi perse al fotofinish. Ora qualche segnale di ripresa della coalizione c’è stato. Ma è davvero possibile la rimonta? O è una strategia di marketing applicata alla campagna elettorale?”.

Redditometro, come controllare le spese Ecco la soglia Istat degli 007 del Fisco, Articolo di Antonella Baccaro:

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“Come facciamo a sapere se stiamo spendendo più di quello che il Fisco ritiene normale per un nucleo familiare che dichiara un reddito come il nostro? La domanda da quest’anno rileva, visto che i controlli del nuovo redditometro scattano in automatico quando i due valori discordano per più del 20%. In quel caso l’Agenzia delle Entrate ci chiederà conto della discrepanza e inizierà un ping pong tutto da giocare.
Meglio allora tenere sotto controllo le spese, sapendo che il meccanismo del redditometro, che si applicherà a partire dai redditi del 2009, prevede che per 26 tipologie di beni e servizi sui 56 presi in considerazione si tenga per buono il valore più alto tra quello dichiarato dal contribuente e quello risultante dalle medie dell’Istat. 
Facciamo un esempio: supponiamo che il contribuente possegga un’automobile per la cui manutenzione spende 5 mila euro l’anno, come risulta dalle relative ricevute. Nel momento in cui quel contribuente venisse sottoposto a una verifica di coerenza da parte dell’Agenzia delle Entrate, questa andrebbe a verificare sulle tabelle dell’Istat qual è la spesa media per una simile manutenzione, e tra i due valori, quello dichiarato e quello medio, gli imputerebbe il maggiore”.

La Repubblica: “Monti promette: ora meno tasse”. Senato, Lega nella bufera e i pm accelerano anche su Belsito in settimana chiuse le indagini. Articolo di Piero Colaprico:

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“Le inchieste sulle allegre finanze della Lega sono incandescenti. A Roma, come ha rivelato ieri Repubblica, sono nel mirino dei magistrati i fondi dei senatori leghisti. E La procura milanese punta, ed è noto dall’aprile dell’anno scorso, alla contabilità occulta del partito, che veniva gestita dal tesoriere Francesco Belsito e che aveva vari beneficiari senza diritto. Tra questi la famiglia di Umberto Bossi, che infatti mollò la sua creatura politica e fece un «passo indietro», e Rosy Mauro, costretta alle dimissioni. Questa contabilità, che tra Tanzania e Svizzera, diamanti e lingotti d’oro, prelievi in contanti e false fatture, società schermo e viaggi off shore poteva far impazzire più d’un commercialista, è stata faticosamente e finalmente ricostruita. Ed è in questa settimana, secondo indiscrezioni, che viene consegnata al procuratore aggiunto Alfredo Robledo”.

Arriva la carica dei 95 indagati ecco i parlamentari uscenti che reclamano ancora un seggio. Articolo di Liana Milella:

“Alla prova del voto la legge sulle liste pulite si rivela per quello che molti commentatori avevano paventato che potesse essere, un clamoroso flop. Nonostante ben tre ministeri di peso — Interno con Cancellieri, Giustizia con Severino, Funzione pubblica con Patroni Griffi — si siano impegnati per mesi, il risultato ora è sotto gli occhi di tutti. In vista della chiusura sui candidati, quella legge si rivela non sufficiente per garantire effettivamente “liste pulite”. Il divieto di candidarsi per i soli condannati in via definitiva con una pena minima di due anni per reati gravi non ferma la grande massa dei nomi più discussi, tutti coloro che hanno processi in corso per reati gravi, dall’associazione mafiosa o camorristica alla corruzione, al finanziamento illecito alla frode”.

La strana battaglia sull’Imu così Silvio-Tom e Mario-Jerry si inseguono nelle promesse. Scrive Francesco Merlo:

“Ieria Sky, quando prometteva di abbassare le tasse, Monti era un Tom che inseguiva il suo Jerry sin nella tana della demagogia. Dunque Monti ieri, nell’ennesima tele intervista, faceva “la mossa”, non da sciantosa ma da Berlusconi: «L’Imu va modificata e assegnata ai comuni, l’Iva va congelata, l’Irpef va abbassata di un punto». Berlusconi, inarrivabile, replicava con naturalezza gaglioffa che «l’Imu va abolita» e dalla sua millesima vetrina televisiva elettorale sosteneva che in Italia «c’è il terrorismo fiscale» con un’uscita perfettamente calata nel ruolo del filibustiere.
Ovviamente Monti, che non è un magliaro come l’altro, risulta sempre più impacciato e goffo in questo strano gioco di scambio e di travestimento. Berlusconi gli ha trasmesso la demagogia elettorale insieme all’ossessione catodica, al narcisismo, alla brama di possesso del salotto televisivo e, in un due settimane, in Italia i malati di tv sono diventati due”.

Monti: Irpef giù,cambiare l’Imu. Il Pd: anche lui fa propaganda. La Stampa: “Il premier: niente promesse insostenibili. Nuove manovre? Per adesso non servono”. La pericolosa distrazione occidentale. Editoriale di Maurizio Molinari:

L’ ostinazione di Bashar Assad a difendere con le armi un regime in decomposizione e l’aggravamento delle condizioni di salute di Hugo Chavez trasformano Siria e Venezuela in micce di crisi internazionali di assai più vaste dimensioni, destinate a mettere a dura prova un Occidente ancora intento a sanare le ferite economiche. Dal palco del Teatro dell’Opera di Damasco Assad ha difeso la sanguinosa repressione della rivolta popolare iniziata 21 mesi fa”.

I guerrieri stanchi di Aleppo non credono più alla vittoria. Scrive Domenico Quirico:

“Qui in Siria non ci sono retrovie, non ci sono luoghi sicuri in cui riposarsi dopo la battaglia, non ci sono giorni di bonaccia per cessare di essere soldati e ribelli e tornare ragazzi, magari tesi e rabbiosi, ma ragazzi, buttar via l’uniforme, e togliersi di dosso anche la guerra, ridere, scherzare. Oggi bisogna prendere questa base aerea di Taftanaz, nella regione di Idlib, feudo sunnita dove i combattenti sono ormai in grande maggioranza islamisti, siriani e del Jihad: i loro gruppi si chiamano Al Nusra, Al Farouk, Arahr al Sham, una sigla che non avevo mai udito. I folli di dio che hanno preso il controllo della rivoluzione, che sognano l’emirato siriano da cui cambieranno la carta del Vicino Oriente, e del mondo, il nostro incubo”.