Renzi, debutto con stecca a Treviso. Tommaso Montesano su Libero

di Redazione Blitz
Pubblicato il 27 Febbraio 2014 - 10:53 OLTRE 6 MESI FA
Contestazioni contro Renzi a Treviso (foto Ansa)

Contestazioni contro Renzi a Treviso (foto Ansa)

ROMA – “Prima lo show con gli alunni di una media di Treviso – scrive Tommaso Montesano su Libero – Salta all’ultimo l’incontro coi lavoratori. Sit-in dei Forconi: fischi, urla e lancio di arance”.

L’articolo su Libero:

I fischi e le contestazioni se liè presi:«Buffone! Vergogna! Non seistato elettoda nessuno, vai a casa!». Le arance, che una decina di manifestanti di Lega, Forconi e Forza Nuova hanno cercato di lanciarglipoco prima del suo ingresso a palazzo Rinal- di,sededel ComunediTreviso, è riuscitoa evitarle. Fattosta che la prima uscita ufficiale di Mat- teo Renzi da presidente del Con- sigliopoteva andaremoltome- glio. Arrivato di primo mattino in Veneto per occuparsi, come annunciatoalla vigilia,di«scuo- le,lavoratori, imprenditori,sin- daci», il leader del Pd si è fatto coccolare dagli studenti, ha stretto la mano agli amministra- tori locali,ma hadato bucaai la- voratori dell’Electrolux, alle pre- se con il rischio della chiusura degli impianti italiani. «Li vedrò la settimana prossima, insieme a tutti quelli degli altri stabilimenti, non solo quel- li di qui», si è affrettato ad assicurare Renzi.

Troppo poco per impedire alle critiche di raggiungerlo.«Siamo mortificati e amareggiati», hanno protestato le rappresentanze sindacali. Secondo Enza Calderone,delegata della Uilm, l’incontro era stato definito nei dettagli attraverso la prefettura, ma Renzi,«pur sapendo che eravamo giù ad aspettarlo, ha preferito rimandare». «Un errore», ha rincarato la dose Luca Zaia, governatore del Veneto, «per noi Electrolux conta come la Fiat per i piemon- tesi». «Nonè certo unbuon mo- do percominciare adaffrontare iltemadelle crisiindustriali»,ha aggiunto il coordinatore nazio- nale di Sel, Francesco Ferrara. Il premier ha fatto spallucce di fronte alle contestazioni: «Normale,non facciamo passerelle. Non sono qui a tagliare nastri, ma a parlare con il Paese reale». Peccato che la giornata Renzi la passi non tra i lavoratori a rischio delocalizzazione, ma prima nell’atmosfera ovattata della scuola media Luigi Coletti di Santa Bona,e poi nelle sale di palazzo Rinaldi per incontrare i sindaci veneti, ai quali ha assi- curato, nel «rispetto dei vincoli», la modifica del «patto di stabilità interno. Su questo avete ragione».

È nella sede del Comune che il premier, in conferenza stampa, prova a definire meglio i contorni della sua agenda iniziale. Prima del 17 marzo, giorno del vertice bilaterale con Angela Merkel, sarà pronto il famoso jobs act, il piano per il lavoro che Renzi intende farsi vistare dalla cancelliera. Poi arriva la conferma che «presto» vedrà la luce «un piano straordinario per l’edilizia scolastica. La scuola è il punto di ripartenza del Paese». Ma è su costo del lavoro e fisco cheilpremier contaperpartire con i fuochi d’artificio. «Ridurremo di almeno dieci miliardi il cuneo fiscale», ribadisce. Capitolo Irap. Il capo del governo ipotizza una riduzione del 30%.«Abbiamo fatto una discussione che parte da quanto detto in Parlamento e che stiamo tuttora facendo. Se tu riduci l’Irap», spiega, «le aziende han- no immediatamente un elemento di concretezza economi- ca. L’Irap vale oltre 30 miliardi. Se metti 10 miliardi,riduci di un terzo l’imposta:è un’ipotesi».

A completare il quadro, come rivelato dal responsabile economico del Pd,Filippo Taddei, c’è la diminuzione dell’Irpef. «Per i redditi medio-bassi si tratterebbe di un taglio del 10% del carico fiscale, che va poi a decrescere quando cresce il reddito. Per un lavoratore che guadagna 1.500 euro netti per tredici mensilità», calcola Taddei, «si avrebbe un guadagno di 500 euro netti
all’anno in busta paga». Un programma che riceve l’applauso di Luciano Benetton: «Sono ottimista, ciò che ha annunciato mi va bene, l’importante è che lo faccia». Nel primo pomeriggio, il rientro aPalazzo Chigi.Dove in serata Renzi ha avuto un colloquio telefonico con il segretario generale dell’Onu, Ban Ki Moon. Oggetto della conversa- zione, soprattutto il destino dei due marò. A Ban Ki Moon, il premier ha chiesto di «contribuire a una soluzione della questione». Il segretario generale dell’Onu ha assicurato il «massimo impegno».