ROMA – La Regione Lazio forse risparmia 2 milioni di euro, ma invece di restituirli ai cittadini, che stanno per pagare la addizionale Irpef più alta d’Italia (3,3%) i fondi la Regione Lazio li dirotta in 377 rivoli di spese inutili o comunque non urgenti: tipo iniziative culturali. La classica pioggia di soldi perché i partiti li spendano secondo i loro bisogni clientelari e elettorali.
La rivelazione la fa sul Corriere Della Sera Francesco di Frischia, che non sembra peraltro particolarmente scandalizzato:
Il tesoretto è stato ottenuto grazie alla riduzione di contratti esterni rispetto al 2012, scesi da 42 a 23, per scelta del presidente Daniele Leodori (Pd): rispetto a 3 milioni e 81 mila euro spesi nel 2012, quest’anno i costi si sono fermati a 1 milione e 575 mila euro. Sommando la cifra ai risparmi della spending review (su telefonini, auto blu e rimborsi chilometrici cancellati nell’ufficio di presidenza del Consiglio), pari a altri 500 mila euro, ecco da dove arrivano le risorse per gli enti locali. In passato, invece, la scelta di finanziare questo o quel progetto presentato al Parlamentino regionale era completamente a discrezione dei vertici della Pisana. E fatalmente spesso molte risorse sono finite nei bacini elettorali di qualche consigliere. Esaminando nel dettaglio i conti dell’ufficio di presidenza del Parlamentino regionale, Leodori si è dotato di uno staff esterno di 9 persone che costano in tutto 582 mila euro, risparmiando quasi 1 milione di euro visto che per i 19 assunti nel 2012 dal suo predecessore, Mario Abruzzese, la spesa complessiva era di 1 milione e 497 mila euro. Stesso discorso per i vicepresidenti della Pisana, Francesco Storace (La Destra) e Massimiliano Valeriani (Pd): le spese sono state ridotte da 722 mila euro lo scorso anno a 360 mila con solo 5 contratti esterni rispetto a 10 del 2012.
Tornando al dibattito in Consiglio, dopo la presentazione di oltre 1300 emendamenti dell’opposizione, ieri la svolta è stata innestata dalle dichiarazioni in aula dell’assessore alle Attività Produttive, Guido Fabiani, e dal consigliere Pd, Mario Ciarla. Ironizza Storace: «Ho notato più educazione, ma non è competenza della Giunta la gestione di Sviluppo Lazio che è di competenza di Sviluppo Lazio. A chi spetta, però, la funzione di indirizzo e controllo? Questo è il tema: noi diciamo al Consiglio». Marco Vincenzi (Pd) commenta: «Quello che ci interessa è garantire che il Consiglio decida in tempi brevi e che parta il processo di fusione delle società».
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