Renzo Rosso: “Ecco il mio calcio. Balo? Indisponente. Montella al Milan”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 22 Maggio 2014 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
L'intervista alla Gazzetta dello Sport

L’intervista alla Gazzetta dello Sport

ROMA – “Balotelli? Indisponente. Montella? Al Milan”. Renzo Rosso, il fondatore della Diesel, intervistato dalla Gazzetta, parla di sport, di calcio, del suo Milan e dei Mondiali 2014.

«Sono milanista da sempre, da piccolo scegli di istinto: la passione per Rivera, l’odio per Mazzola. Galliani è bravo ma secondo me andava affiancato, bisognava fare un innesto a livello manageriale. Il successo è unire un giovane e un senior: idee più esperienza».
Parere da proprietario: Seedorf è stato un errore?
«Seedorf è mio amico ma non puoi mettere su quella panchina una persona che non ha mai allenato. Allegri quantomeno aveva una visione molto chiara e poi… Ci sarebbe da sparare a chi ha lasciato partire Pirlo».
Il discorso panchina resta aperto. Chi per il 2014-15?
«Montella. Il Milan ha bisogno di innovazione».
E tra i giocatori? Le critiche a Balotelli sono giustificate?
«Sì, sono d’accordo con le critiche. Balotelli dovrebbe essere un simbolo, aiutare l’aggregazione della squadra. Invece è indisponente e non ha passione, i giovani stravedono per lui perché rompe gli schemi ma non ci può essere solo quello. Guardate Grillo: io ero contento quando ha avuto successo, poi ha avuto la possibilità di mostrare quello che sapeva e non lo ha fatto».
Insomma, l’Italia sta peggio del Milan?
«Siamo un Paese bloccato dalla corruzione. Eppure l’Italia è il paese più bello del mondo, abbiamo tutto: l’arte, la natura, la creatività… L’italiano vede le cose e critica, ma non agisce. Era il senso della nostra campagna “Be Stupid” (c’era anche uno slogan “L’intelligente critica. Lo stupido crea”, ndr)».
E il calcio? Per un imprenditore che ha rifiutato il Vicenza e il Padova perché troppo lontani da Bassano, non è strano vedere l’Inter indonesiana?
«È inevitabile, se non ci sono soldi si cerca all’estero: ben venga qualcuno che porta investimenti. La società italiana è malata di calcio, ho visto amici che si sono mangiati l’azienda per il pallone».
Sembra una critica aperta al calcio moderno.
«E’ assurdo non avere la moviola in campo nel 2014, quando io posso controllare la mia azienda da uno smartphone. Blatter è meglio di Platini, ha più apertura all’innovazione. Mi pare che Platini voglia controllare il calcio, secondo me dovrebbe andare a casa».
L’Italia ai Mondiali?
«L’Italia è affascinante a prescindere, come il Brasile. Vorrei disegnare le divise: la maglia della Germania ha richiami che abbiamo inventato noi a Bassano con l’Adidas».
Ecco, il Bassano. In cosa è diverso dagli altri?
«La nostra divisa sociale è jeans e felpa e abbiamo avuto la maglia camouflage, quella militare, molto prima del Napoli. Il nostro direttore è Werner Seeber, un uomo con un approccio rigoroso, tedesco, non comune nel calcio. Abbiamo un ottimo settore giovanile con 250 ragazzi: andiamo a prenderli con i pullmini a casa e offriamo sostegno scolastico. Poi ci sono cose che non ci lasciano fare…».
Cioè?
«Abbiamo provato le scritte con lo spray a centrocampo, la musica durante la partita, le ragazze pon pon, il servizio di babysitting allo stadio, il terzo tempo. Abbiamo scoperto che è quasi tutto proibito».
E adesso? Volete vendere?
«No, abbiamo fatto una riunione con una sessantina di imprenditori locali e abbiamo avuto un buon responso. Cerchiamo aiuto gestionale, non solo capitale. Vorremmo fare un’impresa sociale, una cosa che serve anche all’Italia. Abbiamo offerto l’1% a 10.000 euro e speriamo di cedere il 30%. In campo mi piacerebbe un campionato diviso in gironi nord, centro e sud. La Lega Pro dev’essere torneo locale».
Renzo Rosso invece si è visto al massimo con la nazionale stilisti…
«Ho iniziato da piccolo nel mio paesino, a Brugine, dove dopo la scuola c’erano solo dottrina e pallone. Il più bravo portava la palla, io giocavo ala destra. Ero sempre il più scarso. Non come Stefano…».